La moglie scrive di Sandra Bonsanti

La moglie scrive La moglie scrive (Segue dalla 1* pagina) messaggio inviato dalla signora D'Urso (una lettera al padre era stata affidata ai giornali dalle figlie Lorena e Giada) si intravedono le difficoltà trovate dalla signora nel tentativo di avere risposte positive alle richieste contenute nel messaggio del marito: la pubblicazione su sette giornali nazionali del testo completo della «Risoluzione strategica» delle Br e delle «valutazioni politiche» che i vari «comitati di lotta» stanno esprimendo all'interno delle carceri di Trani e Palmi. Di fronte alla posizione abbastanza compatta della stampa, che sceglie, sia pure con diverse sfumature, di non fare «propaganda» alle Br, la moglie del magistrato non si dà per vinta e avverte che, nonostante le difficoltà, non rinuncia. Quanto alle dieci paginette del giudice D'Urso sono gi+ state esaminate dagli esperti del Viminale. Sembra che un primo risultato sia stato ottenuto: la lettera, sia dal punto di vista calligrafico che «ideologico» viene giudicata abbastanza diversa dalla prima, inviata da D'Urso al direttore generale degli istituti di prevenzione e di pena Ugo Sisti. Una leggera differenza di «tono., avrebbe addirittura fatto pensare che questa missiva possa essere stata scritta meno liberamente della prima, quasi sotto dettatura. C'è molta attesa, a Roma, per quello che succede all'interno delle due carceri di massima sicurezza indicate dai terroristi. Non è escluso che qualora si capisse che esistono consistenti divergenze all'interno dei «comitati di lotta», anche da Roma si possa tentare di fare qualcosa In questo senso e nel senso di «fare il possibile per salvare D'Urso», ascoltando con attenzione quali richieste arrivano dalle Br sembra orientata una fetta dell'Associazione Nazionale Magistrati, che ieri ha tenuto una conferenza stampa nel corso della quale è stato affrontato, sia pure con punti di vista diversi, il problema del sequestro del giudice D'Urso. Il presidente Beria d'Argentine ha detto che le Br stravolgono «il significato di quella linea di politica carceraria che D'Urso cercava di applicare e che alcuni di noi già in anni lontani hanno teorizzato. Noi parlavamo, e ci crediamo ancora, della necessità di non colpire le piccole devianze, di individualizzare il trattamento, di umanizzarlo, di privilegiare il recupero. Oggi siamo invece indicati come i responsabili da colpire, mentre d'altra parte ci si definisce permissivi, ci si accusa di complicità e di favoreggiamento. Ma le Brigate rosse ci uccidono perché sanno che ci battiamo e ci batteremo per evitare quell'imbarbarimento dello Stato che esse perseguono». Sandra Bonsanti

Persone citate: Beria, D'urso, Ugo Sisti

Luoghi citati: Lorena, Roma