Forlani elogia i carabinieri «baluardo contro lo sfascio» di Giuseppe Fedi

Forlani elogia i carabinieri «baluardo contro lo sfascio» Il presidente del Consiglio alla scuola ufficiali Forlani elogia i carabinieri «baluardo contro lo sfascio» «Siete ciò che di meglio e di più efficace si contrappone ai mali del Paese» - Il generale Cappuzzo: «Non basta la semplice repressione» ROMA — « Voi rappresentate ciò che di meglio e di più efficace si contrappone ai mali che minacciano la nostra società*. Scandita lentamente da Forlani, la frase, rivolta ieri agli ufficiali dei carabinieri che riempivano l'aula magna della scuola sulla via Aurelia, riassume il significato di una cerimonia tanto austera quanto ricca di significato politico. Un riconoscimento, quello del presidente del Consiglio all'Arma che, come ha sottolineato il comandante,' nonostante l'alto tributo di sangue pagato nella lo*ta contro l'eversione, continuerà ad assolvere, con la dedizione di sempre, i compiti che le sono affidati. Rispetto ai mali delia società, ha detto Forlani agli ufficiali presenti all'inaugurazione del corso d'aggiornamento, «siete un segno di contraddizione. Nel frastuono delle polemiche e del disfattismo — ha chiarito — rischiate di apparire un fenomeno singolare. Al contrario, siete in realtà nello Stato un'espressione efficiente di valori che appartengono alla grande maggioranza degli italiani». Quindi, un impegno: le stesse forze politiche e sociali che hanno fondato la democrazia e l'hanno difesa in questi decenni di crescita e progresso, «non si sono arrese ieri e non si arrenderanno oggi». Non è vero che l'Italia è allo sfascio, è vero invece, ha concluso Forlani, che operano forze e si intessono trame per portare il Paese allo sfascio. «Dobbiamo averne esatta coscienza e reagire con criteri di responsabilità democratica e crescente efficienza ». Prima di lui, il comandante dell'Arma, Umberto Cappuzzo, ha ricordato «il bieco assassinio» del generale Galvaligi ad opera «di volgari banditi che — nella loro logica aberrante — proclamandosi politici, si illudono di poter indurre l'autorità dello Stato a scendere a umilianti trattative». A chi ritiene possibile eliminare il terrorismo sul piano strettamente operativo «è doveroso ricordare che il problema supera l'ambito repressivo». E qui, ribadendo i giudizi espressi nella recente intervista al nostro giornale. Cappuzzo ha affermato: «Gli altri settori che pure hanno riflesso sull'operatività, al di fuori della nostra specifica competenza, riguardano i presupposti ideali, la sfera dei valori, l'educazione alla dialettica democratica, la funzione insostituibile dell'informazione, il graduale recupero di consensi in quella frangia di giovani dalla quale l'eversione attinge i suoi adepti». La «liberalizzazione spinta* ha dato un enorme potere disgregante alle minoranze violente che hanno fatto della criminalità «la loro ragione di vita». Conclusosi l'incontro, al quale sono intervenuti, assieme al presidente del Consiglio e ai ministri dell'Interno e della Difesa, i più alti ufficiali dell'esercito e della polizia, Rognoni e Lagorio hanno scambiato con i cronisti alcu ne battute sui problemi della libertà di stampa e sul coni portamento cui attenersi do po il ricatto dei brigatisti che hDzrhnanf hanno rapito il giudice D'Urso. r/ terroristi, come evidenziai in un discorso alla Camera —ha affermato Rognoni — hanno bisogno di casse di risonanza, di teatro e scenario. Togliendoglieli, aggiunsi, avremmo già fatto un buon tratto di strada per combatterli e toglierli di mezzo definitivamente». Da parte dei giornalisti, fermo restando che i diritti della libertà di stampa sono inalienabili, occorre «estrema cautela per evitare di farsi portavoce dei messaggi dei terroristi». I gruppi eversivi, ha concordato Lagorio, «vogliono i riflettori accesi sulla ribalta della cronaca». Ed ha aggiunto: « Togliere la spina significa spegnere le luci sul palcoscenico ed è un modo di replicare con fermezza. Ma ciò non significa affatto nascondere le notizie ai lettori. Giuseppe Fedi

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