Bimba di 6 anni strangolata Sospetti sul padre: arrestato

Bimba di 6 anni strangolata Sospetti sul padre: arrestato L'atroce delitto in riva a un lago nel Messinese Bimba di 6 anni strangolata Sospetti sul padre: arrestato Avrebbe cercato di uccidere anche l'altro figlio - All'origine del crimine una confusa ed esasperata situazione familiare NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE MESSINA — Spaventoso episodio di follia in riva al lago di Ganzirri, pochi chilometri a Nord di Messina: perduto il controllo di sé perché la moglie, dalla quale viveva separato, non voleva tornare con lui, un autotrasportatore di 40 anni. Filippo Giuffrida, avrebbe strangolato la propria figlia Antonella, di sei anni, tentando di uccidere anche l'altro figlio. Michele, di cinque. Poi è fuggito. Più tardi avrebbe telefonato a un avvocato: «Ho ammazzato i miei due bambini». L'autotrasportatore è stato arrestato I corpi delle piccole vittime sono stati trovati casualmente da un motociclista fermatosi vicino al laghetto per un guasto. Antonella respirava ancora ma, trasportata al vicino istituto ortopedico, è morta poco dopo. Michele, invece, è stato ricoverato nel re¬ parto di neurochirurgia del policlinico universitario per diverse contusioni e stato di choc ma le sue condizioni non destano preoccupazioni. E' un «giallo» non ancora risolto. Sulle prime, infatti, si pensava che i fratellini fosse- ro stati aggrediti da un bruto. Michele, interrogato dai medici e dagli agenti di polizia, ha fatto un racconto molto confuso: «Stavamo giocando dinanzi a casa — ha detto — quando io e mia sorella siamo stati invitati da un certo Filippo a salire nella sua macchina per un giro. Poi ci ha fatto scendere vicino al lago e non ricordo più nulla». Più tardi si è saputa la verità. I piccini, ieri mattina, erano stati prelevati dal padre a bordo della sua «127». Una volta al mese, infatti, la moglie dell'autotrasportatore, Francesca Bucè. 39 anni (che da quando si è separata dal marito abita con i genitori a Minissale, borgata di Messina, nei pressi della statale 114 per Catania) gli permetteva di prendere, con sé, per qualche giorno, i figli ai quali il Giuffrida era molto legato. L'autotrasportatore da tre anni abita a Priolo, paese di 2000 abitanti a 10 chilometri da Siracusa. Ogni tanto, incontrando la moglie, le chiedeva se fosse disposta a tornare a vivere con lui e a ricostituire la famiglia, ma la donna lo aveva sempre scoraggiato. Probabilmente è stato questo che ha fatto perdere al Giuffrida il lume della ragio-' ne e l'esasperazione è stata tale che l'uomo non ha più potuto controllarsi. Non si sa ancora, però, se ha preso i suoi due bambini per ucciderli oppure se l'istinto omicida si sia svegliato dopo, quando li aveva con sé nell'auto. Nessuno, per il momento, può rispondere a questo interrogativo. Fermata l'auto in riva al lago, Giuffrida ha spinto i figli fuori dalla vettura. Poi ha afferrato la bimba alla gola e ha stretto con forza; quindi ha tentato di fare lo stesso con Michele che ha anche colpito a schiaffi e pugni. Forse è stato fermato da un lampo di lucidità. Allora ha avuto orrore di se stesso ed è fuggito abbandonando a terra i corpici ni dei bimbi che credeva già morti. f, Si

Persone citate: Filippo Giuffrida, Francesca Bucè, Giuffrida, Minissale, Priolo

Luoghi citati: Catania, Messina, Siracusa