Terrificante dilagare di incendi in Piemonte: inferno nel Canavese di Remo Lugli

Terrificante dilagare di incendi in Piemonte: inferno nel Canavese Anche gli «Hercules» nella durissima lotta contro i roghi Terrificante dilagare di incendi in Piemonte: inferno nel Canavese Ore drammatiche nella Valle dell'Orco e a Ribordone - Il fuoco avanza in Valle Soana - Fornolosa e Locana minacciate: decine di abitanti già sgomberati Quasi tutto il Piemonte continua ad essere flagellato dagli incendi. Ne sono indenni soltanto le province di Alessandria e di Asti, la più colpita è quella di Torino. Nella Valle dell'Orco ci sono borgate direttamente minacciate, da alcune case sono stati fatti evacuare gli abitanti. Anche l'abitato di Locana ha le fiamme a poche decine di metri, tenute sotto controllo dalle autopompe dei vigili del fuoco di Torino. Molti non dormono da giorni perché partecipano all'opera di spegnimento o perché non possono prender sonno, in preda al panico sotto il crepitare del fuoco. Stanno combattendo contro le fiamme 700 militari (uno, purtroppo, è rimasto ferito gravemente, colpito da un masso rotolato dalla montagna), 400 vigili del fuoco professionisti, un migliaio di vigili volontari, 200 agenti della Forestale; altre squadre di questo corpo sono in arrivo da Siena e da Pescara. E' una calamità di proporzioni assolutamente insolite, per il numero e l'estensione degli incendi e la violenza delle fiamme attivate da un vento protervo, che di tanto in tanto cade per breve tempo per riprendere poi con maggiore violenza. Dice il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Torino, ing. Ernesto Lazzaretto, che ancora ieri sera non aveva potuto riposarsi da mercoledì 31 dicembre: «Ho visto cose incredibili: volare brandelli di materiale infiammato e percorrere centinaia di metri andando ad appiccare il fuoco in sona che era ancora indenne». Incendi in atto o appena sopiti, ieri pomeriggio si contavano a Givoletto, Palazzo, Bollengo, Sparone, Pramollo, Perosa, in provincia di Torino; a Paesana, Serravalle Langhe, Elva, Revello in provincia di Cuneo; a Miazzina e a San Bernardino Verbano in provincia di Novara; a Curino, a Veglio Mosso, Sala Biellese, Magnano e Zubiena in provincia di Vercelli. Ieri, per la prima volta in Piemonte, è entrato in azione, oltre a sette elicotteri, uno dei due Hercules C130 dell'Aero nautica militare attrezzati al servizio antincendio e a disposizione del ministero del l'Agricoltura e Foreste. Ha agito nell'area di GivolettoLa Cassa, l'unica sulla quale il velivolo di grande mole potesse volare a bassa quota. «Ha fatto dei passaggi peri colosissimi — dice il dott. Gio vanni Bovio dell'ispettorato forestale, coordinatore dei servizi antincendio —. I piloti si sono abbassati a trenta metri dalle cime degli alberi, immersi in una nuvola di fumo che impediva loro la visibilità. Da terra eravamo collegati con loro via radio e abbiamo potuto insieme coordinare l'operazione». Il velivolo ha svuotato i serbatoi che contenevano 14 mila litri di un liquido chimico ritardante. Dopo il primo svuotamento, ha fatto ritorno alla sede di Pisa per rifornirsi di nuovo e un'ora e un quarto più tardi era di nuovo sopra l'incendio per un'altra scarica: -Il fronte del fuoco era lungo cinque chilometri, quindi non era pensabile che le fiamme potessero essere soffocate completamente: è stato bloccato ai lati e in questo modo s'è salvata la pineta di Valdellatorre, vasta e preziosissima sotto l'aspetto idrogeologico». Gli elicotteri, cinque di una società di Pont-Saint-Martin convenzionata con la Regione e due noleggiati all'ultimo momento presso una società astigiana, sono intervenuti con i loro lanci di acqua, 500 litri per volta, a Revello, nel Cuneese, a Miazina, nel Novarese, e in provincia di Torino a Sparone, presso Locana, a Pramollo, Givoletto, Palazzo, Piverone. Con le prime luci dell'alba tutti riprenderanno i loro interventi, se il vento lo consentirà: ieri pomeriggio, ad esempio, nelle zone di Ivrea due elicotteri non si sono potuti alzare a causa delle raffiche troppo violente. Nella Valle dell'Orco e ancor di più in quella interna di Ribordone, si sono vissute ieri ore drammatiche. Il fuoco, che di 11 era partito nella serata di lunedi avanzando verso la Val Soana, è ritornato sul percorso già fatto, a causa del mutare del vento. Molte frazioni di Locana, come Roncole, Lasigne, Fornolosa, lo stesso abitato di Locana, la borgata Bose di Sparone sono stati direttamente minacciati ed è stato necessario far evacuare parecchi abitanti dalle loro case. Il sindaco di Sparone, Alfonso Sandretto nel primo pomeriggio piangeva disperato, temendo che la calamità non potesse essere bloccata. A fianco dei vigili del fuoco, degli agenti della forestale e dei bersaglieri e alpini. erano accorse anche molte persone dai paesi del Canavese, Cuorgnè, Castellamonte, Rivarolo e operai dell'Azienda elettrica, della fabbrica Ceresa, dell'Olivetti di Sparone. Le direzioni di questi stabilimenti hanno già stabilito che oggi chi vorrà partecipare all'opera di spegnimento sarà considerato al lavoro. Verso il mezzogiorno di ieri circa 160 uomini, tra soldati, civili e operai dell'Azienda elettrica, che a quota 1400 cercavano di salvare gli alpeggi della frazione Costa di Locana. sono rimasti accerchiati dal fuoco. Fortunatamente sono poi riusciti a liberarsi aprendosi un varco, con l'aiuto di altri soccorritori dall'esterno. Non è possibile per ora valutare i danni: oltre alla distruzione del patrimonio di legname da lavoro e di legna da ardere, c'è quella ecologica: si perde l'ambiente e si perde il valore protettivo dell'albero sulle pendici. Una sciagura che può trascinarse ne dietro altre, come le allu vioni e le frane. Remo Lugli

Persone citate: Alfonso Sandretto, Ceresa, Ernesto Lazzaretto, Gio Vanni Bovio, Novarese