Sarti al Senato
Sarti al Senato Sarti al Senato ROMA — Ieri in Senato c'è stato il discorso del ministro della Giustizia, Sarti. A nome del governo ha ribadito il secco no all'ultimatum delle Br rilevando che i terroristi sono portatori di «sinistre procedure che non hanno alcuna possibilità di essere accettate e stanno soltanto a testimoniare la criminale pretestuosità della loro ideazione». Il ministro, inoltre, ha detto che il messaggio dei brigatisti va letto in questo senso: intende, cioè, caricare sulle spalle di detenuti per crimini nefandi anche la responsabilità di concorrere nell'assassinio di D'Urso o di erigersi a garanti della sua salvezza attraverso l'abdicazione dello Stato. Fra i temi successivamente affrontati da Sarti ci sono state la chiusura del reparto speciale dell'Asinara, la rivolta nel carcere di Trani, la vicenda de L'Espresso e la libertà di stampa. A proposito di quest'ultima, il ministro ha rilevato che da oltre un anno è stato presentato un disegno di legge per la lotta al terrorismo in cui viene proposta, fra l'altro, la disciplina del diritto d'informazione «perché esso non si deformi in istigazione o apologia di fatti terroristici». Circa la questione dell'Asinara, Sarti ha sottolineato che l'ipotesi di sopprimere la sezione di Fornelli «era stata valutata positivamente» da molti mesi. Essa, insomma, è il frutto di un'autonoma determinazione del governo. Interrompere questo piano avrebbe significato «imboccare la logica della ritorsione nei confronti dei terroristi». La rivolta del carcere di Trani è stata definita dal ministro un disegno «perverso e preciso» in un quadro di «contestazione globale al sistema». Il dibattito, conclusosi nella tarda serata di ieri, si è svolto in un clima teso e polemico. (Servizio a pag. 2)
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