I partiti concordi

I partiti concordi I partiti concordi ROMA — Governo. Parlamento e partiti hanno eretto un muro di intrasigenza e di fermezza davanti al ricatto dei terroristi: anche i socialisti, per le cui scelte si nutriva a Palazzo Chigi qualche apprensione, hanno rotto ufficialmente il silenzio, precisando che «le richieste contenute nell'ultimo comunicato delle Br non possono nemmeno essere prese in considerazione». Di fronte al più grave dei ricatti, lo Stato ha risposto in modo unanime, confermando comunque, che ogni strada sarà tentata per salvare la vita del giudice D'Urso: ogni strada tranne, ovviamente, quella indicata dai terroristi nel «comunicato della condanna a morte». Il primo, ieri, a non dare nessun spazio alle richieste delle «Br» è stato il presidente del Senato Fanfani. Il suo improvviso intervento al Senato dove si è svolto il dibattito sul terrorismo ha assunto il significato di un appello e di un monito a tutte le forze politiche e al governo. Fanfani non ha usato mezzi termini, com'è nel suo stile ; il momento delicato e grave lo ha spinto a chiedere -atti fermi ed adeguati», per salvaguardare le istituzioni da -indebolimenti inammissibili». Tali richieste sono rivolte soprattutto al governo, la cui azione nella lotta al terrorismo, sino ad oggi, non deve evidentemente aver convinto sino in fondo il presidente del Senato. Fanfani sollecita il Parlamento -a non far compiere al governo, nelle sue decisioni, errori che possono mettere in irreparabile pericolo la persistenza delle istituzioni». A un certo punto, è sembrato rivolgersi, senza nominarli, ai socialisti: -Ogni cedimento da noi provocato con le nostre decisioni, con le nostre astensioni, con le nostre omissioni sottoporrebbe a rischi fatali la vita democratica». Al di là del dibattito e degli attacchi delle opposizioni, governo e psi, assieme agli altri partiti della maggioranza (psdi e pri) hanno risposto come il presidente del Senato si attendeva. Il «no-, del ministro della Giustizia è stato netto; quanto al psi, una nota della direzione precisa: «Lo Stato democratico, senza interferenze e sema pressioni, non può e non deve esitare ad applicare le sue leggi, sia quando si tratta di eliminare un carcere tenuto in condizioni contrarie ad esse, sia quando si tratta di respingere ogni sorta di attentato contrario alla sua integrità». Chiuso, definitivamente, il «problema psi», si apre tra le forze politiche un'altra questione delicata: quella dell'adozione di leggi speciali per combattere l'eversione. La richiesta parte dal psdi: sarà forse discussa in un «vertice tra Forlani e i partiti della maggioranza prima o subito dopo il nuovo dibattito sul terrorismo, in programma alla Camera da giovedì pros simo. Il segretario socialdemocratico, Pietro Longo, propone una -lotta sino in fondo e con tutti i mezzi nei confronti del brigatismo, anche adottando quei provvedimenti eccezionali che risultassero necessari». -La nostra linea della fermezza — insiste Longo — ci porta ancora una volta ad invocare l'uso Ci reparti specializzati delle forze armate in compiti di sorveglianza per mettere a disposizione della magistratura e delle autorità inquirenti tutte le forze di polizia e dei carabinieri». Secondo il vice segretario del psdi Puletti, D'Urso potrebbe essere prigioniero a Roma in una ambasciata o in una residenza extraterritoriale. Per ora, Piccoli e Spadolini non chiedono leggi speciali. Il leader de ha detto: «L'esclusi vo dovere delle autorità dello Stato è quello di operare nel quadro giuridico definito dalla Costituzione». Il segretario del pri afferma che -è già sta ta assicurata una ospitalità troppo grande alle tesi dei terroristi attraverso interviste negoziate e contrattate, quasi da potenza a potenza. Nessun passo deve essere compiuto dai pubblici poteri che possa apparire come un riconoscimento anche solo indiretto Mie Br». LucaGiurato

Persone citate: D'urso, Fanfani, Forlani, Longo, Pietro Longo, Puletti, Spadolini

Luoghi citati: Roma