Non abbiamo badato a spese

Non abbiamo badato a spese Consuntivo a sorpresa degli acquisti per le feste di fine d'anno Non abbiamo badato a spese Chi prevedeva un Natale austero è stato smentito - Superato lo choc per la crisi Fiat e per il terremoto, la gente ha riscoperto il piacere d'andare nei negozi - Senza freni la corsa al regalo - Note dolenti per l'abbigliamento Poteva essere, per Torino, un Natale austero. Prima, la crisi della Fiat, appena lasciata alle spalle, ma con tutti gli strascichi di una vertenza lunga e aspra, poi la catastrofe del terremoto, che ha richiamato questa nostra - terza città meridionale d'Italia» all'impegno dell'aiuto solidale e della ricostruzione non consentivano previsioni troppo ottimistiche. Cosi, fino a metà dicembre. Improvviso, inatteso, addirittura insperato, il Natale torinese è invece esploso con l'arrivo delle tredicesime. Negozi stracolmi, anche nelle due domeniche di apertura; strade affollate all'inverosimile; intere famiglie, in breve sosta prima di fronte alle vetrine, poi decise all'acquisto dei tradizionali regali. Ora. a conti fatti dopo le feste di fine anno, anche i commercianti torinesi hanno recuperato il sorriso. «Tutto faceva pensare al peggio — afferma Giovanni Perfumo, vicepresidente dell'Ascom — ora possiamo tirare un respiro di sollievo: Natale è andato bene, buoni gli affari. In due settimane non si recupera certo un anno commercialmente molto difficile, ma l'incasso superiore del 20-25 per cento in media rispetto allo scorso anno consente di far fronte al processo di svalutazione della lira. Di questi tempi è già un ottimo risultato». Per arrivare ad ammetterlo i commercianti, di solito pessimisti, vuol proprio dire che i torinesi, in questo periodo, non hanno badato a spese. Alimentari — C'è chi rimpiange i bei Natali «grassi» di 15 anni fa: «Allora sì, che le vendite prendevano slancio. Tutto l'anno affettavi salame cotto; a Natale era la sagra del prosciutto crudo». Spiega Perfumo: «Per gli alimentaristi da qualche anno Natale ha scarso significato. Prosciutto crudo se ne mangia sempre anche se è il prodotto più caro, non s'attende la festa per gustarlo. E' tuttavia vero che, la vigilia, gli acquisti raddoppiano o triplicano e lo stesso avviene per gli incassi. Poi nelle case ci sono gli avanzi ed i clienti scompaiono per qualche giorno». Ma il tenore di vita migliorato per molte famiglie consente anche sprechi e mani bucate. Cosi scompaiono in tre giorni tre casse di Chivas a20 mila lire la bottiglia. «Non riesco ancora adesso a spiegarmelo — confessa Perfumo — non era mai successo negli anni precedenti». Cosi un gastronomo come Giacomo Sbriccoli può ammettere: • Non poteva andar meglio. Le vendite sono aumentate del 40 per cento rispetto al Natale del 79. Soltanto di salmone affumicato ne è andato oltre un quintale, il 50 per cento in più dell'anno scorso. Mai visto tanta abbondanza». Soddisfatti, ma con cautela, i commercianti di vini e liquori: «Lo spumante ha fatto la parte del leone. Visti i prezzi, lo champagne non poteva reggere il confronto». Qualcuno accusa i magazzini all'ingrosso di essersi accaparrati «una grossa fetta di clienti»: «Per questo le vendite sono rimaste ai livelli dello scorso anno; in qualche caso sono state anche inferiori». Tuttavia nessuno si lamenta troppo: «In fondo è andata meglio di quanto si potesse sperare». Dolci e panettoni — Piccole e grandi marche che contraddistinguono i panettoni industriali sono andate a ruba. Spiega un commerciante: •Questione di prezzi: erano competitivi». Invece i pasticcieri artigiani non sono soddisfatti. Denunciano, in genere, «una flessione del 20 per cento circa nelle vendite». C'è chi ricorda che nel '63 sfornava 6 mila panettoni e quest'anno ha dovuto limitarsi a mille. Il vicepresidente della categoria Adriano Odone non si rammarica: «Tenendo conto della concorrenza industriale, si può dire che ancora una volta ce l'abbiamo fatta. Forse è andato meglio Capodanno rispetto a Natale, forse la gente ha ridotto le quantità di acquisto, ma il risultato è buono». Aggiunge sornione: «S'è venduto anche tanto carbone dolce, riservato di solito all'Epifania. Babbo Natale avrà trovato tanti cattivelli tra i torinesi?». Casalinghi e elettrodomestici — Chi sosteneva che per questo Natale le famiglie avrebbero puntato soltanto su regali utili è stato, almeno in parte, smentito. Secondo Giulio Degli Espositi, presidente di categoria per i casalinghi «s'è venduto soprattutto il superfluo» : dalle statuine ai soprammobili, dai piatti di Natale in porcellana ai vasi di cristallo. Ma sempre con oculatezza: «Il valore dei regali oscillava in media tra le 10 e le 25 mila lire. Certo c'erano giornate, soprattutto la domenica, nelle quali quasi si doveva sbarrare l'ingresso tanto grande era l'afflusso dei clienti. Natale è scoppiato, con la tredicesima, oltre ogni nostra aspettativa». Ottimi affari anche per gli elettrodomestici. Giuseppe Menzio, presidente dei commercianti del settore, osserva: «La vendita s'è spostata su piccoli oggetti. Hanno riscoperto persino il tostapane, che da anni non si vendeva più. E poi frullatori, macchine per fare la pasta in casa, radioline e registratori. In media, una spesa intorno alle 40 mila lire. Era già eccezionale l'acquisto di un televisore portatile in bianco e nero tra le 130 e le 150 mila». Precisa soddisfatto: «Nonostante tutto, è stato un buon Natale. Nessuno ci avrebbe scommesso un soldo». Abbigliamento — E' questo il neo del commercio, l'unico settore che neppure a Natale riesce a risollevarsi. Commenta il vicepresidente dell'Ascom, Perfumo: «La colpa è del tempo. S'invoca pioggia d'autunno e neve d'inverno e invece splende il sole. Si spera nella calura di luglio ed invece spira aria gelida». Cosi diventano superflui un paio di scarponi da neve o un cappotto nuovo. La moda non conta più e con un paio di jeans si va avanti tutto l'anno. Soltanto in una boutique d'alta moda il proprietario ammette: «Mai venduto tanti capi importanti come quest'anno, tanti abiti da sera così vistosi. Ma dove vanno a finire? A guardarsi attorno, per Torino, siamo tutti vestiti male». Simonetta Conti

Persone citate: Adriano Odone, Giacomo Sbriccoli, Giovanni Perfumo, Giulio Degli Espositi, Giuseppe Menzio, Perfumo, Simonetta Conti

Luoghi citati: Italia, Torino