Un'altra stagione difficile per il vino di Piero Cerati

Un'altra stagione difficile per il vino SONO IN GRAVE CRISI DUE FONDAMENTALI PRODOTTI DELL'AGRICOLTURA ITALIANA Un'altra stagione difficile per il vino Nell'81 si prevedono ancora eccessive produzioni mentre i consumi diminuiscono (84 litri prò capite l'anno in Italia) e si diffondono le adulterazioni e le sofisticazioni BRUXELLES — Anche il 1981 sarà un anno difficile per il vino. I motivi principali sono i soliti: superproduzione, che provoca forti giacenze; sofisticazione - adulterazione; tasse, che frenano le vendite in alcuni Paesi. In Italia, poi, si teme che continui la flessione del mercato, con crollo dei prezzi all'origine e caduta dei consumi. La produzione di vino 1980-81 nella Comunità europea è stata dì 152 milioni di ettolitri (il 97,6% in Italia e Francia) contro i 175 milioni della stagione precedente. Lescorte sono 95 milioni di ettolitri (76 milioni nel 1979-80). Il consumo interno è previsto in 140 milioni di ettolitri, rimarranno quindi disponibili 107 milioni di ettolitri. Considerando normale una scorta di 80 milioni di hi, dovranno essere distillati per assestare il mercato almeno 25 milioni di hi: questo comporterà forti spese d'intervento per la Cee. I distillatori sono gravati da giacenze mastodontiche e da costi conseguenti. In Italia, prima della superimposta le acqueviti erano abbastanza facilmente commerciabili, ora il mercato risente delle tasse elevate e degli alti prezzi; Non apporta sollievo nemmeno il fatto che la vendemmia in Europa (Francia compresa) sia stata debole di gradazione, quindi richieda l'aiuto di mosti concentrati sottratti alla vinificazione: il go- verno di Parigi ha già emanato le norme per lo zuccheraggio, ricorrendo così alla chaptalization dei suoi vini deboliLa Cee ha rimodernato solo in parte dal 1976 le sue norme d'intervento, proprio per far fronte alla grave situazione che andava già delineandosi: oggi può agire con la distillazione preventiva, l'immagazzinaggio a lungo e medio termine, la garanzia di buon fine (prevede la distillazione a prezzo doppio di quella preventiva alla fine dell'immagazzinaggio a lungo termine, che dura 9 mesi, oppure il rinnovo del contratto). Quanto a sofisticazione e adulterazione (la prima è fare un vino con la chimica, senza uva; la seconda, camuffare un vino con tagli sapienti o — in Italia, dov'è vietato — aggiungervi zucchero) in pratica ogni Stato continuerà a agire per proprio conto; non s'è ancora raggiunta una legge europea. Regno Unito e Danimarca, soprattutto, continueranno a mantenere forti imposte sul vino a vantaggio del consumo di birra. Un quadro abbastanza scuro, specie per l'Italia. Al nostro Paese non sono più sufficienti le esportazioni (19 milioni di hi nel 1979, oltre 15 milioni nel 1980: in 9 mesi 1,5 milioni di hi sono stati inviati negli Stati Uniti). Il consumo è In ribasso, sembra abbia1 toccato gli 84 litri pro-capite (i dati sono discordi: certo non si superano i 90 litri all'anno), i prezzi all'origine sono bassi. Quest'ultimo è un capitolo da affrontare a parte: nei negozi compaiono Dolcetti a prezzi fuori misura (4500 lire la b attigua), mentre la pubblicità a vini garantiti come derivanti da uve prive di trattamenti chimici (senza fertilizzanti, anticrittogamici e antiparassitari : sono i vini di regime, di cui si discusse anni or sono in un convegno a Asti) può sconcertare il consumatore e deprimere ancor più le vendite dei vini normali, che rischiano di apparire «pericolosi, rispetto ai nuovi pro¬ dotti che sono in commercio. Vi è poi in circolo una massa anonima di vini, derivata senz'altro da adulterazioni (raro è il fenomeno della sofisticazione), tagli e frodi sulle bollette delle denominazioni d'origine controllate. Piero Cerati Tours-sur-Mame. Secondo gli antichi insegnamenti di Dom Perignon, un esperio vignaiolo francese fa ruotare lentamente le bottiglie di champagne affinché ne fuoriescano le scorie

Persone citate: Dolcetti, Dom Perignon