Il pazzo inverno sconvolge i ritmi della campagna

Il pazzo inverno sconvolge i ritmi della campagna Il pazzo inverno sconvolge i ritmi della campagna La neve, mancata all'appuntamento di Natale e di Capodanno e tanto attesa in questi giorni dagli sciatori e dagli albergatori di montagna, sta diventando preziosa anche per l'agricoltura. Si avvera infatti la previsione del proverbiò che vuole per la durata di 47 giorni il tempo che c'era il giorno di Santa Bibiàna, cioè il 2 di dicembre. Per l'Italia Settentrionale quel giorno era di tempo bello. E tempo bello, cioè cielo terso e temperatura relativamente mite, continuano a caratterizzare anche questo inizio di gennaio. A risentirne in modo particolare sono i campi seminati a grano, i quali soffrono la siccità, oltre al sollevamento della crosta superficiale del terréno per le gelate notturne che accompagnano queste notti serene; sollevamento che porta allo sradicamento delle piantine. L'inconveniente può essere ovviato con rullature di assestamento del terreno. Se questo tempo dovesse continuare ancora per molto, i guai maggiori la campagna li vivrebbe' in primavera e in estate per la siccità, poiché scarseggerebbe l'acqua di irrigazione che la pianura riceve con il disgelo primaverile ed estivo delle nevi di montagna. Se, ancora, la temperatura si mantenesse a lungo sugli attuali alti valori, la natura awierebbe prematuramente il suo processo di risveglio vegetativo e, poiché prima o poi il freddo verrà, le gemme e i germogli subirebbero pericolose gelate, che comprometterebbero i raccolti futuri. I dati statistici e la saggezza dei nostri vecchi danno, comunque, più che probabili copiose nevicate dalla metà di gennaio in poi. Pu.

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