La grande sete del Cuneese l' 'acqua razionata a Boves di Luciano Curino

La grande sete del Cuneese l' 'acqua razionata a Boves Si spera che una bella nevicata risolva la situazione La grande sete del Cuneese l' 'acqua razionata a Boves la secca continuerà bisognerà prendere altri provvedimenti - C'è il rischio di dosospendere l'acqua a quattro industrie - Analoga situazione in tutte le Langhe Se ver DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE CUNEO — La Langa e le belle vallate cuneesi, che in questi giorni dovrebbero essere bianche di neve, sono asciutte, rinsecchite, polverose. Qua e là le fumate degli incendi di boschi. Fiumi e torrenti che smagriscono a vista d'occhio. Una pena. Non si ricorda un altro inverno come questo. Veniamo per raccogliere lamentele e preoccupazioni. A Boves. dove si è dovuto decidere di togliere l'acqua dalla nove di sera alle sei del mattino. La giunta comunale ha preso questa decisione il 30 dicembre e l'ha annunciata con manifesti e altoparlante. Dice il sindaco Giorgio Biarese: «Eravamo preoccupati e ci chiedavamo come la gente l'avrebbe presa. Allora l'assessore ai Servizi sociali Margherita Pepino ha detto: "Non facciamola tanto lunga: la gente capirà. La gente sa bene che c'è di peggio, che nelle zone terremotate manca l'acqua e manca tutto il resto"». E infatti tutti hanno capito: anche quelli più colpiti, i panificatori e i baristi che devono chiudere presto la macchina del caffè. Se la secca continuerà, bisognerà prendere altri provvedimenti. Dice l'assessore ai Lavori pubblici Oreste Pellegrino: «C'è il rischio che si debba sospendere l'erogazione di acqua a quattro industrie e anche a privati che svolgono attività che richiedano grandi quantitativi di acqua». I problemi di Boves sono gli stessi di tutti i centri addossati alla Bisalta. Dice il sindaco Biarese: -La Bisalta non ha grandi ghiacciai, è povera d'acqua, e per la lunga siccità il Tus e altre sorgenti che alimentano il nostro acquedotto calano di giorno in giorno. Ci stiamo accorgendo tutti, adesso, che l'acqua è un bue prezioso e che non va sprecato». Poi, con un po' di ottimismo: «Ma vedo qualche nuvola. Basterebbe una nevicata». Per l'assessore Pellegrino, invece, al punto in cui si è una sola nevicata anche abbondante non è sufficiente. Nelle campagne la preoccu pazione dei contadini è per il grano. Secondo la zona, è alto da due a sei centimetri e «ha le foglioline già fuori». Dovrebbe starsene sotto la neve, alla temperatura giusta, invece è esposto al gelo, e molte piantine potrebbero morire, altre crescere poi patite. E il raccolto risultarne compromesso. Preoccupazioni per il bestiame. Dice Maggiorino Bosio, sindaco di Perfetto nell'Alta Langa, che gli mancano un centinaio di milioni per fare arrivare l'acquedotto a quattro frazioni, e che là per ora si attinge da pozzi che vanno esaurendosi. «/ contadini sono allarmati per la stalla. Hanno un minimo di 10-15 capi di bestiame, ma ve ne sono con un centinaio, e si può mica lasciarli senza bere». Quanto potranno resistere con i loro pozzi se non nevicherà o pioverà? « Una ventina di giorni. Forse un mese». A Perfetto, in altri comuni si sente ripetere la stessa cosa: «La mancanza d'acqua è sempre stato il nostro problema più grosso». Il grosso problema diventa drammatico con la siccità. «La Langa è sempre stata assetata, ma mai si è trovata con cosi poca acqua d'inverno», dice il dottor Giacomo Oddero, presidente della Camera di Commercio della Provincia. Alba ha risolto il problema con l'impianto di potabilizzazione dell'acqua del Tanaro. Il problema resta invece ancora aperto per troppi comuni. Qui l'acqua è preziosa, perché deve essere pompata e costa molto in energia. Un comune come La Morra spende sugli otto milioni l'anno per pompare acqua. «A Milano il consumo d'acqua è di 700 litri giornalieri per persona» dice il dottor Od- dero. «Noi siamo sui 150-700 prò capite. E' vero che Milano ha industrie che consumano molta acqua, ma la differenza resta forte». Dice che l'acquedotto delle Langhe ha un po' sdrammatizzato, negli ultimi anni, la situazione. Per risolvere completamente il problema (per l'Albese, il Monregalese e parte dell'Astigiano) bisogna «reperire» le acque del Col di Tenda: un lavoro del genere costa una ventina di miliardi. Le falde in prossimità del Tanaro si sono abbassate e rion riforniscono più acqua sufficiente. Periodicamente, autocisterne riempono il deposito idrico di Barbaresco e di Neive. Autocisterne, sempre più numerose, anche per portare acqua all'Alta Langa. In molti centri del Monregalese, poiché le riserve idriche vanno esaurendosi, si studiano misure straordinarie per contenere i consumi. A Mondovl la situazione è, per il momento, normale, ma un responsabile dell'acquedotto dice: «Se non nevicherà nei prossimi giorni, e molto, avremo grossi problemi a partire da febbraio». A Chiusa Pesio da una settimana, nelle ore dei pasti, l'acqua scarseggia e non arriva ai piani alti. Comunque, il vero problema non è quello di oggi, quando, dove più dove meno, l'acqua c'è. Magari portata con autocisterne, ma c'è. Il problema sarà drammatico in primavera, in estate, se non venissero presto abbondanti nevicate per rifornire bacini che vanno avuotandosi. Prevale la fiducia. («E'sempre nevicato. Nevicherà anche quest'inverno»). Ma altri, pessimisticamente, il problema se lo pongono. Luciano Curino

Persone citate: Biarese, Giacomo Oddero, Giorgio Biarese, Maggiorino Bosio, Margherita Pepino, Oreste Pellegrino, Perfetto

Luoghi citati: Barbaresco, Boves, La Morra, Milano, Mondovl, Neive