Polonia, ancora agitazioni Walesa escludo l'invasione

Polonia, ancora agitazioni Walesa escludo l'invasione La protesta si estende nelle regioni orientali Polonia, ancora agitazioni Walesa escludo l'invasione Aumentano le difficoltà economiche - A febbraio sarà razionata la carne - Il quotidiano di Varsavia: «I nuovi sindacati sono una forza che deve partecipare alle decisioni del Paese» VARSAVIA — Il leader del sindacato libero polacco, Lech Walesa, si è dichiarato ottimista sulla situazione polacca e ha escluso che il Paese rischi un'invasione sovietica. In un'intervista concessa al quotidiano berlinese Der Abend, Walesa ha detto di essere scettico di fronte alle notizie occidentali secondo le quali la Polonia starebbe per essere invasa. «La situazione qui da noi sta andando in una buona direzione» ha detto. Al giornalista che gli chiedeva un commento alle critiche rivolte da Mosca a «Solidarietà», il leader sindacale ha risposto di non essere interessato a quanto viene pubblicato sulla Pravda, La situazione in Polonia resta tuttavia tesa. Nella parte orientale del Paese, ai confini con l'Unione Sovietica, si susseguono le agitazioni sindacali. A Ustrzyki Dolne, a soli quindici chilometri dall'Urss, una settantina di persone continua a occupare la sede delle prefetture; altre 42 persone occupano quella dei disciolti sindacati ufficiali a Rzeszow: chiedono una equa divisione dei beni dei vecchi sindacati tra «Solidarietà» e i sindacati di categoria. A Ustrzyki Dolne, gli occupanti hanno presentato una lista di quindici richieste, tra cui la fine della repressione nei confronti degli attivisti di «Solidarietà» e la soluzione del problema delle cosidette «foreste chiuse», appezzamenti di terreno adibiti a riserva di caccia. Anche la situazione economica del Paese resta difficile In particolare si prevede che nel 1981 la quantità di carne fornita sul mercato sarà inferiore di 400-450 mila tonnellate rispetto all'anno scorso. Il razionamento sarà introdotto a partire dal prossimo mese. Ieri il quotidiano Zycie Warszawy ha dedicato un lungo articolo alla situazione polacca. «In virtù, degli accordi firmati dagli operai in sciopero e dal governo — scrive il giorna¬ le — sono stati istituiti in Polonia sindacati liberi e indipendenti per difendere gli interessi dei lavoratori. Nella nostra struttura sociale si tratta di un elemento comple'tamente nuovo che non ha l'equivalente negli altri Paesi socialisti». Il giornale aggiunge che «i sindacati liberi, che riuniscono milioni di operai e hanno il diritto di scioperare, sono una forsa che deve partecipare alle decisioni».

Persone citate: Lech Walesa, Walesa