Nuove voci Usa: «Per la Polonia il peggio deve ancora arrivare» di Ennio Caretto

Nuove voci Usa: «Per la Polonia il peggio deve ancora arrivare» Si parla d'intervento russo tra gennaio e febbraio Nuove voci Usa: «Per la Polonia il peggio deve ancora arrivare» Secondo il presidente della Commissione servizi segreti della Camera, l'Urss a dicembre «non era ancora pronta» - Anche il successore di Brzezinski è pessimista - Il «N.Y. Times»: Germania dell'Est e Ungheria contrarie all'invasione DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — L'Unione Sovietica non ha ancora rinunciato a invadere la Polonia: potrebbe farlo tra la metà di gennaio e quella di febbraio, a seconda degli sviluppi a Varsavia. Lo hanno affermato, il primo in maniera indiretta, il secondo esplicitamente, Richard Alien, consigliere dì politica estera di Reagan, futuro direttore del Consiglio di sicurezza nazionale, e il deputato democratico Les Aspin, presidente della Commissione dei servizi segreti della Camera. Aspin ha pubblicato un rapporto dal titolo ammonitore: «Polonia, il peggio deve ancora venire ». Le dichiarazioni di Alien e di Aspin, del tutto inattese, sono state motivate le une dagli attacchi della stampa sovietica alla Polonia, le altre dalla conclusione di un'inchiesta congressuale. Era da circa due settimane che gli Stati Uniti non denunciavano più gli obiettivi sovietici nello Stato satellite. Alien ha definito l'attuale periodo critico «Perché — ha detto — il Cremlino vorrà un chiarimento della situazione in Polonia prima del XXVI Congresso del pcus a febbraio». Il consigliere di politica estera di Reagan ha precisato di non avere informazioni nuove sui movimenti delle truppe sovietiche ai confini polacchi. Ha aggiunto tuttavia che l'Urss non può permettere la nascita di forze politiche come «Solidarietà». Tra la sorpresa generale, non ha escluso che abbia fondamento la notizia secondo cui il Papa avrebbe avvertito Mosca che, in caso d'invasione, egli andrebbe subito a Varsavia. Un avvertimento simile ha commentato, sarebbe un deterrente. Il deputato Aspin ha pre sentato il rapporto con una critica iniziale al presidente Carter. «L'allarme di metà dicembre — ha detto — è nato da informazioni errate dei servizi segreti... L'Urss non era ancora pronta all'invasione, lo sarà a metà gennaio». Ha sottolineato che le manovre militari ai confini polacchi continuano. «Forse il Cremli no non ha ancora preso una ..decisione — ha aggiunto —. Ma quando la prendesse, 72 ore sarebbero sufficienti per la completa occupazione della Polonia. Le probabilità che invada lo Stato satellite sono sempre prevalen ti ». ' Aspin ha citato tre ragioni per cui crede che il destino di Varsavia sia segnato. La prima è che mai, in passato, una volta organizzata un'operazione militare, i sovietici han.•no rinunciato ad attuarla. La seconda è che Mosca vede in «Solidarietà» l'embrione di una rivolta operaia anche nei confini dell'Urss. La terza che la fazione filorussa del pc polacco preme per liberarsi di Kania. Il primo segnale del pericolo, ha concluso, sarà l'intensificazione della cam pagna di stampa contro i po lacchi a Mosca. Esso non do vrebbe farsi attendere: «Do po la metà di marzo, col disge lo, il fango bloccherebbe Va vanzata su quei terreni». Il rapporto di Aspin contra- sta con alcune notizie pubblicate dal New York Times qualche giorno fa dalla Germania Orientale. Citando funzionari del partito comunista tedesco, l'autorevole quotidiano aveva scritto che il Cremlino aveva stabilito di invadere la Polonia «in linea di principio il 6 oppure il 7 dicembre». La Germania Orientale si era opposta, spalleggiata dall'Ungheria, e il Cremlino aveva acconsentito ad attendere gli eventi «per qualche tempo». I funzionari avevano messo in rilievo che nessun soldato tedesco sarebbe entrato in territorio polacco» per non rinfocolare gli odi della guerra. Con il nuovo grido d'allarme per la Polonia l'attenzione è tornata anche sull'Afghanistan. Il primo dell'anno il presidente Karmal ha annunciato la formazione di un «Pronte nazionale patriottico» con cui integrare le tribù e i guerriglieri pentiti» nelle istituzioni governative. Ma diplomatici occidentali a Kabul riferiscono che l'appello è stato respinto dalla maggioranza dei capi. Essi danno anche notizia di sanguinose purghe all'interno del pc, e di continue perdite di vita tra le truppe sovietiche. I soldati russi sembrano convinti di doversi battere con americani e cinesi. Ennio Caretto