Scontro drammatico di Ferdinando Vegas

Scontro drammatico Scontro drammatico La rimozione di Hua Guofeng dalla presidenza del partito comunista cinese spezza, come e stato detto, «l'ultima micila ili congiunzione col maoismo». L'osservazione è esalta se si vuol dire che Hua aveva fami carriera nel solco apertogli da Mao. sino a riceverne la successione, affidatagli da Mao stesso poco prima della scomparsa, con la famosa frase: « \e in lì occupi deitli affari, io sono tranquillo». Da questo a considerare Hua l'erede del maoismo, però, ci corre molto: Hua non brillava di luce propria nella costellazione che ruotava intorno a Mao. non ha illustrato il maoismo né con opere di pensiero né con attività pratiche memorabili. In sostanza, era un dirigente prov incitile salilo al vertice dell'apparato stanile forse perché, come lo definisce un sinologo, era «in primo lno'jo e Soprattutto un opportunista». F. intatti seppe cogliere mólto bene l'occasione opportuna, nella crisi apertasi al momento della successione a Mtto. irti i fautori di due linee opposte: quella di Deng Xiaopìng e quella della «banda dei quattro», i moderali di contro agli Oltranzisti. Siamo cosi al cuore stesso dello scontro drammatico che sta vivendo hi Cina, ben al di là delle questioni personali: uno scontro che è l'ultimo episodio del dibattito di fondo apertosi più di un secolo fu. quando il Celeste Impero subi l'urto degli occidentali. Per resistere occorreva modernizzarsi: ma come? Con l'autorafforztimento o accettando in pieno l'oecidentulizzuzione? Così impostalo il problema e trasferito all'interno del comunismo cinese, appare evidente che Deng e i moderati si collocano stiliti linea della modernizzazione all'occidentale: mentre Mao. almeno il Mao della «rivoluzione culturale», naturalmente sulla base ideologica del marxismo-leninismo e non più del confucianesimo. Mao infatti, dopo un iniziale accoglimento del modello sovietico, non volle inoltrarsi verso la modernizzazione su questa strada «occidentale»; ritenne invece di dover tenere conto della realtà della Cinti. Paese agricolo. Che poi la «rivoluzione culturale», animata da fanatismo ideologico, abbiti portato a gravi eccessi, quesiti è innegabile: si spiega cosi la reazione di segno opposto, cioè la rivincila dei sostenitori del primato della tecnica sull'ideologia (precedenza degli «esperti» sui «Rissi»). Ne è conseguila un'ampia «apertura» della Cina all'Occidente, con aspelli vantaggiosi per le due parli sul piano economico, ma anche con forti rischi per la Cina. L'editoriale di Capodanno del Quotidiano del Popolo, con il richiamo al «perìcolo potenziale» che sovrasta l'economia (la paurosa novità dell'inflazione), è sintomatico al riguardo. Gli accresciuti legami economici dovrebbero ripercuotersi in senso favorevole sul piano politico, tanto più che resiti immutato il conflitto tra Pechino e Mosca: purché l'Occidente sappia fare bene la sua parie (come si comporterà Rctigiin'.') e purché unti crisi economica non produca in Cinti un nuovo rovesciamento di linea. Ferdinando Vegas

Persone citate: Deng Xiaopìng, Mao

Luoghi citati: Cina, Mosca, Pechino