Il giudice non crede di Ruggero Conteduca

Il giudice non crede Il giudice non crede o i , a l o I (Segue dalla 1 * pagina) nicato in cui «esprime sbalordimento e costernazione per il fatto che un giornalista, responsabile solo di avere raccolto informazioni importanti e di averle date al giornale per cui lavora, venga privato della libertà con imputazioni così gravi, e ciò dopo che della pubblicazione era stata esplicitamente e dettagliatamente informata la magistratura». «Per questo — conclude il comunicato — la direzione dell "Espresso mentre si impegna a svolgere tutte le possibili azioni per un sollecito chiarimento del caso, manifesta al collega Scialoja la più ampia solidarietà». Scialoja. che dopo l'arresto era stato rinchiuso in una cella della caserma dei carabinieri del gruppo di Bolzano, è stato subito dopo trasferito a Roma. Oggi sarà ascoltato dal sostituto procuratore della Repubblica Domenico Sica, lo stesso magistrato che ha emesso nei suoi confronti l'ordine di cattura per favoreggiamento personale e falsa testimonianza. Nel tardo pomeriggio di ieri, intanto, il giudice ha nuovamente interrogato Giampaolo Bultrini. l'altro redattore dell'Espresso protagonista della vicenda iniziatasi il 19 dicembre scorso e conclusasi martedì 30 dicembre. La sera del 19 dicembre, infatti, secondo la versione ufficiale fornita e dal settimanale e dallo stesso Scialoja al giudice Niccolò Amato, un (.emissario delle Br» si presentò, dopo aver citofonato in casa di Bultrini. offrendo documenti da parte dei terroristi che avevano in mano il giudice D'Urso. Bultrini. che non si occupa di terrorismo, lo mise in contatto con Mario Scialoja. lo stesso giornalista che ai tempi del caso Moro favorì il «colloquio» di alcuni esponenti del psi impegnati nel partito della trattativa con Franco Piperno e Lanfranco Pace. Scialoja. il giorno successivo (il 20 dicembre) incontrò l'ignoto emissario in un bar di piazza del Popolo (da «Canova») e gli consegnò una lista di una cinquantina di domande: una vera e propria intervista ai carcerieri di D'Urso. Dopo dieci giorni, martedì scorso, le Br si sono rifatte vive facendo recapitare ai due redattori un plico in cui. oltre all'intervista, erano contenuti il verbale di interrogatorio del magistrato «prigioniero» (un manoscritto di 35 pagine) e una foto «Polaroid» a colori in cui D'Urso appare con il volto segnato, la barba lunga e ab¬ bigliato con un maglione sportivo: al collo reca appeso il solito cartello in cui si chiede la chiusura del carcere dell'Asinara. Appena giunti in possesso dei documenti i redattori dell'Espresso avvertirono la magistratura. A controllare il plico si recò il sostituto procuratore della Repubblica Niccolò Amato il quale interrogò anche lungamente Mario Scialoja. Poche ore dopo il redattore dell'Espresso partiva in treno per raggiungere familiari e amici ad Alpe di Siusi. dove intendeva trascorrere il Capodanno e qualche giorno di riposo. Della vicenda vennero informati dai carabinieri anche il procuratore capo Gallucci ed il sostituto Sica, titolare dell'inchiesta sul rapimento D'Urso. Dopo un approfondito vertice svoltosi in Questura martedì scorso e protrattosi fino a tarda sera (vi presero parte oltre ai due magistrati il questore, il capo della Digos. Lazzarini. ed alcuni ufficiali dei carabinieri), Sica decideva di incriminare Scialoja per favoreggiamento e falsa testimonianza. Il magistrato, in sostanza, non solo mostra di non credere alla versione ufficiale fornita dall'Espresso ma accusa anche Scialoja di favoreggiamento per non aver avvertito gli inquirenti di essere entrato in contatto dieci giorni prima con un «emissario» dei carcerieri di D'Ursio. La conferma alle imputazioni contenute nell'ordine di cattura è giunta dal legaie del giornalista, l'avvocato Claudio Emeri, di Bolzano. E' stato lo stesso difensore che nella notte fra il 31 dicembre e il 1° gennaio ha informato Scialoja che i carabinieri lo stavano cercando. Salito nell'appartamento del giornalista ad Alpe di Siusi il legale gli ha parlato brevemente e Scialoja, dopo pochi minuti, presi alcuni oggetti personali, è sceso di casa e si è consegnato ai carabinieri. Nessuna comunicazione da parte della magistratura è giunta invece, fino a questo momento, al direttore responsabile dell'Espresso. Livio Zanetti, anch'egli in montagna nei giorni scorsi per le vacanze di fine d'anno, ma tornato precipitosamente a Roma, dopo aver ricevuto la notizia dell'arresto del suo redattore. A parte qualche nome, infatti, pare che il giudice D'Urso abbia «confessato» ben poco ai suoi carcerieri. Ruggero Conteduca

Luoghi citati: Bolzano, Roma