Dolore fra i colleghi dell'ucciso. Accuse ai politici e ai giornalisti
Dolore fra i colleghi dell'ucciso. Accuse ai politici e ai giornalisti Amici e autorità rendono omaggio alla salma del generale Galvaligi Dolore fra i colleghi dell'ucciso. Accuse ai politici e ai giornalisti «Il dovere e la famiglia erano sacri per lui» - «Finché i terroristi troveranno delle persone che si lasciano ammazzare per difendere lo Stato, il loro cammino non sarà facile» ROMA — Una palazzina costruita vent'anni fa, in una strada che si affaccia sull'ultimo verde tra L'Eur e l'Ardeatina. Al primo piano, l'appartamento dei coniugi Galvaligi. E' una zona, alle spalle delle cooperative dei deputati, dove vivono molti che sono stati nell'esercito o nell'Arma. Le emozioni, che davanti alla vedova e al figlio gli amici del generale assassinato controllano, diventano prorompenti atti d'accusa appena i visitatori escono per strada. Nell'atrio gli inquilini hanno messo mazzi di rose rosse e garofani rosa. «I sentimenti pesano — dice un colonnello in pensione —, perché qui si uccidono i migliori figli della patria. Però gli assassini non sono solo i killers, ma chi manca di midollo spinale per dire basta a questi terroristi che svergognano la nazione-. Accuse ai politici, dunque, ma anche ai giornalisti: mercoledì sera, mentre i cronisti cercavano di avvicinarsi al luogo dell'attentato, un carabiniere che li spingeva vigorosamente indietro ha lanciato la sua critica: «Andate via, andatevene a intervistare le Brigate rosse, questo non è posto per voi-. Il più generoso di ricordi è l'ex prefetto di Roma, Ravalli, che abita nella stessa casa dei Galvaligi. «Lo ricordo fare il giro della Sicilia coi camion in cerca di pane quando ci fu il terremoto del '68. Si dedicava totalmente alle cause che gli venivano affidate. Il dovere per le sue funzioni di responsabilità e la famiglia erano le cose più sacre per lui E tutti questi sentimenti li ha espressi nel testamento scritto nel 76. Pensava all'avvenire del figlio, che aveva scelto la carriera del padre-. Secondo il prefetto Ravalli, i terroristi «hanno un piano scientifico. Dicono: quando tutti saranno disposti a cedere, allora per noi sarà più facile il successo. Ma fin quando troveranno gente che si lascia ammazzare per difendere lo Stato, avranno ancora ostacoli sul loro cammino. La decisione di chiudere l'Asinara è stata una decisione politica e non sta a me giudicarla. E'vero però che non ha dato l'impressione di una gran fermezza-. Nel pomeriggio di ieri, la processione di parenti, amici e colleglli del generale Galvaligi è proseguita presso la Scuola allievi di via Legnano. Qui, subito dopo l'autopsia, è stata esposta la salma, nella stessa stanza che, nel luglio '79, accolse il corpo del colonnello Varisco. Ci sono andati anche il presidente del Consiglio Forlani, il comandante dell'Arma Cappuzzo, il capo di Stato Maggiore De Sena e il sindaco Petroselli. Il presidente del Senato Fanfani si è recato a far visita alla vedova, nella casa di via Segato. s> jj.
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