«L'omicidio è una risposta a Trani nella logica perversa dei terroristi» di Paolo Garimberti

«L'omicidio è una risposta a Trani nella logica perversa dei terroristi» Intervista con il comandante dell'Arma generale Cappuzzo «L'omicidio è una risposta a Trani nella logica perversa dei terroristi» «Le azioni finora compiute dimostrano che le Br sono molto informate» - «La scorta non può dare grandi risultati» - Le cause dei «pentimenti» -1 rapporti tra carabinieri e magistratura ROMA — Per la prima volta da quando ha assunto il comando dell'Arma dei Carabinieri, undici mesi fa. il generale Umberto Cappuzzo ha concesso un'intervista ad un giornale sul bilancio e le prospettive della lotta al terrorismo. L'intervista, svoltasi in due fasi, nei pomeriggi di mercoledì 31 dicembre e di ieri, doveva avere come punto di riferimento la fulminea azione dei «Gis» nel carcere di Trani. Ma, tra la prima e la seconda fase, un altro avvenimento è venuto tragicamente in primo piano, l'assassinio del generale Galvaligi: terribile risposta dei terroristi al «blitz, di Trani? Mentre, sullo sfondo, sono sorti altri inquietanti interrogativi sul caso del magistrato D'Urso con l'arresto del giornalista Scialoja dell'Espresso. «Nella logica perversa dei terroristi — dice Cappuzzo sull'uccisione di Galvaligi — questa—vorxebbe^essere_ una risposta. Ma io mi chiedo: risposta a chi e a che cosa? Si è voluto colpire un simbolo, cioè un elemento legato al carcerario? O si è voluto colpire l'Arma, che con la sua azione a Trani ha risolto una situazione di crisi? Di fronte ad un efferato delitto qual è quello commesso dalle Brigate rosse non posso che esprimere un sentimento di sdegno per la viltà dell'atto, di pietà verso giovani che si illudono di conseguire traguardi di giustizia al di fuori e al di sopra della democrazia, ed un sentimento di riconoscenza per il commilitone caduto, che ha chiuso al servizio delle istituzioni la sua vita di soldato interamente dedicata al bene della Patria». — Il nome di Galvaligi era sconosciuto ai più. La scelta dell'obiettivo conferma che le Br hanno una rete molto efficiente di informatori? «Tutte le azioni finora compiute dimostrano che i terroristi sviluppano una notevole attività informativa nel selezionare i loro obiettivi e in genere tendono a colpire quelli che a loro avviso presentano maggiore vulnerabilità». — E' il problema della protezione e delle scorte. Molti si chiedono perché il generale Galvaligi, in un momento come questo e con un incarico cosi delicato, non avesse protezione. Ma lei, generale Cappuzzo, ha detto una volta che le scorte e le vigilanze devono rappresentare l'eccezione e non la norma se non si vuole fare, senza saperlo, il gioco dell'avversario. Che significa? «Da buon militare io ritengo che nella lotta l'elemento pagante è quello che interviene attivamente. Tutto ciò che è passivo serve si, ma viene sottratto all'impiego produttivo. C'è un rapporto tra aliquote di forze per fini passivi e aliquote di forze per scopi attivi. Se si esagera nel chie¬ dere interventi per scopi passivi non si fa altro che sottrarre forze alla parte che può dare un contributo determinante alla lotta contro l'eversione-.. —Male scorte servono? «Più che le scorte serve un comportamento tale di carattere non ripetitivo che tolga all'avversario ia possibilità di intervenire sulla base appunto della ripetizione di certi atti. Serve, e dà una certa sicurezza, la vettura blindata. Serve anche l'elemento che. nella vettura stessa, è capace di usare le armi a ragion veduta e con efficacia. La scorta in se stessa, nelle grandi città e con il traffico, non credo che possa dare grandi risultati-. — Veniamo all'altro fatto del giorno. L'arresto del giornalista Scialoja. Come giudica il fatto che giornalisti possano essere venuti in contatto con presunti brigatisti se n za avvertire gli inquirenti? «Noi vorremmo che la stampa collaborasse con noi e Paolo Garimberti (Continua a pagina 2 in prima colonna)

Luoghi citati: Roma, Trani