Alla peggio niente paura c'è molta pastasciutta di Paolo Grassi

Alla peggio niente paura c'è molta pastasciutta Alla peggio niente paura c'è molta pastasciutta DICEVA quel grande e indimenticabile conoscitore d'uomini che fu Paolo Grassi che l'italiano medio, quando va all'estero, si precipita subito su due cose: primo, sul quotidiano della sua città, per vedere che film fanno quella sera nelle vicinanze di casa (e rimpiange di non esserci), secondo, sui ristoranti italiani — anche se è in una capitale gastronomica come Parigi — per andare a mangiare la pastasciutta. Il che è verissimo: specialmente per quanto concerne la cucina, preferendo il nostro'connazionale (soprattutto se non è abituato a vivere all'estero), una bella spaghettata ai raffinati piatti della «nouvelle» o delia «grande cuisine», perché troppo lontani da quelli cui è avvezzo. Nel pianeta Berlino Ovest vivono ufficialmente clrc» 5500 italiani che. per lo più. lavorano nel settore alberghiero" e dei ristoranti. Pizzerie, trattorie •_• ristoranti italiani sono oltre 500: li frequentano non tanto i nostri connazionali, quanto i tedeschi di ogni estrazione sociale sui quali la cucina, il vino, il folclore gastronomico nostrani esercitano un fascino nuovo e antico. Da segnalare subito due aspetti negativi ' riscontrabili a Berlino nella maggior parte di quei ristoranti: la pasta «secca» è quasi tutta di grano tenero e quindi sempre scotta (ma cosi piace agli indigeni). Salvo che nei migliori ristoranti, poi. i nostri vini sono di mediocre qualità perché, come è noto, «furbi» esportatori italiani vendono in Germania qualunque cosa: tanto — dicono — i tedeschi di vino non capiscono nulla. . Il più raffinato, anzi altamente sofisticato nell'arredamento e nel servizio, è Anselmo, .Ristorante italiano». Ambiente spaziale, lunare, proiettato nel futuro, tutto argento e cromo dalla facciata esterna ai telefoni, alle poltroncine, ai tavoli, alle suppellettili, alla carta dei vini e dei cibi. Padrone (Anselmo Bufacchi, romano) e camerieri tutti impeccabili nei loro giacca e pantaloni color panna, nell'accoglienza e nel servizio. Carta ricchissima, con circa 150 «voci», molte delle quali sono però varianti su uno stesso tema (11 tipi di spaghetti, 12 di filetti. 9 di scampi). Ottima cantina di vini italiani di ogni regione, scelti con grande cura. Tutto quello che abbiamo assaggiato (Carpaccio — tagliato però un po' troppo spesso —, tagliatelle fresche, minestrone, lumache, piccata al limone, scampi salsa livorne¬ se, altri allo champagne curry e peperoncino) era molto buono. Anche qui. però la pasta- va sempre richiesta espressamente «cotta all'italiani», per evitare il solito stracotto berlinese di farina e uova. Prezzo medio, giudizio in ventesimi: 15 circa. Eccezionale per ampiezza e qualità, la carta dei vini di un altro eccellente ristorante. /; Borbone. L'arredamento è fatto soprattutto con centinaia di pregevoli bottiglie che rivestono i muri delle due sale. Aprite la carta (tedescotta, a forma di botticella) e rimanete di sasso: il primo vino è un Brunello di Montancino (Biondi-Santi) a 14.000 marchi: circa * milioni di lire'. Non c'è che dire, la trovata è geniale, la bottiglia essendo unica, del 1888. Seguono altri Brunello a prezzi più ragionevoli: marchi 12.000 (anno 1891). 7000 (1925) e giù giù sino a 1150 per il 1961 e ai 120 per il 1971. CI sono grandi crus di quasi ogni zona d'Italia e poi buoni rini a prezzi correnti (in Germania). Grande varietà anche nei piatti, con 17 di pasta. 29 di carne, 12 di pesce. Raccomandabili le crcpes ripiene di spinaci molto leggere, il filetto di maiale in salsa alla senape, agli scampi alla Federico II (con salsa alla se¬ nape, panna e cognac) e quelli, chissà, perché chiamati «Principi di Piemonte» visti i loro ingredienti assai poco piemontesi: champagne, curry, estragone, panna. Tra 1 desserts curiosi fichi caldi al pepe e deliziose ciliegine cotte in ottimo rhum scuro. Giudizio sui 14/20.' Simpatica, vivace ed autentica trattoria-pizzeria nostrana è invece il Cfao-Ciao, ove si trovano i migliòri e 1 più ricchi (una trentina) antipasti di Berlino. Poi 18 tipi di eccellenti pizze; pasta limitata per scelte, una (finalmente!) quella fresca cotta a dovere, mentre gli spaghetti sono come al solito collanti. Deliziosi e perfetti pesci e crostacei, carni di qualità. Intelligente trovata dei titolari, i fratelli Francucci (sono qui da 20 anni): si può ordinare qualunque piatto italiano, ovviamente con un congruo anticipo e purché la materia prima sia reperibile In loco. Vini Italiani in quantità limitata e per lo più di (accettabili) marche commerciali. Giudizio sui 12/20. Pinocchio è un'altra trattoria-pizzeria buona e senza pretese, arredata con tutto il folclore rustico italiano, più una serie di pernici, gufi, fagiani, un falchette ed altri uccelli (tutti ovviamente Imbalsamati). Pizze perfette; a un tempo croccanti e soffici. Paste . mediocri. Orande cura nella scelta di buoni vini non .cari. Sui 12/20. Silvio Baridon La vittoria alata dedicata alle battaglie degli Hohenzollcrn

Persone citate: Anselmo Bufacchi, Federico Ii, Francucci, Silvio Baridon

Luoghi citati: Berlino, Berlino Ovest, Germania, Italia, Parigi, Piemonte