Melodrammi per un bell'inverno di Luciano Curino

Melodrammi per un bell'inverno Melodrammi per un bell'inverno C'E' parecchio Wagner nei cartelloni della stagione lirica per il centenario della sua morte. Ma niente Wagner nel cartellone del Comunale di Bologna. Eppure questa ha fama di essere la città più wagneriana d'Italia. Fu la prima ad aprire il suo teatro a Richard Wagner, è stata definita la testa di sbarco, e poi il centro di rapida irradiazione, del wagnerismo nella Penisola. I Tristano e le Isotta, i Sigfridi e altri battezzati con nomi wagneriani, non si contano a Bologna. Uno si chiede perché, proprio quest'anno, qui manca Wagner. Risponde il sovrintendente Giorgio Festi: «Abbiamo dovuto rinunciare a un Tajinhàuser per ragioni di bilancio. Vogliamo chiudere in pareggio, e non potevamo permettercelo. Apriremo la prossima stagione con" Wagner». Anche qui ci sono le cicale e le formiche. Risolto il mistero del cartellone bolognese, vediamo gli altri programmi. Per lo più, allestimenti essenziali, ma ve ne sono anche di faraonici, quasi cinematografici, che sarebbero piaciuti a De Mille. Omaggio a Wagner del Regio di Torino, che per il Parsifal usa un allestimento romano di qualche anno fa. Una prova di resistenza di quasi cinque ore, e nell'intervallo il pubblico assedia il buffet. Parsifal, il puro folle, apre anche la stagione della Fenice. Venezia ricorda in modo particolare Wagner, che qui ha composto gran parte del Tristano e Isotta, ccn l'estatico duetto d'amore, qui è morto. In programma c'è anche il Riemi e. il 13 febbraio, data della morte del maestro, un «Wagner non stop» con una serie di •manifestazioni. La Scala riprende il Lohengrin edizione Abbado-Strehler, Cagliari dà La Valchiria. Genova chiude con il Tristano. Il mercato delle voci wagneriane ha la sua stagione d'oro. Ma tutti i grossi nomi, di cantanti e di direttori, danno prestigio a molti cartelloni, non soltanto di quelli dei teatri italiani. Il loro carnet è fitto di impegni per i prossimi quattro, cinque anni. Lucia Valentlni-Terrani, per esempio, sa già che un certo giorno del 1986 sarà in Cile per il Sansone e Dalila. Sonò cose, queste, che danno una certa fiducia nel futuro. Ancora un'occhiata ai cartelloni per cercarvi motivi interessanti. L'Emani che il 7 dicembre Inaugurerà la stagione scaligera potrebbe diventare «storico» per la direzione di Muti, la regia di Ronconi, gli interpreti: Placido Domingo, Mirella Fréni. Renato Bruson, Nicolai Ghiaurov. La sera dopo Bologna aprirà con una rarissima La Damnation de Faust di Beriloz. Genova vanta una Traviata con Joan Sutherland ed è la sola a ricordarsi del centenario di Zandonai, con Francesca da Rimini. Trieste celebra il centenario della nascita di Antonio IIlersberg con un Trittico. La Semiramide di Rossini apre il cartellone del Teatro Verdi di Trieste e dell'Opera di Roma, qui con le scene di Arnaldo Pomodoro. Il San Carlo di Napoli ha Cecilia Gasdia in un nuovo allestimento de La Sonnambula di Bellini, e ricorda Wagner nel giorno della ritorte con la Messa di Requiem di Verdi. Il grande avvenimento deila stagione del Comunale di Firenze è 11 Falstaff verdiano in coproduzioVie con Los Angeles e Londra. I! Massimo di Palermo (ma 11 teatro è chiuso da nove anni per restauri che non si fanno, si ricorre al Politeama) ha un nuovo Barbiere rossiniano, con regia, scene e costumi di Bussottl. Durante il Carnevale Venezia mette in scena La prima prova dell'opera (1803) di Francesco Gnecco, una parodia degli Orasi e Curiael di Cimarosa. Verona punta sulla stagione estiva dell'Arena (intende superare il record di incassi dello scorso anno, che è stato di sei miliardi e mezzo). Intanto porta a Vienna la sua Aida: dal 6 al 12 dicembre allo Staadhalle, che ha oltre seimila posti, già esauriti da mesi, molti prenotati da italiani, soprattutto dell'Emilia. Sicché da Modena, da ' Carpi partiranno pullman per VAlda a Vienna. Anche la provincia ha la sua lirica, e qui si fanno scoperte impensate. Per esempio, che a Castelfranco Veneto il 9 dicembre, va in scena La scala di seta di Rossini ed è previstala serva padrona di Pergolesi. Il cartel- ' Ione più ricco è quello del Teatro Petruzzelli di Bari. Nel programma del Regio • di Parma; la prima esecuzione assoluta di Vbu Re di Falavigna e, per la delizia' dei verdiani, l'Otello in gennaio e l'Attila in febbraio. Parma è città simbolo della passione sanguigna per l'opera, ha la fama dei suoi «loggionisti», con 180 mila abitanti e ventimila sono spettatori della lirica, e dove vantano: «La musica qui è una cosa seria, esistono davvero tre, quattromila persone che sanno a memoria anche quaranta opere e ne conoscono ogni versione»/ La stagione lirica è avviata e sono incominciate le trasferte verso gli appunta¬ menti del melodramma. Ci sono prenotazioni un po' da tutta Europa per la «prima» della Scala e ci saranno milanesi che voleranno a Palermo per l'Idomeneo mozartiano. Romani che andranno a Genova la sera che canterà la Sutherland. Si cerca nei cartelloni degli altri teatri quello che non si trova nel proprio. Nessuno è mai del tutto soddisfatto e il programma di ogni nuova stagione viene sempre presentato tra polemiche e malumori. Troppi gli stranieri. Poche le voci importanti. Non c'è Karajan. Per sentire Domingo bisogna andare a Milano. Quelli che si aspettano le opere di repertorio trovano che ci sono troppe novità. Quelli che vogliono il nuovo, lamentano che c'è troppo Rigolettó e troppa Butterfly. E poi, quelli che vorrebbero soltanto il recupero del!»i cosa preziosa. Tutti si ritengono insoddisfatti del cartellone, quando è presentato, durante la stagione. Poi. magari capita di vedere tradizionalisti applaudire una «prima assoluta» e innovatori esaltarsi a una Forsa del destino. Luciano Curino