Tu partorirai con dolcezza

Tu partorirai con dolcezza In sala parto una rivoluzione medica e culturale , Tu partorirai con dolcezza / j~^\OTTORE, a chi bl\\ JL>/S0Bna rivolgersi per seguire il corso di preparazione al parto? Perché io e mio marito abbiamo saputo che è possibile partorire in modo "dolce", "non violento"». Questa domanda sempre più spesso viene posta dalle gestanti; la risposta che il sanitario è in grado di dare può essere incoraggiante, ma molto spesso è vaga e sfuggente. Fino a poche decine d: anni fa il parto era' considerato un evento socializzante, vissuto all'interno della famiglia, da cui è stato in seguito strappato per ridurre i rischi. L'obiettivo è stato parzialmente raggiunto: oggi la mortalità materna in Italia è quasi ridotta a zero e quella perinatale (cioè intorno alla nascita) si è molto avvicinata al livelli raggiunti da Paesi come la Svezia e l'Olanda, che nel campo dell'assistenza materno-infantlle sono sempre stati presi ad esempio. Garantita un'adeguata assistenza medica al parto, è sorta negli ultimi anni, anche sulla spinta del movimento femminista, l'esigenza di recuperare il parto come evento naturale, valorizzandone gli aspetti ..umani». Questa esigenza è ancora più avvertita nei Paesi industrializzati, dove l'evento nascita è quasi sempre unico nella vita di una coppia, come dimostra la drastica riduzione della natalità. Per le donne •riumanizzare» il parto significa soprattutto: 1) ridurre e controllare il dolore del travaglio senza necessariamente ricorrere a farmaci; 2) ave- re accanto il proprio uomo o un'altra persona cara; 3) non vedersi sottratto dopo il parto il figlio che per nove mesi era vissuto dentro di loro. L'obiettivo di ridurre 11 dolore e i suol effetti sulla madre, e quindi sul feto, ha portato alla nascita della psicoprofilassi ostetrica (PPO) In vari Paesi europei. Sorsero cosi: la scuola anglosassone del «parto senza paura» di Read, quella rus- sa dei «riflessi condizionati», che poi trovò applicazione nella tecnica del «respiro alitante» proposta da Lamaze in Francia. Un momento di sintesi oltre che di perfezionamento di queste metodiche è stato raggiunto nel training autogeno respiratorio (RAT), che permette di ottenere durante la contrazione uterina un autorllassamento attraverso una respirazione simile a quella del sonno. Le donne hanno compreso che per poter controllare il dolore è necessario essere di nuovo le protagoniste del parto e che ciò può essere reso più facile avendo accanto una persona cara che possa ricreare attorno a loro, in questo momento fondamentale della vita, il calore della famiglia. Fu Leboyer a richiamare l'attenzione, anche In modo poetico, sul primi Istanti di vita del neonato spingendo la coppia a chiedere di avere accanto 11 figlio nell'immediato post-parto e nel puerperio. Si recuperano cosi le caratteristiche del parto a domicilio, almeno nei suoi momenti essenziali. Il rispetto dell'evento nascita costituisce uno dei diritti Irrinunciabili della triade, madre, padre, neonato, al punto da figurare in progetti materno-infantlli, trasformati in legge in alcune Regioni, ma trascurati dalla maggior parte delle strutture ospedaliere. Oggi I reparti materno-infantili, in base alla risposta data a questi problemi, si dividono grossolanamente in tre categorie: a) reparti completamente sordi a queste richieste, perché definite inutili se non addirittura dannose al parto e all'equilibrio della coppia; b) reparti che si limitano a gestire il corso di preparazione psicoprofilattica al parto, dicendo di ritenerlo utile (sicuramente non arreca danno!), ma che non si impegnano affinché la donna possa avere accanto 11 partner e più tardi 11 figlio. In reparti di questo tipo vengono addotti 1 più vari motivi per questo impedimento: un malinteso bisogno di isolare il bambino da eventuali microbi presenti (dimenticando che è la stessa madre a fornire al bambino tutti gli anticorpi indispensabili attraverso l'allattamento precoce); problemi strutturali riguardanti l'utilizzazione del personale sanitario e delle attrezzature; un'equlvocata necessità di consentire il riposo alla madre dopo lo stress del parto. Purtroppo cosi tutti dimenticano che la madre, al termine del cinque giorni di degenza, sarà comunque portatrice degli stessi microbi, e, cosa più grave, si troverà ad avere a che fare con una persona che le risulterà perfettamente estranea, non avendo potuto Imparare a comunicare fin dall'inizio con le sue esigenze. Questa situazione produrrà Inevitabilmente conflitti e tensioni < - CI sono, Infine, reparti che hanno adottato (e non sono più del 10 per cento) 1 principi della psicoprofilassi ostetrica e della umanizzazione del parto, realizzando per motivi contingenti solo una parte degli obiettivi, ma impegnandosi a fianco delle donne per raggiungere gli altri continuando sulla stessa strada. L'essere sordi alla richieste delle coppie è un comportamento dettato dalla paura di certa parte della corporazione medica di perdere potere all'interno della struttura ospedaliera che è stata, fino a oggi, loro regno incontrastato. Attuare in modo parziale, falsamente disponibile, un servizio formale appropriandosi di cer- ti principi e di certe gestualità per potere giustificare 11 loro preteso aperturismo, può essere anche più pericoloso per la coppia e il neonato. Per l'ennesima volta, .si decide per gli utenti. Impegnarsi veramente a fianco delle donne significa, modificando radicalmente il rapporto operatore-utente, essere pronti a mettere in discussione 1 propri atteggiamenti abituali, cercando di capire ciò che è davvero scientificamente giustificato e ciò che è pre¬ testuosamente considerato tale. Diventa quindi doveroso ascoltare anche le domande che ci vengono rivolte, per esemplo, a proposito della posizione da tenere e del presidi utilizzati In travaglio e al parto (perché sempre distesa, se è cosi scomodo? Perché sempre collegata ad apparecchiature elettroniche o ad una fleboclisi se il travaglio sta procedendo normalmente?). Questo genere di rapporto ha inizio attraverso l'impostazione di un dialogo che nasca da lontano, anche da prima della gestazione, dal tanto nominato e poco rispettato «territorio» (che poi sono 1 luoghi dove viviamo), dove una volta, in modo tecnicamente meno valido ma umanamente più autentico, agivano le tanto criticate «ostetriche condotte». Ora le ostetriche, con altri operatori sanitari e non sanitari, hanno recuperato un loro ruolo In quelle strutture, che si vorrebbero onnipotenti, collegate agli ospedali, che sono 1 consultori familiari. Proprio dal consultori può partire un dialogo riformatore che sia in grado di trasformarci (noi sanitari), e con noi le strutture in cui operiamo, adeguandoci alle richieste delle coppie. Forse se questo sforzo, oggi all'inizio, verrà continuato, saremo In .grado di rispondere a quella donna che ha posto la domanda iniziale: «E' semplice, signora, si rivolga al consultorio della sua zona». Giuseppe Battagliare Giuseppe Bulf orti Alberto Caniattl I^e varie fasi del parto. Il feto normalmente esce con la testa dal cavo pelvico, aiutato dalle spontanee contrazioni uterine e dalle spinte volontarie della madre. Subito dopo viene espulsa la placenta Rudìmentale sedia da parto Poslzione accovacciata

Persone citate: Alberto Caniattl I, Leboyer, Read

Luoghi citati: Francia, Italia, Olanda, Svezia