L'industria della giungla

L'industria della giungla Saccheggio ai Tropici: scompaiono le foreste L'industria della giungla OGNI volta che leggiamo un libro, guidiamo l'auto, succhiamo del cioccolato, dipingiamo la casa o prendiamo una medicina, può darsi che stiamo usando un prodotto della foresta tropicale. Per non parlare della cellulosa impiegata nelle fibre artificiali, o della lignina usata nelle plastiche, nei fertilizzanti, nelle ceramiche e nelle resine, le foreste tropicali ci forniscono gomme, lattici, - «anfora, resino, tannini, co-., loranti e altri prodotti industriali, oggi ricavati per lo 'più dàl~petrolio, tanto che alcuni scienziati prevedono che accanto alla petrol-chlmica, per la quale si prospetta la diminuzione delle risorse, si svilupperà la «selvi-chimica». Molti prodotti agricoli sono di origine tropicale e le specie selvatiche affini sono, oggetto di continue ricerche per trovare nuove varietà più produttive o più resistenti alle malattie e alle difficoltà ambientali. Successi sono stati ottenuti per la canna da zucchero e promettenti studi vengono condotti sul mais, ma arrivano anche rmove scoperte: il kiwi, frutto dell'Asia Tropicale, e 15 volte più ricco in vitamina C delle arance; Il «winged bsan», una leguminosa commestibile dalle radici ai fiori e ora coltivata in una cinquantina di Paesi, èra conosciuta sino a poco fa solo da alcune tribù della Nuova'Guinea; una palma tropicale scoperta di recente si dimostra adatta ai terreni marginati e produce olio, frutti, amido, sughero, legno e ottime fibre. Bisógna tener presente che appena l'uno per cento dei circa due milioni di specie selvatiche di piante e di animali che vivono nelle foreste tropicali sono state esaminale sccntificamentc in vista di possibili utilizzazioni. Lo speranze maggiori rlpuRrdànó-'fOrse -1! 'campo, farmaceutico. Una ijidagl-. no ha dimostrato.che il 40 per cento delle medicine oggi usate negli Stati Uniti contiene come principio attivo, isolato o associato, una sostanza naturale o sintetizzala da sostanze naturali, e molte sonodi origine tropicale. Già si 'conoscono piante tropicali per curare la malaria, il diabete, la leucemia, la schizofrenia, l'Ipertensione. Oggi le foreste tropicali umide coprono quasi 10 milioni di chilometri quadrali (la metà dei quali In tre soli Parsi: Brasile, Zaire, Indonesia), nia' sono già ridotte. quasi alla metà dell'estensione originaria. La Pao valuta che esse vengano distrutte o seriamente degradate al ritmo di almeno 114.000 chilometri quadrali all'anno, che corrisponde a 22 ettari al minuto. Ma altri esporli, come Myers. ritengono che una cifra doppia è più vicina al vero. Ciò vuol dire che se questa distruzione continuasse in modo costante e uniforme, in una quarantina d'anni le foreste tropicali sarebbero tutte eliminate. In realtà le pressioni distruttive tendono a cresce¬ re. Anzitutto la popolazione dei Paesi interessati tende a raddoppiare ogni 25-30 anni. Ma più ancora crescono 1 consulti della società industriale. Ad esempio il consumo di legno tropicale nei Paesi sviluppati è aumentato di ben 15 yol.le.ricg|i ultimi 30 aÀ^,.ffl,9Ìftopónc.'ctB.oór^&QqrQa del Sud rifornisce gustati Uniti, è il maggior consumatore; l'Europa ne consuma un terzo del totale). Le pressioni inoltre non sono uniformiti quindi le foreste tropicali in alcuni Paesi.e in alcune regioni spariranno prima delle altre: specialmente in Asia Sud-orientale, in Madagascar, sulle coste dell'Africa Occidentale, sulla costa atlantica del Brasile e In America Centrale. I meccanismi della distruzione delle foreste tropicali sono un infernale Intrico di povertà, sovrappq?. polazlone e sfruttamento esterno. Almeno 150 milioni di contadini praticano ai loro margini — semplicemente per sopravvivere — un'agricoltura mobile basata sul taglio e sull'incendio della foresta, seguiti dall'abbandono del suolo non ' più fertile dopo pochi anni. Ciò provoca quasi la metà del danni globali e in proporzione molti di più in Africa e in Asia. II disboscamento commerciale, che procura le-gname e preziosa valuta estera ai Paesi sottosvilup¬ pati, non segue purtroppo pratiche razloria.il e conservative, ma spiréca .mediamente un tèrziò cjel légno ricercato e per; accedere al pòchi alberi di maggior val">-c_ commerciale arriva a danneggiare '^'degradare fl«ò,ai Ire quarti'flel restante .trenpra spésso^ yjjià nuòvi insediamenXf,' agricoli di sussistenza o'jìiprqdutllvità a breve tarmine, che hanno fatto dire'a un pianificatore brasiliano: ( «E' come distruggere orp'per produrre argentòjf.'j' . , Quanto alle coltivazioni -tropicali estensive xome il caffè, lo zucchero, ft cacao, "esse sono, .cef;làinente,i'remunerative, cosi come gli allevamenti dlrbestiaine — 1 quali, per riforr»fre «Jl.carne le non denutrite popolazioni del Nord.Argerica, sono là causa maggiore della at' tuale deforestazione nell'A« mazzolila bras.ijiana e nell'America Centrale. Ma 1 loro profitti sono pure in buona parte esportati, e i vantaggi per le popolazioni locali sono ancora più scarsi di quelli dei Paesi esportatori. . .., : Con ammirevole iniziativa e una buona |ose,dl ottimismo, il.Wwf e^'Iucn hanno da poco inU-apreso un notevole sforap^per la conservazione e la razionale é durevole utilizzazione delle . foreste tropicali umide. Conscie della scarsità dei loro mezzi e delj[lmiriensità del problemi. ìe due orga¬ nizzazioni — che non sono governative, ma libere e volontarie — hanno stilato una serie di programmi sia su scala-internazionale (inclusione di salvaguardie ' ecològiche nei progetti di aiuto internazionale, elaborazione di normative internazionali per il commercio di prodotti legati alle foreste tropicali, ricerca scientifica e tecnica sugli ecosistemi tropicali), sia relativi e un numero limitato di nazioni tropicali. ■/<LÌÌ.&Paesi africani, 3 asiatici,-7 americani e-nel Madagascar verranno sviluppati e gestiti nuovi pareli! nazionali, verrà addestrato personale naturalistico e forestale, mentre l'opinione pubbliche la classe dirigente saranno inf ormate e sensibilizzate sull'importanza della-conservazione nel determinare uno sviluppo durevole. E' certo una triste situazione, quella presente, in cui un bambino ha la prospettiva di non poter più vedere, nella sua maturità, la giungla — quella straordinaria foresta dei libri d'avventure! che in realtà è uno scrigno molto più straordinario di ricchezze biologiche, una assicurazione contro imprevedibili difficoltà o necessità, un investimento per futuri sviluppi del benessere umano. La sua importanza però trascende gli interessi materiali e spirituali dell'uomo e rappresenta il nucleo vitale e l'ombrello protettivo di tutta là vita sulla Terra. Sarà quindi un segno della maturità morale dell'uomo saperla salvare. Francesco Framarin lemh-onjmonst. FIBRE CAP0CBAMBU'- Per cestijeggiole e paraventi Per corde Per rilinire mobili e per isolamsnli Per mobilitasti OLII PATCH0ULI_ EUCALYPTUS. CROTON LIME ..Per prolumi _ Per pro lumi e medicine per la tosse _Perprofumate dolci e bevande _ Per profumare bevande,gelati è dolci COLLE E RESINE COPALE BALATA LATTICE DELLA GOMMA- . Per pitture e vernici .Perle palline da gol! . Per produrre chetving gum

Persone citate: Francesco Framarin, Myers