La Terra diventa stretta

La Terra diventa stretta Popolazione e risorse: un allarme dal Club di Roma La Terra diventa stretta T? ATTUALE crisi ecoI Xj nomlea ihternazionat le, che è anche crisi di un-intero modello di sviluppo; quello delle società industrializzate e tecnologicamente avanzate, è ormai riconosciuta a livello planetario. I governanti del mondo? si sono finalmente accorti della totale interdipendenza del vari fattori che presiedono alla nostra unica «casa», la Terra. Eppure assistiamo continuamente a vertici, meeting, incontri di capi di governo e di ipolitici che continuano adjavere come oggetto problèmi contingenti, immediati, a breve termine. :. l>a prospettiva di lungo Lperiodo, della previsione, ..sembra essere volutamente lievitata, anche per gli enorjmi problemi che essa com. porta. Nel Duemila, stando ;aìle stime e alle proiezioni delle Nazioni Unite, avremo uria popolazione umana di 6,3 miliardi di individui, nel 2030 di 8 miliardi (cioè il doppio degli attuali) e già oggi un miliardo e 200 milioni di persone vivono in condizioni penose (800 milioni di questi sono in condizioni dlrvita talmente degradate che possono essere definite un insulto alla Uignità umana). Case, strade, industrie, infrastrutture varie, terra per l'agricoltura, mari per la pesca, acqua, aria e suo)o_ puliti, sistemi sociali di assi-. stènza sanitaria e di educazione non si creano dal nulla e non si creano neanche gli spazi fisici per poter inserire queste strutture sul nostro pianeta. Quale futurojbt aspetta? Si è approfondito e parlatola lungo di questi temi nell'ultima conferenza del Club di Roma, tenutasi recentemente a Tokyo, dal ti¬ tolo «Approachlng the 21st Cenlury; Global Problems and Human Cholces». Il Club di Roma è una istituzione informale costituitasi nel 1968 che riunisce cento illustri esperti di tutto il mondo preoccupati per la sorte' dell'umanità nel suo complesso. 11 club, fondato e presieduto da Aurelio Peccei, ha già promosso la realizzazio- ne e la pubblicazione di ben 11 rapporti (11 primo dei quali fu il famoso «I limiti dello sviluppò») che costituiscono . un importante avanzamento, concettuale e concreto, per la revisione del nostro modo di pensare. Le possibili misure per la soluzione dei problemi mondiali, la riforma della società industriale, l'automazione e la società dell'informatica, il problema degli insediamenti umani sono stali 1 temi fondamentali dell'incontro di Tokyo. La Terra ha una superficie complessiva di 510 milioni di chilometri quadrati, dei quali solo circa 150 sono costituiti da terre emerse potenzialmente abitabili dall'uomo (che si riducono ad un centinaio se escludia- mo ghiacciai e deserti). Inoltre il fenomeno «vita» è presente, si riproduce e si mantiene sul nostro pianeta in una Rottile fascia di suolo, acqua ed aria detta •biosfera» e. spessa solo 17-19 chilometri. Moliamoci Kassas, famoso scienziato egiziano e presidente dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, ha prc- senlato a Tokyo una relazione mollo interessante dal titolo «The Global Blosphere: Conservation for •Survii>aU dove, dopo aver sottolineato la situazione in, cui versa oggi la nostra biosfera, ' ricorda come quest'ultima Interagisce con altre due importanti sfere: la tecnosfera (e cioè tutto il sistema u! strutture che l'uomo ha creato nella biosfera, dallo città ai villaggi, dalle industrie alle strutture di comunicazione) e la sociosfera (cioè tutto quel sisle.ma di non-strutture che l'uomo ha adottato per gestire le attuali società). I gravi problemi attuali dell'ambiente naturale scaturiscono dalle contraddizioni tra questi tre sistemi. La cooperazione diventa quindi indispensabile. Ancora oggi l'umanità è divisa in circa 150 Stati-nazione con grandi differenze nella superficie occupata e nel numero degli abitanti. Socdjalmoko, rettore dell'Università delle Nazioni Unite, ha sottolineato a Tokyo l'Importanza della collaborazione fra tutte le strutture che si occupano del nostro domani per ottenere un maggiore effetto su tulta la gente nel mutamento della società. La necessità fondamentale, come ha indicato Aurelio Peccei nel suo messaggio di Tokyo •The Alternative of the Human Future; è quella di stimolare la formazione di un approccio complessivo ai molteplici problemi del nostro pianeta affinché si riesca a indirizzare l'umanità verso l'obiettivo di una società più giusta e più equilibrala. Il potenziale di conoscenza, immaginazione, creativita, innovazione, tolleranza, convlvlalltà, solidarietà presente in ogni uomo e donna devono essere rafforzati. Bisogna, perciò, creare strutture sociali che permettano l'espressione •iella «qualità umana», oggi, secondo il Club di Roma, sotioutillzzata. Dopo il meeting di Tokyo, Peccei si è recato a Pechino, appositamente invitato dall'Accademia delle Scienze, dove ha illustrato l'attività del Club di Roma. L'interesse del cinesi in merito è stalo eccezionale: il popolo che da solo costituisce un quarto dell'Intera umanità si sta sensibilizzando a questi grandi temi e ha creato anche un Istituto di Studi per il Futuro. Gianfranco Bologna SVIZZERO ttttttttft IIHtttttf tfttttff** IHHMH Uno svizzero consuma come quaranta somali 40 SOMALI

Persone citate: Aurelio Peccei, Gianfranco Bologna, Global Problems, La Terra, Peccei