50 anni per la pompa cardiaca

50 anni per la pompa cardiaca 50 anni per la pompa cardiaca E' incominciato quasi cinquantanni fa il lungo cammino che conduce all'eccezionale intervento di cardiochirurgia appena compiuto nella clinica dell'Università di medicina di Salt Lake City. L'operazione ha avuto per protagonista un cuore artificiale impiantato nel torace di un essere umano. Il primo tentativo, di cui si abbia notizia, compiuto per sostituire il cuore con una macchina costruita dall'uomo, risale al 1937. In quell'anno alcuni chirurghi sovietici misero un cuore artificiale nel petto di un cane. ' Vent'annl dopo un cane era ancora di scena, questa volta negli Stati Uniti. A Cleveland, nell'Ohio, venne sperimentato un cuore artificiale in cloruro di polivinile, che mantenne in vita il povero animale per circa 90 minuti. L'intervento di Cleveland fu ideato dall'olandese Willem Kolff e dal giapponese Tetsuzo Akutsu, personaggi di primo plano nella storia del cuore artificiale. Purtroppo l'esperimento era troppo avanzato per quei tempi, e venne considerato dal colleglli con estremo scetticismo. Si deve quindi arrivare sino alla fine degli Anni Sessanta, quando Kolff, trasferitosi tra 1 mormoni dello .Utah, costruisce un cuore artificiale in gomma siliconata, applicabile al vitelli. Nello stesso tempo un altro ricercatore, Yukihiko Nosé. prepara un «cuore» in acciaio. Anche se viene ricoperto all'interno da una membrana di Teflon, questa macchina cardiaca distrugge in breve tempo 1 globuli rossi del sangue. L'apparecchio di Nosé riesce comunque a mantenere. . In vita per 50 ore una pe-. icora. In quegli anni venne proposto anche un prototipo di cuore artificiale funzionante a energia nucleare, che prometteva l'autonomia energetica del meccanismp. Ma le accese polemiche sull'impiego del Plutonio 238, ne impedirono la realizzazione pratica. Fu pure realizzato da Clifford KwanGett, un «cuore» che sfruttava per la prima volta un diaframma mobile per pompare il sangue, e che finalmente non distruggeva i globuli rossi. ' Ma l'avvenimento più significativo del 1969 accadde al Texas Heart Institute di Houston, quando Denton Cooley impiantò il primo cuore artificiale nell'uomo. Il paziente, Kell Karp, rimase in vita per tre giorni, fino a ricevere un altro trapianto di cuore umano. Mori però 36 ore dopo il secondo Intervento chirurgico. Cooley, soprannominato il «mago di Houston», aveva finanziato di persona la realizzazione della macchina cardiaca. Ideata da Llotta e da Akutsu. Dod'oi anni dopo, il 23 luglio 1981, un nuovo modello progettato da Akutsu venne impiantato da Cooley in un uomo. Per 54 ore il cuore di plastica funzionò regolarmente nel petto di un autista olandese, Willebrodus Meufferls. Ma a soli sette giorni di distanza da un secondo trapianto di cuore umano, anche questo paziente muore. Tutte le speranze rimangono cosi legate ai cuore artificiale realizzato nello Utah da Robert Jarvik, della scuola di Kolff (vedi Tutioscieme 12 maggio 1982). Con l'ultimo modello, il «Jarvik-7», un vitello'è vissuto per quasi 9 mesi. Si tratta della stessa macchina applicata al dentista di Seattle Barney Clark. Gianfranco Candelero