Eccezionale affare di cuore

Eccezionale affare di cuore NONOSTANTE LE DIFFICOLTA' L'INVENTORE CREDE NELL'UOMO BIONICO Eccezionale affare di cuore SCHEMA DEL CUORE ARTIFICIALE «JARVIK-7» NEW YORK — Dieci, quindici anni fa, al celebre istituto Sklifasovskij a Mosca, un chirurgo visionarlo illustrava agli ospiti il progetto di una «banca degli organi» per l'umanità. Egli immaginava che 11 cuore, i polmoni, il fegato dei morti fossero preservati per trapianta e. che altri organi artificiali egualmente efficaci venissero prodotti in laboratorio «per soddisfare la grande domanda dei pasienti». «Non è lontano", diceva il chirurgo, -il giorno in cui vivremo fino a 150-200 anni, sostituendo semplicemente gli organi naturali giunti a usura: I suoi macabri disegni, i suoi diagrammi, i suoi racconti sconvolgevano il visitatore. Ma il chirurgo sapeva quello che diceva: si chiamava Vladimir Demichov, ed era uno dei massimi sperimentatori medici della storia, maestro, tempo addietro, di un giovane sudafricano che si faceva rapidamente strada, Christian Barnard. Demichov era noto in tutto il mondo per i suoi trapianti delle teste di cani: pochi sapevano che nel '39 aveva costruito il primo cuore artificiale, un rudimentale muscolo di gomma, che pompava sangue grazie a una dinamo. Oggi, l'agghiacciante visione del chirurgo moscovita si è quasi trasformata in realtà. Nel laboratorio per gli organi artificiali della facoltà di medicina dell'Università dell'Utah, sta prendendo forma la sua •banca». Da esso è uscito il cuore trapiantato giovedì da William Devries nella cavità toracica del dentista sessantunenne Barney Clark, collegato a una grossa pompa da due tubi di due metri ognuno. Qui si sta creando il cuore «elettrautico», ossia il muscolo cardiaco di plastica azionato da un minicompressore d'aria, esterno con una batteria da 5 Volt, che prima del 2000 si potrà portare attaccata alla cintura. Questo è il banco di prova ' di miracolosi occhiali elettronici che daranno la vista ai semiciechi, di ginocchia e gomiti di lega messi in movimento da elettrodi collegati alla corteccia cervicale, di pelle sintetica per riparare le ustioni, di finte arterie.. di reni tascabili. Il laborato¬ rio rappresenta la prima fabbrica «bionica» del mondo, fabbrica di pezzi di ricambio per il corpo umano, precisi ed eterni come il quarzo, migliori, dicono i lo-, ro inventori, di quelli naturali. Il laboratorio è opera di uno scienziato di 75 anni, bianco di capelli, gli occhiali spessi da miope, il sorriso ironico, che da quasi mezzo secolo plasma organi artificiali. Il suo nome è Willem Colff, e la sua fama è legata alla dialisi, la depurazione del sangue inquinato dalle malattie renali. Egli costruì il primo apparecchio nell'Olanda occupata dai nazisti, filtrando il sangue attraverso il cellophane. Allora Colff non salvò nessuno dei suoi sedici pazienti: adesso, grazie a lui. migliaia di uomini sopravvivono ogni anno. ■ Sia William Devries che ha operato su Clark, sia Robert Jarvik, che ha inventato il cuore di plastica, sono allievi di Willem Colff. Devries converti alla «bionica» il giorno in cui il maestro lo persuase che «gli organi artificiali possono funzionare meglio e più a lungo di quelli naturali». Jarvik, che a 17 anni aveva già brevettato un sistema di sutura, rimase affascinato dall'esito positivo degli esperimenti sugli animali. I tre scienziati pensavano ai trapianti sull'uomo fin dal '79: tra allora e oggi, Devries ha raffinato la sua tecnica con un intervento alla settimana su un vitello e su una pecora. L'autorizzazione fu chiesta al ministero della Sanità un anno e mezzo fa. Nel laboratorio Colff, alcuni muscoli cardiaci di plastica battevano — e battono tutt'ora — senza interruzione dall'aprile '78; con uno di essi un toro detto «Lord Tennison» era sopravvissuto otto mesi, e gliene restava ancora uno. I nemici del cuore artificiale — in America una minoranza — hanno paragonato il laboratorio Colff a quello di Frankenstein, e il suo lavoro di pioniere alle ciniche ricerche di un «amorale». Non vi è qualcosa di profano, chiediamo allo scienziato, In questo tipo di trapianto? Non è discutibile, soprattutto, la possibilità, lasciata al malato, di staccare la macchina da cui dipende la propria esistenza con la chiave che gli viene consegnata? «Perché?», ribatte Colff. «L'obiettivo era dare all'ammalato un supplemento di vita senza sapere se Clark sarebbe soprawissu-: to settimane, mesi o anni: i ma egli era consapevole del rischio, e noi siamo in grado già ora di portare a termine, altri sei Interventi. Proibire a noi e a lui di provare sarebbe stato come imporre a ' Galileo di non esplorare le stelle. Il cuore è un muscolo, può essere sostituito come un arto. Noi non partoriamo mostri, tentiamo di guarire eli infermi». Colff definisce «un dove-' re della scienza» costruire organi artificiali: «Peritrapianti non ci sono organi naturali a sufficienza» afferma. «Il mese scorso ben settemilaottocento americani erano in attesa di un nuovo rene, e alla Stanford University, la più celebre clinica per 1 trapianti di cuori naturali, una persona su tre muore perché non si trova 11 donatore». «Non possiamo ripetere il, mistero della creazione» dice Willem Colff. «Ma possiamo andarci molto vicino. Gli istituti come il nostro non sono cosi rari negli Stati Uniti: cito solo la Baylor University, la Clinica pediatrica di Boston, la Scuola di medicina di Bethesda. Neppure la vicenda degli organi artificiali è cosl'reeenté. Per quanto riguarda il cuore, la prima valvola meccanica, quella aortica del dottor Charles Hufnagel dell'Università di Georgetown risale al '52. Il primo «by-pass», o sorpasso di un'arteria bloccata con una vena presa da una gamba del paziente, è del '67: adesso l'operazione viene compiuta 120 mila volte l'anno». «Prevedo già il tempo», prosegue il medico olandese. «In cui il muscolo cardia¬ co di plastica passerà dalla fase sperimentale a quella commerciale. Non credo che nell'ingombrante forma attuale lo innesteremo in più di cinque-dieci pazienti: tra un palo d'anni, assumerà le dimensioni di uno zaino, e si potrà portare a spalla». Steven Nielsen, un tecnl-, co che lavora nel laboratorio, sostiene che tra l'«uomo bionico» — prodotto dell'ingegneria medica — e la tragica creatura di Frankenstein non vi è alcun punto di contatto. «Cuori artificiali portatili sono In costruzione all'Helmholtz In'stitut in Germania e al Thoratech Laboratories in California, per far solo due esempi. Protesi sempre più perfette, che riproducono anche nell'aspetto gli arti perduti e non sono più distinguibili da essi, stanno per liberare le vittime degli Incidenti più gravi dalle loro menomazioni. E pensia¬ mo al miracoli che la chirurgia plastica potrà presto compiere con la pelle sintetica, a proprietà rigenerativa», Colff, Devries e Jarvik sono convinti che la simbiosi tra medicina e tecnologia creerà nel prossimo futuro,' se non superuomini, uomini molto meglio equipaggiati contro le malattie e la vecchiaia. Tra i prodotti di laboratorio che stanno conducendo al cambiamento, essi citano, nella sola cardiologia. 11 «pacemaker», l'apparecchio che regola ormai il battito del cuore di 130 mila americani; il defibrillatore, la macchina che con l'elettroshock impedisce al ventricolo sinistro di impazzire — un'anomalia che negli Stati Uniti uccide 300 mila persone all'anno; 11 «Vad», che agisce come una pompa ausiliaria temporanea del sangue nell'aorta. Ennio Caretto e 7» m 1. Il cuore è costituito da due pompe. Tornando al cuore. Il sangue si raccoglie nell'atrio destro e attraverso le valvole affluisce nel ventricolo. 2. Il ventricolo destro pompa il sangue ai polmoni a bassa pressione per scambiare il dlosmot' siilo di carbonio con l'ossigeno. 3. II sangue ricco di ossigeno dai polmoni si raccof-M glie nell'atrio sinistro. 4. Il ventricolo sinistro pompa il sangue ad alta pressione nell'aorta che lo rimette ìli" circolazione nel corpo. 5. Ventricolo destro. Il cuore artificiale utilizza gli atrii del cuore naturale, ma sostituisce un meccanismo idraulico all'azione pompante dei ventricoli. 6. Ventricolo sinistro. FI cuore artificiale è fatto di Biome r, un materiale plustico. In diaframma in ognuno dei ventricoli si muove in risposta agli impulsi ritmici della pressione dell'aria, in modo che uno spinge il sangue dall'atrio, mentre l'altro consente al sangue di entrare. 7. Per rendere il cuore autosufficientc, una turbina che può alterare lu pressione sul diaframma, rimpiazza la fonte esterna di pressione dell'aria

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