Quando l'uomo creò il tecnezio

Quando l'uomo creò il tecnezio Quando l'uomo creò il tecnezio QUARANTACINQUE anni fa veniva scoperto Il tecnezio, il primo elemento artificiale, che ora ha raggiunto una tale importanza scientifica ed applicativa da meritare un | Congresso tutto per sé (si è svolto a Padova nel settembre scorso). Nella tavola che classifica gli elementi secondo 11 numero atomico dall'I al 92. (dall'idrogeno all'uranio) fi- no al 1937 vi era una casella Vuota al numero 43, ad indi- ■ care che l'elemento corrispondente non era ancora stato isolato. Nessun altro elemento ha una storia cosi interessante: nel 1828 Osan annunciò per primo di averlo individuato e chiamato Polinio. ma non lo ottenne materialmente; da allora altre dieci volte fu proclamata la sua scoperta e sempre fu battezzato con nomi diversi come Pelopio, Lucio, Nipponio ed altri, fino al 1925, quando Noddack e Berg ne descrissero in modo convincente le proprietà e lo chiamarono Masurlo. Ma solo dodici anni dopo due fisici italiani, Segré e' Perrier, annunciarono da Palermo che in una lastra di molibdeno, fatta irradiare a Berkeley con particelle, ; era presente un radioisotopo con tutte le caratteristiche chimico-fisiche del Masurio; questa deve essere presa come la data della reale scoperta dell'elemen- ' to43. Esso infatti può essere solo artificiale perché tutti 1 suoi possibili isotopi sono instabili e, pur essendo sicuramente presenti nel sistema solare all'epoca della sua formazione, ne sono totalmente scomparsi qualche milMi.e d'anni dopo (recentemente se ne è notata la presenza in alcune stelle e ciò ha portato a nuove teorie sulla produzione di elementi pesanti nella materia stellare). Solo nel 1947 l'elemento 43 fu chiamato tecnezio (simbolo Te), per' ricordare che esso era stato il primo elemento prodotto dalla tecnica. Dei 21 isotopi del tecnezio oggi producibili 11 più interessante è peso atomico 99' nelle sue due forme: Tc-99, che con debole radioattività emette particelle beta (ossia elettroni) e si trasforma In rutenio nel giro di centi-, naia di migliaia di anni, e 11 TC-99m, una forma transi¬ toria del primo e che in esso si trasforma in qualche decina di ore emettendo radiazioni gamma. Il metodo, per produrli può essere ancora quello di Segré e Perrier, cioè il bombardamento1 di molibdeno con neutroni: ! ma la maggior parte si estrae dalle scorie del reattori nucleari, dove viene formato in quantità relativamente grandi: un reattore da 1000 Mw produce una ' decina di chili all'anno di Tc-99 e di molibdeno-99, quest'ultimo generatore di' Tc-99m. ! Le possibili applicazioni i del Tc-99 sono di tipo industriale: l'elemento e 1 suoi composti sono buoni inibitori contro la corrosione dell'acciaio; 5 parti per mi-' Itone proteggono l'acciaio "dolce in acqua fino a 250° C; il tecnezio metallico a bassissime temperature è uno del migliori superconduttori che si conoscano. Nella, chimica organica alcuni suoi compost! sono ottimi catalizzatori. , Il Tc-99m Invece è stato il grande protagonista nella medicina nucleare degli ultimi anni: già nel 1975 negli Stati Uniti veniva usato in più del 90% delle indagini mediche «in vivo». , Oggi si può dire che non esista un laboratorio di radiodiagnostica che non utilizzi il radioisotopo Tc-99m. Infatti esso, sotto varie forme chimiche, è 11 più versatile fra tutti 1 traccianti es-> sendo adatto per diagnosi sclntlgrafiche della tiroide, del fegato, del polmoni, del-' le ossa, delle reni, del pancreas, della circolazione sanguigna e perfino del cervello. I radlofarmacl al Tc-99m sono cosi versatili per le sue caratteristiche quasi ideali: l'energia della radiazione gamma che emette è l'Ideale per la rivelazione con le apparecchiature radiodiagnostiche e soprattutto 11 suo perlodp di dimezzamento (cioè il tempo In cui la sua radioattività si dimezza) di 6 ore è sufficientemente lungo per eseguire l'Indagine diagnostica ma abbastanza breve per non lasciare tracce pericolose di radiazioni a lungo termine! nel corpo del paziente. Sorge 11 problema, data la sua breve vita (un radioisotopo esaurisce le sue radiazioni dopo circa 10 volte 11 suo periodo di dimezzamento), di avere la disponibilità continua anche in ospedali lontani dal luogo di produzione; a questo scopo si sfrutta la vita relativamente più lunga (60 ore) dell'Isotopo padre, Il mollbdeno-99, per preparare del generatoci (o -kit») che eluiscono a richiesta Tc-99m per un periodo utile di una settimana. Il mollbdeno-99 è fissato su allumina in una colonnina e, trasformandosi, prò-, duce in continuo Tc-99m; all'occorrenza, nella colonna viene fatta passare una soluzione di cloruro sodico (contenuta in un serbatoio incorporato) che preleva 11 Tc-99m e lo trasferisce, per mezzo di un ago. in una fialetta sotto forma di pertecnetato di sodio. I «kit» per la produzione di questo importante radioisotopo sono ormai diffusissimi e relativamente a buon mercato; ma in Italia la materia prima è tutta di importazione perché, nonostante sia stato scoperto da italiani, di tecnezio nel nostro Paese non se ne produce affatto. Paolo Volpe Schema semplificato di un generatore di Tc-99m: S serbatoio con soluzione di cloruro di sodio; R rubinetto; C colonna di allumina contenente Molibdeno-99 che genera Tc-99m; P schermatura di protezione dalle radiazioni; F fialetta con tappo di gomma destinata a raccogliere la soluzione contenente Tc-99m

Persone citate: Berg, Noddack, Paolo Volpe

Luoghi citati: Berkeley, Italia, Padova, Palermo, Stati Uniti