Quel massacro anglo-boero ha lasciato un'eredità: l'apartheid di Francesco Rosso

Quel massacro anglo-boero ha lasciato un'eredità: l'apartheid Storia di una guerra per la conquista delle miniere d'oro Quel massacro anglo-boero ha lasciato un'eredità: l'apartheid BENCHÉ' dotati di mólto fair play, è probabile che gli inglesi abbiano reagito male a questo libro dello storico irlandese Pakenham che documenta una delle pagine più nere della loro storia coloniale, la guerra an-. glo-bocra che l'autore definisce «la più lunga, costosa, sanguinosa e umiliante, combattuta dall'Inghilter-' ra fra il 1815 ed il 1914». Forse volutamente egli ha trascurato il termine «ferocia», che pure è dominante nello sviluppo di questa vicenda bellica da lui narrata quasi in chiave di romanzo, ma con una documentazione che ha del maniacale. Doveva essere una guerra «dell'ora del tè», una passeggiata di due mesi, :la ottobre alla vigilia di Natale. Si trasformò in un massacro durato quasi tre anni, con migliaia e migliaia di morti fra inglesi e boeri, ma anche di africani, sulla cui pelle si battevano i due contendenti. Tutto incominciò con la febbre dell'oro. L'Inghilterra occupava le colonie del Capo e del Nata!, abitate in maggioranza da boeri. Oltre Kimberley, con miniere che eruttavano diamanti, c'era il Libero Stato di Orange; poco più a Nord c'era il Transvaal. con le più ricche miniere d'oro del mondo, controllato dai boeri, ma abitato in maggioranza da inglesi. Perche non aggiungere alla corona imperiale britannica anche l'aureo Transvaal, pensò il giovane ed ambizioso Arthur Milner, segretario generale delle colonie del Capo e del Natal. Tessendo una ragnatela paziente, egli fece cadere nella sua trappola 11 ministro inglese delle colonie Joe Chamberlaln e l'ostinato Oom Paul Kruger, impedendo loro di sedersi ad un tavolo e sistemare la faccenda degli inglesi del Transvaal. La guerra scoppiò il 9 ottobre 1889 e gli inglesi andarono all'assalto brandendo le spade, come nella «carica dei seicento». Si arrestarono dinanzi all'imprevedibile: le trincee dei boeri che, inferiori di numero, inventarono la logorante guerra di posizione. E quando le supreme gerarchie militari inglesi trovarono 11 modo di sfondare le trincee, i boeri ricorsero alla teoria tuttora valida del «mordi e fuggi», cioè la guerriglia. Poche unità de¬ cise a tutto assediarono col terrore gli inglesi nei presidi e nelle città. Fresco di strage sudanese nella battaglia contro il Mahdi ad Omdurman, arrivò Lord Horatio Herbert Kitchencr, il quale pensò di risolvere il problema applicando la teoria della terra bruciata. Poiché i boeri maschi validi erano tutti alla macchia, nelle fattorie erano rimaste soltanto donne, bambini e vecchi. lx>rd Kltchener l'incendiarlo lece appiccare il fuoco ai campi, alle fattorie, alla boscaglia, cacciò le donne, i bambini, i vecchi boeri in campi di concentramento. Ne morirono decine di migliaia di sete, fame, tifo. I boeri sfuggiti alle retate si vendicavano sugli africani, accusandoli di spionaggio e complicità con gli inglesi. Si vantavano di aver veduto le loro donne tagliare a decine le mani di zulù che incominciarono allora la lotta per l'emancipazione che l'apartheid boero rinfocola tuttora. Il grande massacro si concluse il 31 maggio 1902, venti giorni dopo una furente e sanguinosa insurrezione zulù. I boeri firmarono la resa, ma gli inglesi persero la pace. Il Sudafrica non divenne colonia inglese, ma uno dei Dominions, legame piuttosto lento che i boeri sciolsero nel 1961 proclamando la Repubblica del Sudafrica. Intanto erano morti più di centomila soldati inglesi, forse ottomila boeri in combattimento, e circa ventimila nei campi di concentramento. Il signor Milner, creato baronetto dalla Regina Vittoria, poteva considerarsi soddisfatto. Ma il Sudafrica si prese la sua vendetta; punto dalla tsétsé, egli mori di sonno a Johannesburg nel 1924. Il folto volume di Thomas Pakenham, presentato nella limpida, scorrevole traduzione di Gianni Pilone Colombo, è un tragico album con tutte le fotografie d'epoca; Cecil Rhodes, padrone della de Beers e del diamanti di Kimberley. Oom Kruger combattente eppoi esule in Svizzera, che sarebbe stato cosi utile alla propaganda nazi-fascista contro la «perfida Albione». Slr Alfred Beit, Randlord delle miniere del Transvaal. Wins(,on Churchill, soldato-giornalista che, appena giunto al fronte, si fece catturare dai boeri su un treno blindato. Ma tornò in tempo per raccontare a suo modo le vicende della guerra. Smuts e Malan, boeri già filoinglesl durante la guerra, ed anche dopo. Louis Botha, che succedette a Kruger nella lotta contro gli inglesi. Emily Hobhousc, che scatenò l'indignazione inglese descrivendo 1 campi di concentramento istituiti da Lord Kitchener, il vincitore del Mahdi, di cui scrisse anche Emilio Salgari. E' un libro di molte pagine, e che tuttavia affascina per la tragicità degli avvenimenti e per lo stile teso, sempre sopra il rigo, di cui si vale l'autore per rendere affascinante anche la lettura delle razioni d'acqua, o del numero dei muli e del bestiame perduto durante la ..drole», ma sanguinosa guerra anglo-boera. Francesco Rosso Thomas Pakenham «La guerra anglo-boera» Rizzoli, pagine 700, lire 45.000. I In'iHiniHgim' della gui'ir» anglo-boera

Luoghi citati: Inghilterra, Omdurman, Sudafrica, Svizzera