Una scrittrice negra dà all'America il senso del passato di Furio Colombo

Una scrittrice negra dà all'America il senso del passato Toni Morrison, un caso letterario, dopo Ellison, Wright e Baldwin Una scrittrice negra dà all'America il senso del passato NEW YORK — n problema non è apprezzare i libri di Toni Morrison, che a cinquantanni si è guadagnata il ruolo e l'immagine della «maggiore scrittrice negra in America», ha ricevuto il premio nazionale della critica letteraria con The Song of Solomon (il suo terzo romanzo) ed ha raggiunto e mantenuto una indiscussa posizione fra i best-oellers nazionali con il quarto libro, Tar baby. Il problema è rispondere alla domanda: da dove viene questo suo modo di scrivere ampio e armonioso, che ha il passo della leggenda, la forza di una cultura antica, eppure sembra generare i miti e le radici da cui discende? Dicono i critici: era più facile con Baldwin (Giovanni'« room), con Wright (Ragazzo negro), con Elllson (L'uomo invisibile). Narravano vita e avventure (cioè dramma e disperazione) dell'esistenza negra in America, a partire dalla cultura bianca. Erano voci limpide e razionali che sembravano filtrare la cultura di Harvard, la pacatezza e il distacco tipico dell'intellettuale, una grande passione civile. Avrebbero potuto essere scritti da un bianco questi libri? Qualcuno dice di èli perché la cultura è comune, e il giudizio discende da quella tradizione giudaicc-cristiana che negli Anni Sessanta ha dato impeto al movimento per i diritti civili. Probabilmente è una risposta ingiusta, e infatti basta a negarla una semplice controprova. Nessuno, tranne Baldwin, Wright o Ellison ha scritto quei libri. Bianchi, se mal, in termini culturali, sono stati Leroi Jones, che anche nella sua trasformazione in Amid Barraka ha mantenuto un legame con l'avanguardia politica di tipo brechtiano, o Angela Davis, che con la sua ■rilettura» in chiave marxista-europea del problema negro in America si è posta ad anni luce di distanza dalla vita quotidiana sua e della sua comunità Ma Toni Morrison non discende né dal firmamento fisso (i tre grandi che abbiamo appena nominato e che finora sono stati «la letteratura negra in America»), né dalla rivoluzione «bianca» degli intellettuali negri degli Anni Sessanta, n senso grandioso e mitico della sua narrazione può ricordare Eugene O'Neill, 11 richiamo che O'Neill sentiva per il mito greco, la capacità di dare a un mondo senza storia come l'America il suono di radici antiche. La letteratura del Sud ha fatto questo, da Carson McCullers a Faulkner. Toni Morrison viene dal Sud (è nata in Ohio, ma la sua famiglia si era appena trasferita a Lorain dall'Alabama e ha rovesciato su lei bambina tutto il fardello — che lei adesso riconosce — della cultura orale dei negri del Sud). Ma neppure questa risposta, o questa affinità regionale basta a guidare nel mondo di Toni Morrison e della sua incarnazione nuova e diversa dell'essere negro in America. Toni Morrison è donna, negra e scrittrice, una delle ragioni che la-induce spesso ad aprire la conversazione con chi la intervista citando la vecchia barzelletta dell'astronauta che ritorna dallo spazio e confessa: -51, Dio esiste. E' una negra-, Le preme infatti notare che le due barriere (donna e negra) sono state altrettanto dure da superare per esistere come scrittrice. Anche Nikkl Giovanni, la voce più nota della poesia negra degli Anni Sessanta, è una donna, come Alice Childress, Gwendolyn Brooks, Margaret Walker, Lorraine Hansberry. Ma Nlkki Giovanni è negra nei temi della sua poesia di protesta, ben poco nella cultura, è il prodotto classico e raffinato di una buona università. E le altre scrittrici donne hanno avuto — tutte — un destino diverso dai grandi scrittori negri. Per ragioni che forse non appartengono tutte alla critica letteraria (questa almeno è l'opinione di Toni Morrison) la loro voce non è mai uscita da un miniculto della borghesia negra. Non è andata né in basso, verso la massa negra del ghettti, né fuori, verso la vasta opinione bianca. Vuol dire che Toni Morrison è una scrittrice negra per negri, ma con prestigio infinitamente più solido c ampio delle donne negre che l'hanno preceduta nel me¬ stiere di scrivere? Neppure questo è vero. A Brooklyn e ad Harlem c'è chi propone di intitolare al suo nome una scuola elementare:: o una scuola media. Ma è dubbio che 1 giovani e la gente comune di quelle strade conosca il suo nome. Lei stessa, redattrice di una grande casa editrice come Random House (1 suoi libri però 11 pubblica Knopff) e abituata alle ricerche di mercato, non ha esitazione a dire che i suoi lettori sono bianchi, in parte grandissima. Eppure non lo è 11 suo modo di scrivere anche se Toni Morrison ha le carte in regola almeno quanto 1 grandi che l'hanno preceduta, quanto a credenziali della cultura bianca. E', come abbiamo detto, redattrice di una delle case editrici più prestigiose, insegna all'Università di Yale, è membro dell'Accademia delle Arti e delle Lettere, del Consiglio nazionale delle Arti. Lei dice, puntando con passione verso il femminismo per offrire un autoritratto: 'Ma come la grande maggioranza delle donne negre non ho un marito, ho due figli e me li sono allevati da sola, lavorando, insegnando, scrivendo*. Evoca cioè il grande stereotipo a cui anche Baldwin, anche Le Roy Jones si sono spesso rivolti per dare dimensione più ampia alle loro storie: il ruolo straordinario della donna' negra nella società post-schiavista, che aveva spezzato la capacità di moltissimi uomini di essere capifamiglia legati a una sola vita e a un solo dovere. Ma questa spiegazione non basta. Non c'è niente di sociologico e ben poco di storico, nel senso razionale e «bianco, della parola, nella letteratura di Toni Morrison. Quello che in Sula, in The Song of Solomon o in Tar baby lei ci rivela è un deposito profondo di tradizione, immaginazione, fervore, magia, che è rimasto rigorosamente separato dalla cultura bianca, che le famiglie come la sua (un nonno vagabondo, una nonna ferrea) si sono trascinate dietro nella cultura orale vagabondando dal Sud verso il Nord, che il padre e la madre, appena raggiunto il limite basso della «classe media», avevano cercato di seppellire sotto le buone maniere del vivere americano. La fenditura a cui Toni Morrison rivolge la sua attenzione e passione va cosi in profondo dentro l'anima di una antica e ignota cultura negra da risalire oltre il Gesù della tradizione cristiana negro-americana, oltre la religiosità fervida ma difensiva dell'ultimo secolo, e certamente molto al di là della visione pacata e rasserenante che Martin Luther King voleva offrire come terreno di riconciliazionéT per i bianchi ed i negri. Questo genere di superamento era stata una speranza di altri scrittori, in nome di una rivoluzione e di una rottura col mondo bianco. Hanno tutti fallito perché invece di trovare un'anima negra più antica del mezzi di comunicazione di massa, hanno ricevuto e trasmesso irrilevanti messaggi culturali da un'Europa che L negri non li aveva mai conosciuti (o li aveva repressi altrove, nel colonialismo, in Africa, ma fingeva nobilmente di non saperlo). Come recupera Toni Morrison il magico e l'irrazionale? « Ti lasci irrorare — lei dice — come una pioggia*. Eppure il suo controllo è implacabile. Come tutti i grandi scrittori segue una passione e una voce. Ma è tanto sensibile e pronta nell'.-.scoltare quanto è rigorosa nel restare a distanza. Toni Morrison non perde mal di vista il luogo e il tempo dal quale scrive e la capacità di sentirla e capire del pubblico per cui scrive. Poiché le piacciono le parole di una certa cultura magica, lei direbbe di sé che è «una medium», cioè la messaggera innocente di cose lontane e profonde che hanno radici oscure ma hanno bisogno di una mano che allenti il groviglio. La sua operazione è, certo, di avere liberato, insieme, tre grandi filoni. Quello della cultura (o pre-cultura) degli schiavi, cosi come è giunto a lei dalla famiglia nomade, in una tradizione basata sulla parola, la conversazione, la leggenda, 11 canto. Quello degli Stati americani del Sud in cui drammi e tensioni sono facilmente saliti a una temperatura epica ignota in altre parti d'Ame¬ rica. E quello di un altro nomadismo negro sfuggito del tutto alle regole della razionalizzazione bianca, le isole dei Caraibi, la schiavitù, la liberazione anomala, la febbre di leggende mal finite e di emancipazioni mai conquistate. Nella Morrison la parola ha la stessa funzione della cultura orale, cioè è tutto. In un certo senso è sempre dialogo. O perché alla funzione dialogante (o monologante) del personaggi viene dato un ruolo grandissimo. O perché anche la descrizione in terza persona dello scrittore narrante si lascia appropriare dal tipo di fantasia, immaginazione e qualità verbale che sono proprio dei personaggi. 'Tutto mi tiene dalla vita e dal passato. Lio colto, universitario e newyorkese che scrive, funziona nei miei libri come un archeologo sopra un mucchio di rovine: le riporta in vita cercando di capire anche le cose non dette, preoccupato di non trascurare niente, ansioso di non alterare quella che era forse la vera immagine: •Non c'è il ghetto nei miei libri perché le mie radici sono al di là del ghetto*, dice la Morrison. Anche se l'affermazione è vera soltanto in parte (in luogo del ghetto urbano quasi sempre c'è la cultura ghettizzata e più antica della campagna), la forza e la originalità di Toni Morrison sembrano risiedere nella capacità di leggere al di là del segni immediati, ma senza scartarli, di capire oltre le forme convenute delle comunicazioni di oggi, ma senza ignorarle, di risalire alle radici di un grande dramma senza dimenticare il «qui» e 1'«adesso». «Ce una grande curva nel fiume della scrittura negra*, dice la scrittrice e critica Jean Strouse. Toni Morrison ha spinto le barriere narrative di là da certe convenzioni della letteratura bianca, ha aperto la strada verso la cultura sommersa dei negri. Il suo viaggio sembra una riscoperta del tempo e invece è una rivelazione di un presente non cristiano, non bianco e non urbano che la letteratura americana aveva sempre preferito dimenticare o non conoscere. Furio Colombo Toni Morrison in un'immagine con il figlio

Luoghi citati: Africa, Alabama, America, Brooklyn, Europa, New York, Ohio