E adesso si scopre nel fascismo un feuilleton alla Dallas di Lietta Tornabuoni

E adesso si scopre nel fascismo un feuilleton alla Dallas Libri, interviste, tv: si sfoglia l'album di famiglia del «ventennio» E adesso si scopre nel fascismo un feuilleton alla Dallas Le opinioni di due storici. De Felice, biografo di Mussolini: «E' caduta la demonizzazione del fascismo. E alcuni uomini del duce esercitano il fascino di autentici personaggi». Paolo Spriano, studioso del pei: «Qualche libro fortunato non basta a costituire una tendenza. Ma nessun giornalista ha mai scritto biografie dei leaders antifascisti» ROMA — Prevede Renzo De Felice, il maggiore storico di Mussolini: «Continuerà almeno per.tutto il 1983, anno del centenario della nascita di Mussolini: l'interesse storico e civile verso il fascismo è divenuto curiosità di un pubblico più vasto verso i personaggi fascisti intesi anche nel senso ■ più spicciolo^. Avverte i Paolo Sprlano, storico del1 movimento operaio e del partito comunista Italia- ' no: -Andiamo piano. • Un'ondata di moda non è un fenomeno di costume, cinque-sei libri fortunati non bastano a costituire una tendenza-. Ma la vita privata, i grovigli psicologici, le memorie familiari, i sentimenti dei Mussolini e dei Savoia nel tempo fascista invadono i «media» e un'editoria già molto nutrita di biografie giornalistiche dì gerarchi fascisti. La sottostoria, gli amori, le vicende domestiche e il pettegolezzo intorno alle due famiglie ex regnanti d'Italia, cui da trentasette anni i rotocalchi hanno dedicato un'attenzione costante, si nobilitano in volume: e spesso gli autori sono gli stessi giornalisti che di quei personaggi si sono occupati durante tutta la loro vita professionale. Frau von Weber, vita e morte di Mafalda di Savoia a Bucìienwald, di Renaio Barneschi, è in testa alle classifiche dei libri più venduti. Per Bompiani, Silvio Bertoldi sta preparando una biografia di Umberto di Savoia, e Anita Pensotti una biografia di Rachele Mussolini; per Rizzoli Antonio Spinosa, già autore di Starace, prepara /figli del duce, identificando ed elencando almeno quattro Illegittimi; Claretta di Roberto Gervaso, biografia dell'amante tragica di Mussolini, è un successo editoriale, e Pasquale Squitieri intende ricavarne un film interpre- tato da Claudia Cardinale. Vittorio Mussolini parla del padre alle tv privata e pubblica. Le interviste televisive a Vittorio, Edda e Romano Mussolini condotte da Nicola Caracciolo sulla seconda rete della Rai-Tv nell'inchiesta a puntate Tutti gli uomini del duce suscitano polemiche: sarà proprio 11 caso di raccontare il dittatore ignorandone i crimini politici, e lasciandolo descrivere dai figli soltanto come un caro papà? Si tratta di un'operazione di distaccata obiettività di fronte a personaggi ormai remoti come statue d'un museo delle cere, oppure d'una resa della cultura antifascista, d'una regressione conformista alla moda? Soprattutto: perché tanto interesse al «lato umano» fascista, e perché proprio adesso? Nel corso del tempo è caduto un interdetto culturale, dice Renzo De Felice: «E'caduto un tipo di demonizzazione di Mussolini e del fascismo. E' caduta l'idea che tutto guanto è avvenuto allora fosse radicalmente diverso: ' oggi si tende a pensare che, specialmente in un certo tipo di vita media, esista continuità tra fascismo e postfascismo'. Paolo Spriano non vede alcuna demonizzazione, nega che la storiografia di sinistra abbia affrontato il periodo fascista con faziosità manichea: « Una storia dell'Italia nel periodo fascista come quella di Salvatorelli-Mira o la storia dell'Italia contemporanea di Candeloro, tutto sono tranne che faziose. Diciamo piuttosto che gli storici di sinistra hanno spesso ■ mostrato indifferenza verso il periodo fascista, hanno preferito occuparsi del movimento operaio, del pensiero che il fascismo aveva sommerso o soppresso». Nell'agosto 1943, appena dopo la caduta dì Mussolini, le edicole romane già vendevano furibondi pamphlet popolareschi su Mussolini e la Petacci, magari intitolati II boia e la sua troia. Dal 1948, mentre i rotocalchi alimentavano la loro saga familiare mussolinlan-sabauda, fortunatissima e interminabile quanto Dallas, politica e cultura hanno assunto rispetto al fascismo atteggiamenti diversi. L'orrore, la condanna e quindi la rimozione negli Anni Cinquanta, quando il fascismo poteva rappresentare ancora un rischio politico reale, quando occorreva avvezzare alla democrazìa . tanti italiani tenacemente fascisti. Negli Anni Sessanta, un ritorno di Interesse che tendeva a vedere del fascismo 11 lato ridicolo più di quello allarmante o feroce. Dagli Anni Settanta, una moda ambigua che mescola tante componenti: il gusto del kitsch; l'identificazione a volte dolente d'una continuità non politica ma verificabile nelle strutture statali, nell'antropologia nazionale, nei comportamenti della classe dirigente; la voglia di quelli che vissero da bambini l'estremo tempo fascista di risalire al passato e di capirlo, adesso che sono quasi vecchi. Ma quale genere di fascino possono esercitare su lettori e telespettatori i protagonisti fascisti? Dice De Felice: -A volte, il fascino che esercitano gli autentici personaggi. Quella di Claretta Petacci è una gran storia d'amore e di morte. Pavolini è una personalità interessante: un juomo colto, di buona famiglia, un moderato che diventa ferocemente estremista... Starace è una maschera da commedia, ma resta un tipo abbastanza straordinario». Spriano dice che non si può fare d'ogni erba un fascio: la storia della giovane principessa reale Mafalda morta in campo di concentramento nazista non somiglia affatto alla storia della popolana Rachele Mussolini morta di vecchiaia nel suo letto. Ma è vero che i protagonisti fascisti hanno vissuto l'ultima tragedia, a volte il più grande fumetto della storia italiana contemporanea-. Fino al sangue delle stragi, del terrorismo e dei servizi segreti, fino all'emergere dei baroni ladri alla Sindona, Caltaglrone o Calvi, la democrazia e l'antifascismo non hanno presentato drammi né protagonisti che possano risultare interessanti quanto quelli del fascismo? Secondo Spriano, rispetto agli eroi dell'antifascismo vi è davvero stato un interdetto culturale e politico, esteso anche alla scuola: «La de mise la sordina all'antifacismo e ai suol protagonisti, e la cultura si adeguò. Nessun giornalista ha mai scritto per il grande pubblico una biografia dei Rosselli, personaggi ricchi, avventurosi, eleganti, uomini d'azione, esiliati, assassinati; e neppure di Nenni, protagonista dalla vita appassionante. Ma erano gli stessi leaders dell'antifascismo a mancare di protagonismo, a volersi sentire parte di una massa; e avevano pure molte cautele politiche e partitiche nel parlare di sé, delle tante esperienze straordinarie su cui in certi momenti pareva magari consigliabile tacere. Soltanto intorno a Pertini s'è creato una sorta di mito: in fondo, è l'unico-. Docenti universitari, 1 due storici concordano nel constatare l'indifferenza e lontananza dei giovani e giovanissimi verso i Mussolini, i Savoia, il fascismo: «Non se ne interessano, non gliene importa assolutamente nulla-. E della pubblicistica recente sulla vita privata del protagonisti del fascismo De Felice dà un giudizio severo: «Ti chiedi: ma perché perdo il mio tempo a leggere questa roba? E' sempre nella speranza che qualcuno tiri fuori qualcosa che documentariamente sia nuovo, .interessante: invece non capitamaU. Lietta Tornabuoni Vignetta satirica di Scalarini

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