Da domani Israele e Libano trattano sull'occupazione di Giorgio Romano

Da domani Israele e Libano trattano sull'occupazione Il primo incontro avverrà a Khalde, vicino Beirut Da domani Israele e Libano trattano sull'occupazione Nelle montagne dello Chouf non c'è stata tregua per Natale - Le parti si affrontano con diffidenza - Pochi turisti in Terrasanta NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE TEL AVIV — Il governo, dopo aver ascoltato diverse relazioni sui contatti col responsabili libanesi, ha approvato l'apertura formale delle trattative domani a Khalde, a Sud di Beirut; la seconda seduta dovrà at>er luogo giovedì a Kiryal Shmona nell'alta GaliIca. La delegazione israeliana è di sei membri, tre civili e tre militari, e sarà guidata dal direttore generale del dicastero degli Esteri, David Kimche. Sussistono ancora un certo numero di interrogativi e anzitutto quello della sicurezza della regione di Khalbe ove si sono estesi negli ultimi giorni aspri combattimenti tra cristiani e drusi. Secondo la radio della Falange l'esercito israeliano ha preso posizione sul litorale tra i miliziani drusi e le forze cri¬ stiane per cercar di calmare gli spiriti; ma questo ha fatto ripetere in certi ambienti di Beirut che gli israeliani istigano gli scontri tra cristiani e drusi nella regione, «per rimandare le conversazioni e prolungare l'occupazione del Paese». Del resto la persistente presenza delle truppe israeliane nell'area è stata ieri criticata anche da alcuni ministri a Gerusalemme. Nelle montagne dello Shouf, secondo la radio di Beirut, non c'era tregua di Natale e lo scambio del tiri delle artiglierie è continuato nella regione di Aley fino a un'ora avanzata della notte tra sabato e domenica: è in questo settore che due soldati israeliani sono stati feriti la sera del 25 dicembre. Si deve segnalare anche un grave incidente a Tiro, dove una vettura carica di esplosivo è saltata in aria; due abitanti sono stati uccisi e non si sa ancora se si tratti di un attentato o di un regolamento di conti. 1 libanesi affermano che gli israeliani hanno posto nuove condizioni inaccettabili per il governo di Beirut e il presidente Gemayel, ette ha incontrato linviato americano Morris Draper nel palazzo di Baabda, si è mostrato pessimista davanti all'insistenza degli israeliani di discutere questioni politldie, come la normalizzazione del rapporti, accanto ai problemi meramente militari connessi col ritiro di tutte le forze straniere e conseguenti accordi di sicurezza. Gerusalemme nega di aver posto nuove condizioni. In Israele — dove aumentano le critiche per l'atteggiamento di Sharon, die sono state esposte anche dai ministri Zippori e Madai — molti si chiedono chi siano gli interlocutori libanesi coi quali Sharon si è vantato di oi>er stabilito contatti. Si sono fatti vari nomi: quello di Fadi Freni, comandante della Falange; quello di Elie Hobclka, già capo dei servizi di sicurezza della Falange, e quello di Etienne Sakr, presidente del piccolo movimento naztonaltsta «/ guardiani dei cedri-, ma nes-, suno di questi nomi è convin-i cente e non mancano coloro i quali ritengono che le dichiarazioni di Sharon, fatte durante l'assenza del ministro Shamlr, avessero l'intento di voler gestire tutta la trattativa e di far credere che aveva già predisposto un piano di lavoro. Da Beirut si segnala die il premier Wazzan si è dimostrato contrarlo all'apertura Resta il fatto che le parti continuano a guardarsi con diffidenza e sospetto e che Gerusalemme aveva annunciato che migliaia di cristiani libanesi sarebbero giunti, via mare e via terra, per le feste natalizie a Nazareth e soprattutto a Betlemme (ed erano stati fatti grandi preparatila per le accoglienze), mentre sono arrivati dal Libano appena cento pellegrini, il che lia contribuito a far svolgere in tono minore le solennità di Natale. Giorgio Romano

Persone citate: David Kimche, Elie Hobclka, Etienne Sakr, Gemayel, Morris Draper, Nazareth, Wazzan