Natale, due giorni tra festa e sofferenza

Natale, due giorni tra festa e sofferenza Natale, due giorni tra festa e sofferenza Preceduto da una vigilia che. per molti versi, è stata assai diversa da quelle degli anni passati, è arrivato Natale ed è scivolato via. Poche feste, poco di tutto ciò che la tradizione ha legato alla festa più religiosa eppure più «pagana» del calendario, fatta di spese, di regali, di pubblicità martellante Molto di paura, di incertezza, di povertà, se la parola non spaventa. Oh, non che i ricchi non siano sempre ricchi e. quindi, nemmeno sfiorati dalla crisi. E' che i poveri son sempre più poveri e coloro che fino a ieri erano il «ceto medio», la ..nobiltà operaia», come qualcuno ha inventato negli anni del boom, oggi son quelli che più di ogni altro stanno di fronte alla crisi e la combattono. Qualche volta vincono, più spesso perdono. Qualcuno, il più debole, muore. Muore come la vecchietta in solitudine, che non ce la fa a passare quella «festa» che non è neppure più un nome, per lei. Muore come l'uomo che trova rifugio a chissà quali angosce in un cinema porno, proprio nella notte dei doni, ed è stroncato non si sa bene se dall'emozione o dalle lacrime che si versa addosso. E poi ci sono quelli che muoiono «per caso», come la guardia carceraria ammazzata dal collega, un «incidente», dove un ragazzo di vent'anni scarsi ci lascia la vita ed un altro, appena più • vecchio», rimane col rimorso. E poi quelli che muoiono per strada, nelle lamiere d'una macchina che si schianta, come capita tutti i giorni, solo che • questo» giorno è Natale ed a Natale non si dovrebbe morire. E poi ci sono quelli vivi, ma che di festa ne vedono proprio poca, come gli operai che hanno fatto l'albero colorato in fabbrica e 11 stanno, a difendere un posto che traballa sempre più. Portano l'eco di tante bandiere ormai chiare come le aurore d'estate, da rosse che erano prima. Portano eredità di nomi come Emanuel. Singer, Venchi Unica. Hanno ricordi di battaglie lunghe e perdute, e nei pensieri tanta paura, che non basta un po' di vino a cancellare. E' Natale, ma cambia qualcosa nella città? «Come si fa a far festa — ha detto il cardinale in duomo — quando abbiamo attorno tanta sofferenza, tanta tristezza?». Un vecchietto piangeva, nel primo banco della navata, ma poca gente stava ad ascoltare Ballestrero. il duomo era semideserto. La città è la stessa, a Natale o domani. Bruciano i mobili d'un grande magazzino, colpiti dal racket che ha già ucciso giorni fa. Volano coltellate fra chi vive sfruttando il corpo delle donne nelle strade. Sta in galera un invalido di guerra, ha una ferita del fronte e lo scambiano per un rapinatore colpito nella fuga. Cambia qualcosa, nella città? Natale è andato via, siamo esattamente come prima. Non c'è nemmen più voglia di illudersi e le cornamuse, in via Garibaldi, si siedono sulle panchine, a prender fiato. mab

Persone citate: Ballestrero, Singer, Venchi Unica