In pensione l'ammiraglio De Gaulle eroe «vittima» dell'ombra paterna di Paolo Patruno

In pensione l'ammiraglio De Gaulle eroe «vittima» dell'ombra paterna Si ritira dalla scena il celebre figlio del defunto presidente In pensione l'ammiraglio De Gaulle eroe «vittima» dell'ombra paterna DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Fra una settimana uscirà dalla scena pubblica francese l'ultimo della famiglia De Gaulle, che visse all'ombra del generale l'epopea della resistenza e della guerra di liberazione contro la Germania nazista. E' il figlio, l'ammiraglio Philippe De Gaulle, che a 61 anni si accinge a lasciare l'incarico di ispettore generale della marina per andare in pensione. E c'è da star sicuri che anche questo De Gaulle se ne andrà in punta di piedi, uscirà di scena silenziosamente come seppe fare suo padre nel volontario ritiro di Colonibcy. come lece sua madre, la «tallio Yvonne» cosi schiva ma cosi cara ai francesi in un modesto pensionato dove si era ri¬ tirata a vivere gli ultimi anni della sua esistenza. Anche sull'ammiraglio Philippe, dunque, si è stesa spesso, fin quasi ad annullarne i contorni individuali, l'ombra del generale, in un destino che accomuna tutti gli eredi dei grandi nomi. Ma Philippe De Gaulle avrebbe avuto probabilmente modo di distinguersi anche se il suo cognome fosse stato Dupont o qualsiasi altro. Perché coraggio e risolutezza non gli hanno mai fatto diletto come dimostra la sua vita, non trascorsa sotto l'ala protettrice del padre. A 1!) anni, nel tragico 1940. Philippe si ritrova Infatti con la famiglia in un piccolo centro della Bretagna, a Carantec. mentre i panzer tedeschi invadono la Francia. Il padre, generale di brigata e sottosegretario al ministero della Guerra é da qualche parte, per animare la resistenza. Madame Yvonne De Gaulle. con il figlio Philippe se la dovrà quindi sbrigare da sola prendendo a Brest l'ultima nave che riesce a salpare per l'Inghilterra. E quando il 18 giugno del '40 madre e figlio sbarcano alfine a Falmouth. nemmeno sono a conoscenza di quello che sarà lo «storico appello» lanciato attraverso Radio Londra dal generale. Con un padre del genere 6 scontalo che Philippe si arruoli nelle forze della Francia Libera, che cominci il servizio pulendo il ponte del vecchio incrociatore -Couberl»- che serve da quartier generale alle raccogliticce formazioni gollistc. Il secondo passo lo conduce alla scuola navale della «Francia Libera» a Portsmouth che gli schiude, a lui, figlio di un generale, di uno stratega delle battaglie terrestri, le vie del mare. S'imbarca prima su una corvetta che scorta i convogli sull'Atlantico proteggendoli dalle insidie degli «U-Bole» tedeschi, poi ottiene il comando di caccia antisommergibiii, Infine di un cacciatorpediniere. Ed è a questo punto che la sua avventura bellica sfiora la tragedia. Durante una missione lungo le coste francesi, la sua unità infatti viene attaccala da 4 dragamine, è colpita, sparisce in preda alle fiamme. I tedeschi annunciano trionfanti di aver affondalo «il figlio del generale», che invece è riuscito a salvare la sua nave nella nebbia, celandosi lungo le falaises della eosta. Poi, con lo sbarco in Normandia, comincia la fase dei combattimenti terrestri per Philippe De Gaulle. Partecipa alla campagna del Vosgì, a quella di Lorena in cui si di slingue per la sua condotta coraggiosa:, viene decoralo con la croce di guerra e riceve tre citazioni al merito. Infine, nel dopoguerra, riprende si lenziosamente la sua carriera In seno alla marina, salendo gradualmente e meritata¬ mente i gradini gerarchici fino al gradi di ammiraglio, fino a ricevere l'ultima stella concessagli da Giscard nell'autunno dell'Ho. Ora anche per lui si spalancano le porte della pensione. Se ne esce di scena confidando, a giusto titolo ai pochi intimi, che probabilmente sarebbe divcnlato ammiraglio anche se il suo cognome non fosse stato De Gaulle. Ma torse gli resta in cuore il rimpianto di non aver ricevuto la croce di Lorena, il titolo di «Compagnon de la libération.. che gli sarebbe forse spettato per il suo stalo di servizio, per il suo eroismo: ma il padre, il vecchio generale, non fu mai nemmeno sfiorato dall'idea di decorare il figlio, anche se lo meritava. Paolo Patruno