Oggi la firma Eni-Montedison?

Oggi la firma Eni-Montedison? De Michelis ha garantito il versamento dei 500 miliardi iniziali Oggi la firma Eni-Montedison? Resta però dubbio il costo dell'intero accordo - Non risolti i problemi occupazionali DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — La Montedison e l'Eni si accingono a firmare l'accordo già battezzato dal Cipi nei giorni scorsi. Ieri c'è stata una lunga riunione tecnica al palazzone dell'Eur per verificare i vari contratti che compongono il documento generale. Il ministro delle Partecipazioni Statali, De Michelis, ha dato le ultime autorizzazioni e in un incontro svoltosi mercoledì avrebbe assicurato che all'Eni saranno corrisposti i 500 miliardi necessari per avinare l'accordo fra le due società, per sopportare gli oneri derivanti all'ente di Stato dal divorzio con l'americana Occidental e per la ricapitalizzazlone dell'Ante. Ma sulla parte finanziaria e su quella occupazionale restano ugualmente molti dubbi e i nodi da sciogliere non sono pochi. Gli stessi sindacati chimici hanno chiesto ufficialmente che si faccia chiarezza sulla portata effettiva degli interventi finanziari del governo, sui quali il Tesoro lia manifestato non poche perplessità già in sede Cipi. Si sa che l'Eni intende procedere con i piedi di piombo: gli impianti che sta per acquisire dalla Montedison e per i quali dovrà sborsare circa 435 miliardi fra l'emissione di un prestito obbligazionario, l'accollo di mutui e delle liquidazioni dei nuovi dipendenti, richiedono un intervento diretto delle casse dello Stato; inoltre l'Eni non vuole manodopera eccedente, un problema che dovrà psspro risolto dalla Montedison. 1500 miliardi, che ancora oggi non ci sono realmente, servirebbero dunque a turare le falle più impellenti, ma non spostano di molto i gravi problemi che l'Eni si troverà a gestire nel settore chimico e che richiedono un'iniezione finanziaria di ben altra consistenza. ■ Il sindacato dei chimici tornerà ad incontrarsi il 4 e il 5 gennaio con i ministri economici e del Lavoro per proseguire la discussione sui - tagli» all'occupazione. La situazione appare particolarmente preoccupante per Prio?o e Brindisi, cioè per gli impianti petrolchimici dislocati nel Sud, dove le possibilità di iniziative alternative per trovare nuovi posti di lavoro appaiono quanto mai esigue. Per questo probabilmente verrà coinvolto anche il ministro per il Mezzogiorno che attraverso la Cassa potrebbe rendere meno dura l'operazione. Entro il 28 febbraio, come previsto dalla delibera del Cipi, il governo dovrà fare il punto, finanziario e occupazionale, sullo stato di attuazione dell'accordo Eni-Montedison. La segreteria della Fulc fui confermato al governo e alle imprese che la disponibilità del sindacato ad affrontare i problemi organizzativi negli stabilimenti interessati all'accordo Eni-Montedison «é dlmostrata dalle trattative positivamente impostate in alcuni stabilimenti, ma richiede a questo punto die si apra in sede di governo sia la discussione sul programma industriale rivolta a superare le aree di dissenso sopra esposte, sia quella relativa ai programmi di reindustrializzazione delle aree chimiche meridionali interessate». Secondo il sindacato dei chimici vanno respinti i tentativi di drammatizzazione die ancora gravano su questa difficile trattativa con la minaccia incombente della. Montedison di procedere in maniera unilaterale. 1 Mario Scliiinbcrni

Persone citate: De Michelis, Mario Scliiinbcrni

Luoghi citati: Brindisi, Roma