Cresce in silenzio San Polo, quartiere-oasi per 15 mila abitanti Forse una serie di arresti dopo la cattura del contrabbandiere

Cresce in silenzio San Polo, quartiere-oasi per 15 mila abitanti Forse una serie di arresti dopo la cattura del contrabbandiere Cresce in silenzio San Polo, quartiere-oasi per 15 mila abitanti Un po' di Amsterdam a Brescia Casette a due piani, molto verde, un progetto armonioso - Il Comune sta realizzando gli alloggi a prezzi d'estrema convenienza - Modello, le «new towns» inglesi e soluzioni adottate in Olanda - Nel centro storico, intanto, si recuperano a blocchi stabili degradati utilizzando la stessa strategia - Come aiutare gli anziani DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BRESCIA — Una casetta su due piani: soggiorno, pranzo, tre camere da letto, cucina, doppi servizi più il garage e una striscia verde a orto o giardino. L'abitazione unifamiliare affiancata ad altre di uguali dimensioni è a pochi minuti di cammino da un parco grande due volte e mezzo Villa Borghese. Scuole, impianti sportivi, uffici pubblici e. centri commerciali sono raggiungibili a piedi, su percorsi separati da quelli per biciclette e per automezzi. Costo della casetta: 50 milioni. Siamo nel quartiere di S. Polo, pochi chilometri dal centro di Brescia: su terreni di proprietà comunale. La piccola nuova città (15 mila abitanti a opere ultimate) sta sorgendo per iniziativa di un'amministrazione democristiana intelligente, che si è sostituita al lotlizzatore-speculatore con un progetto ispirato ai modelli dell'urbanistica inglese e olandese. S. Polo può dirsi esemplare non soltanto perché riesce a comprimere i costi. In altre città, cooperative e consorzi di imprese operanti nel settore dell'edilizia convenzionata e agevolala offrono alloggi di 7 vani a 50-60 milioni. La differenza sta nella dimensione e nella organicità di un progetto raccordato alla città esistente, nella qualità dell'ambiente in cui vivranno gli abitanti, nella capacità di incidere con funzioni calmieratrici sul mercato immobiliare. S. Polo non nasce come un agglomerato di case -popolari» per cittadini di seconda classe ma come una nuova parte di Brescia, sotto molti aspetti superiore a quelle privilegiate e più costose. Il parco è progettato da sir Geoffrey Jellicoe. celebre esperto di architettura del paesaggio. Quando visito S. Polo piove e fa freddo. La giornata non stimola facili entusiasmi. Il parco va intuito, più che visto: i primi alberelli appaiono come esili segni scuri sulla distesa verde, rotta dal disegno geometriro delle strade a pettine e dalle macchie fangose dei cantieri. Le prime schiere di case a due o tre piani sono abitate. Lo si vede dalle tende alle finestre, dai giardini e orti ben curati in cui si alternano magnolie e rose, cavoli e insalate, secondo un ordine individuale che rivela amore e conoscenza della terra. Dal paesaggio, di impronta rurale con le cascine tra le gru. emergono tre palazzi a sedici piani. Eccezioni nella piccola città, composta per due terzi da case unifamigliari. Le più gradite e. a conti fatti, non più costose degli alveari a torre. Padre culturale dell'operazione è Leonardo Benevolo, architetto e urbanista, molto attento alle esperienze delle «new towns» e delle nuove espansioni di Amsterdam. Mi dice: «Punto di partenza è stato l'acquisto dei terreni da parte del Comune. A Brescia si è capito che è impossibile pianificare seriamente sema possedere il suolo». Settecentoquarantadue mila metri quadrati di terreni agricoli sono stati comperati, non espropriati, al prezzo medio di 3200 lire il mq. «L'ufficio comunale appositamente costituito Ila poi progettato il nuovo Quartiere. Il Comune ha provveduto strade, acquedotti, fognature, tutto il resto fino alle scuole. Spesa complessiva 18 miliardi e 240 milioni. Rientrano con la vendita dei terreni urbanizzati a cooperative, imprese di costruzione, singole famiglie. Il bilancio è in pareggio». Pur dotati di strutture da città-modello, parco compreso, i suoli edificablli incidono in misura modesta sul costo finale delle case. Nell'ufficio tecnico di S. Polo, sistemato in una vecchia cascina, mi fanno i comi. Costo globale di I costruzione, con gli oneri co: munali e l'utile dell'impresa. ! 540 mila lire il mq di superficie coperta: 40 mila sono dovute al terreno. Dice ancora Benevolo: 'Otteniamo due grossi risultati. Il Comune regola il mercato delle aree fabbricabili, e dimostra con analisi dei costi che le abitazioni possono essere vendute a prezzi contenuti, rispettando l'interesse pubblico come il guadagno dell'impresa ». Per convenzione, cooperative e imprese che ottengono terreni urbanizzati a S. Polo devono rispettare determinati prezzi di vendita e di affitto. Devono naturalmente rispettare il piano del quartiere, con i suoi vincoli e le sue norme. Si può fare una critica: le norme dovrebbero essere più precise e armoniche per architetture, materiali, colori. Certe schiere di case basse con 1 tetti a copertura tradizionale sono senz'altro gradevoli: altre hanno l'aspetto triste di cassoni prefabbricati, privi di ogni legame con l'ambiente naturale, il clima, la storia. Gli edifici a 16 piani con tanto cemento «a vista» non sono rallegrati dall'espediente di coloriture forti ai balconi. I camminamenti pedonali coperti, ottimi per concezione e disegno, richiedono accorgimenti per renderli abitati e vitali come i vicoli di una volta, evitando che si trasformino in zone insidiose specialmente di notte: è accaduto nel quartiere-modello olandese di Bijlmermeer. Più limitati, ma altrettanto significativi, i lavori in corso nel centro storico di Brescia, dove l'amministrazione co¬ munale ha adottato la stessa strategia delle aree periferiche, comprando interi blocchi di edifici degradati. Duecento alloggi in pessime condizioni, occupali da famiglie a basso reddito, sono stati già restaurati o sono in corso di restauro, e l'operazione prosegue. Visito 1 cantieri nella contrada del Carmine, non lontana da piazza della Loggia. Edifici medievali, rifatti e ampliati nel Quattro-Cinquecento, vengono riportati a condizioni abitative civili, assecondando il più possibile le ri¬ chieste degli abitanti. L'esempio di.Brescia è doppiamente interessante in un momento che vede il riflusso anche nella cultura urbanistica e le tentazioni di «controriforma» tra i politici al governo, convinti di dover allentare ancora più norme e vincoli per favorire la ripresa dell'edilizia. Dovrebbero dare un'occhiata a questa città, dove l'edilizia prospera nel rispetto dell'ambiente producendo case destinate a chi ne ha bisogno e non case super¬ flue. Mario Fazio

Persone citate: Geoffrey Jellicoe, Leonardo Benevolo, Mario Fazio