Ancora due feriti nella guerra delie cose dopo il Santo Stefano di sangue a Palermo

Ancora due feriti nella guerra delie cose dopo il Santo Stefano di sangue a Palermo Mentre polizia, carabinieri e Guardia di finanza stringono il cerchio intorno alla malavita Ancora due feriti nella guerra delie cose dopo il Santo Stefano di sangue a Palermo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PALERMO — Si dà la caccia ai boss in guerra tra loro a Palermo. Polizia, carabinieri e Guardia di finanza ricevono da Roma l'ordine di stringere il cerchio attorno alle «cosche», ma il sangue continua a scorrere. Altri due agguati di chiara marca mafiosa sono stati messi a segno in città nella tarda serata di lunedi e Ieri mattina, ma le due vittime designate, colpite dai killer, almeno sino a questo momento, sono riuscite a sopravvivere. Uno è il mafioso Antonio Ammannato, 73 anni, un commerciante da tempo in pensione ma in realtà ancora assai influente tra le cosche fortissime di San Lorenzo Colli, una località alla periferia di Palermo dove tra il '700 e 11 primo '800 famiglie nobili e ricche costruirono decine di splendide residenze, parecchie delle quali ora in rovina. L'uomo era all'ingresso del bar ..Albatros», nell'affollato viale Strasburgo, principale via della Palermo nuova. Quattro giovani a viso scoperto sono sccsl da due moto di grossa cilindrata e hanno incominciato a sparare con pistole «calibro 38». Raggiunto da una decina di proiettili, Ammannato è crollato sul marciapiede. I sicari sono fuggiti e poiché nessuno del presenti è Intervenuto, il boss è stato soccorso soltanto alcuni minuti dopodal poliziotti di una delle «volanti» confluite nella zona. Appena la notizia è giunta in questura, nessuno ha avuto dubbi sulla matrice dell'agguato: sulla copertina del voluminoso fascicolo intestato ad Antonio Ammannato c'6 da sempre stampigliata la lettera ..M... «mafioso». Polizia e carabinieri lunedi sera erano dovuti accorrere in via generale Albricci, dove sull'asfalto è rimasto, anch'egli gravemente ferito, Antonio Nicosia, 53 anni, autista dell'Anniu, l'azienda municipale della nettezza urbana. Anche stavolta pochi i dubbi: la pista è sempre la stessa, quella della mafia. Il bilancio degli ultimi tre giorni, a Palermo, dove ieri Virginio Rognoni ha toccato un'altra volta con mano l'estrema drammaticità della situazione, è dunque di cinque agguati mafiosi con sette morti e tre moribondi. Domenica, giorno di S. Stefano, l'elenco interminabile delle vittime di questa assurda guerra di mafia causata dalla sete di comando e di denaro (l'uno e l'altro regolati — ormai è assodato — dal traffico internazionale della droga) era stato di sei morti e un ferito grave. Poi, lunedi mattina, l'omicidio di Paolo Amodeo, 49 anni, negoziante di generi alimentari, sospettato di fare l'usuralo, in tasca del quale sono stati trovati assegni per oltre 10 milioni. Nino Mendolla, 11 questore, non parla; tace anche il capo della Mobile, Ignazio D'Antone, che assicura soltanto: -Non ci fermiamo un attimo. Sono grato ai miei collaboratori, nessuno del quali si ri¬ sparmia ' minimamente». Lo stesso accade al gruppo carabinieri. Gli investigatori, comunque, concordano su una considerazione che essi pongono alla base delle loro analisi su quanto sta succedendo a Palermo. Ed è questa: la parentela o la comunanza d'interessi — essi ritengono — sono sempre stati motivi più che validi per determinare le uccisioni. Si spiega cosi perché tra gli eliminati ci siano persone che apparentemente non hanno avuto alcuno specifico ruolo nelle ..cosche». Questo è il caso di Giuseppe Genova, genero però del boss Tommaso Buscetta, o dell'impiegato dell'Ente acquedotti siciliani, Gaspare Ficano e di suo figlio Michele, fuoricorso di architettura, padre e fratello però di Francesca Flca'no, la donna del giovanissimo e introvabile boss Giovanne! lo Greco. Tutti e tre, Genova e i due Ficano, sono stati fred dati domenica. Un ruolo che forse non era marginale, Invece, può aver avuto Giuseppe Benvegna, 32 anni, titolare di due piccole aziende farmaceutiche di via Buonriposo, nel popolare rio ne «Noce», zona un tèmpo do minata dal boss Gerlando Alberti. Cosa si produce nei la boratorl della «Neoterapici» ( della «Slrt», le due aziende con quindici .dipendenti, di proprietà di Benvegna, che è stato assassinato domenica mattina mentre era al volan te della sua «126»? Il giovane andava dal medico di famiglia a ritirare il certificato di morte del nonno, deceduto quella stessa mattina. Ebbene, l'unico arrestato per il Santo Stefano di sangue a Palermo è proprio il medico dei Benvegna. il dott. Luigi Lo Giudice, 30 anni: in casa teneva due, vecchie pistole senza averle1 dichiarate. Antonio Ravirtà NAPOLI — Un ragazzo di 11 anni, Antonio Capuozzo, è stato ucciso da un compagno di giochi, Raffaele, 13 anni, con un colpo di lupara.

Luoghi citati: Genova, Napoli, Palermo, Roma