SE NON E' CIA PER MOLTI NON VALE di Stefano Reggiani

SE NON E' CIA PER MOLTI NON VALE SE NON E' CIA PER MOLTI NON VALE Le spie nuovo brevetto Se non c'entra la Cia, che complotto è? Se la Cia è fuori gioco non crediamo a nessun gioco. (Il Kgb, purtroppo, ha poca immagine, non ha nel suo Paese -mass media» che gli curino con franchezza le pubbliche relazioni). L'inchiesta sulla cosiddetta pista bulgara (trama a Sofia dei servizi segreti dell'Est, contrabbando d'armi, progetto politico e organizzativo dell'attentato al Papa) è in pieno svolgimento, potrebbe riservare grosse sorprese, rovesciamenti di fronte, ma intanto un effetto l'ha ottenuto da noi, ha messo in luce una curiosa fedeltà alla mitologia spionistica, ha spiazzato nel costume pointer, e nella chlatchtera quotidiana certe nostalgie. C'è o non c'è una coerenza romanzesca anche nei grandi affari di spionaggio? Se fate una piccola indagine, tra gente che conta e tra gente comune Intorno alla co¬ siddetta pista bulgara raccogliete per esempio commenti evasivi, sorrisi ammiccanti, sospiri con alzata di spalle. Come chi dicesse: chissà cosa C'è dietro? Come se la supposta (e in corso di verifica) trama per destabilizzare Italia e Turchia e uccidere II Papa non sia già per suo conto un beidietro. E chi sta al gioco, già allarmante, delle ipotesi lo arricchisce acutamente di notazioni che riguardano II caso italiano, il Vaticano, lo Ior, i rapporti tra i partiti della maggioranza. Tutto molto interessante, ma la verità inconfessata è che tanti si sentono defraudati della Cia. Perché la Cia è il miglior dietro del mondo, dietro la Cia non c'è che la Cia, possiamo pensarne le peggiori nequizie ed essere fiduciosi di far centro. Certo, la Cia ci ha abituato al terribile ruolo dei servizi segreti nel mondo del blocchi, ma con troppa autorevolezza. Il nostro atteggiamento di orfani della Cia (se qualche voi-, ta sembra che sia fuori gioco) nasconde il dolore di una sicurezza perduta, magari un seducente riflesso della cultura stalinista degli Anni Cinquanta e Sessanta quando dall'Est non si poteva supporre l'imbroglio e neppure l'astuzia. Secondo questa fiabesca visione, oggi messa in crisi, che cosa dovrebbero fare i servizi ■segreti dell'Est europeo? Cio- care a tressette con l colleghl del Kgb, consumare stanche serate di caserìna intorno al tavolo del poker? Fingere che non esista la divisione del mondo in blocchi e in sfere di influenza? Dovrebbero rifiutare con sdegno di arruolare spie in Occidente? Dovrebbero buttare con fastidio nel cestino le informazioni sugli intrighi dell'Ovest paralleli a quelM dell'Est? •' Soprattutto; dorrebbero protestare orripilati per ogni, attentato politico, cadendo francamente dalle nuvole? Chissà. La confusa speranza di molti che dietro a tutto ci sia sempre la Cia nasconde ,forse ancìie la necessità di avere un pericolo solo da sorvegliare, un romanzesco solo da temere, una trama sola da svolgere. Per la tranquillità di tutti non bisognerà mica sperare che, anche questa volta, la Cia ci sia? Stefano Reggiani

Luoghi citati: Italia, Sofia, Turchia