Altro agguato a Palermo: ferito anziano boss Rognoni promette che rafforzerà la polizia di Francesco Santini

Altro agguato a Palermo: ferito anziano boss Rognoni promette che rafforzerà la polizia Il ministro dell'Interno chiede maggior collaborazione internazionale contro la mafia Altro agguato a Palermo: ferito anziano boss Rognoni promette che rafforzerà la polizia OAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PALERMO — Il ministro dell'Interno vola in Sicilia per la strage di Santo Stefano e le strade della nuova Palermo tornano ad arrossarsi di sangue. In viale Strasburgo è stato ferito a morte un «boss» della vecchia mafia del Colli. Le cosche di Resuttana, di San Lorenzo e di Partanna vegliano Antonio Ammannato. 73 anni, in coma profondo. La città è al centoquarantottesimo morto dall'inizio dell'anno. Di «lupara bianca» sono scomparse forse centoventi persone. Il ministro dell'Interno, dopo un vertice di quattro ore, appare appena spazientito quando il giovane telecronista di un'emittente privata gli domanda con insistenza che cosa fa lo Stato per smantellare questo immenso poligono di tiro che è diventata Palermo. -Bastano i "summit" periodici?», do¬ manda Impugnando il microfono. Nel salone di Villa Whltaker la conferenza-stampa è colpita dal gf$o improvviso. Virginio Rognoni riprende rapido: -Certo, i vertici non bastano, ma sono necessari. Lo Stato — dice con toni gravi — non è latitante, la mafia colpisce Quando si sente toccata. E' la lotta per il controllo della droga ad insanguinare Palermo*. Dal fondo, una voce interrompe: -Signor ministro, lei ci dice cose scontate». L'alto commissario De Francesco si allontana in direzione del suo ufficio. Oli ufficiali in divisa lasciano la prefettura ferrando i tacchi nella posizione di attenti dinanzi al ministro. Rognoni ha assicurato nuove forze di polizia a presidio della città e ha ripetuto che la legislazione attuale è sufficiente per sconfiggere l'arroganza della mafia, 1'«ingiuria» delle cosche. Il ministro riprende con i cronisti: -Le cosche si scontrano per il controllo del mercato degli stupefacenti. La droga consente l'accumulo di grandi ricchezze. La mafia oggi cavalca la droga e la preoccupazione che questa impresa criminale reca a noi è identica a quella che ha preso le polizie e le classi politiche di altri Paesi. Di qui le nostre richieste di collaborazione internazionale». CI sono il giudice Falcone che indaga sulla morte del generale Dalla Chiesa e il pubblico ministero Giusto Sclacchitano del processo «Mafia e droga». Sclacchitano ha chiesto al ministro una «banca dati». Falcone s'è detto d'accordo, ma sr l'Inchiesta sulla strage di via Carini ha confessato che -siamo ad un punto di stallo e sarà molto difficile risalire ai mandanti nel "caso Dalla Chiesa": Dalla sala della bella villa palermitana escono il presidente della Regione Lo Giudlce, 11 sindaco Martellucci, il procuratore generale Viola, 11 procuratore capo Pajno. Dinnanzi all'ampia vetrata, il busto in bronzo di Carlo Alberto Dalla Chiesa è illuminato dai fasci di luce bianca delle telecamere. Il «vertice» per stroncare il traffico Internazionale della droga s'è risolto con un. rafforzamento dell'alto commissario De Francesco che rimane alla guida del Sisde e può usare 1 suol agenti segreti per combattere la mafia. OH unici due politici ad aver partecipato all'incontro con Rognoni, sono democristiani. Lo Giudice, presidente della Regione, ha messo al primo punto del programma di governo la lotta alle cosche. Martellucci resta a palazzoi delle Aquile. In molti avrebbero voluto la sua sostituzione all'indomani dell'assassinio Dalla Chiesa, quando la de era nell'occhio del ciclone e sotto accusa. 8ul suo nome si è impegnato l'andreottiano Salvo Lima e Martellucci rimane In municipio. -E' un uomo pulito — dicono di lui — è bene che a Palermo resti dov'è». Rognoni lascia Palermo in elicottero. Nella sera carica di paura le strade si fanno deserte. La mafia grava sulla città, e per sconfiggerla gli in-1 qulrenti cominciano a dire' che bisogna guardare lontano, non soltanto In Sicilia. Dice 11 giovane assessore Nicolosi, uomo di punta della nuova de: -Da questa infamia la Sicilia si riprenderà tra vent'anni». Francesco Santini (Altro servizio a pagina 2)