Nel turbine di Aragon

Nel turbine di Aragon OGGI I FUNERALI D'UN PROTAGONISTA DEL NOSTRO TEMPO Nel turbine di Aragon PARIGI — / funerali di Louis Aragon si svolgono oggi sotto il segno del duplice omaggio della Francia politica e della Francia della cultura al poeta e militante comunista. Il primo atto della cerimonia si svolgerà in mattinata, nella sede del partito comunista francese, dove sarà esposta la salma: l'elogio funebre sarà pronunciato da Georges Marchais a nome del pcf e dal primo ministro Pierre Mauroy a nome del governo. In chiusura toccherà alla Francia culturale esprimere il suo omaggio attraverso JeanLouis Barrault, che leggerà alcuni versi del poeta defunto. Poi nel pomeriggio, e «nella più stretta Intimità» come voleva Aragon, la salma del poeta sarà trasportata nella proprietà di Saint-Arnoult-enYvelines, nella regione parigina. Qui sarà tumulata nella tomba del giardino die già ospita le spoglie della compagna e «musa* di Aragon, Elsa Triolet. La vita non è stata avara con Louis Aragon: gli ha concesso tutte le delizie dell'avventura e tutte le consolazioni dell'ordine, gli si è offerta con l'aleatorietà e l'incoerenza dei capitoli di un roman iriitcbevé e poi gli ha lasciato l'agio per costruirvi un ponderato epilogo. Chi voglia oggi interrogare la sua esperienza per decifrarne il senso e la lezione; si trova perciò a dover scegliere tra due percorsi contrapposti e a prima vista inconciliabili: il più facile, quello predisposto con pazienza e con sagacia dallo scrittore prima della sua definitiva uscita di scena, procede a ritroso dal suo ultimo libro ancora fresco di stampa che si chiama premonitoriamente Les adieux e raccoglie poesie che sono altrettante rivisitazioni delle maniere di successive e lontane stagioni — quelle del dadaismo, del surrealismo, dell'impegno sociale e politico, dell'elegia amorosa — qui accostate per farne risaltare la sotterranea omogeneità. Lungo questo itinerario retrospettivo si incontrano (e preziose pagine autobiografiche di Je n'ai jamais appris à écrire ou Les incipit,(1969), le interviste e l'abbozzo di una teoria del romanzo che, sotto la formula del Mentir-vrai (1964), individua il luogo della verità ptoprio sotto il velo della menzogna romanzesca e rivela le profonde connessioni che sussistono tra la nascita illegittima dello scrittore e la genesi della sua opera. E' il preludio alla lettura dell'opera omnia, raccolta, col corredo di precise introduziO' ni e di apparati esegetici, negli oltre 40 volumi delle Oeuvres romanesques croiséa sue e di El sa Triolet e in quelli dell'Oc//vre poélique ancora in corso di pubblicazione: un Aragon ufficiale, che non rinnega nu o quasi del suo passato pili turbinoso, ma che suggerisce connessioni e naturali sviluppi dove prima aveva voluto creare salti e fratture, smussa e attenua atteggiamenti perentori, impone la sua interpretazione di episodi ambigui e controversi, in qualche caso invoca il suo diritto alla privatezza e vincola per 50 anni dopo la sua morte al segreto di una cassaforte il suo carteggio con André Breton. ** L'altro percorso di lettura è quello che hanno seguito suoi contemporanei e che disegna l'irregolare parabola che va dalla rivelazione del talento e del fascino naturale di un giovane ribelle nel 1917 alla consacrazione di un poeta ufficiale, membro del Comitato centrale del partito comunista francese e Premio Lenin per la pace nel 1957. E' un percorso1 difficile e tortuoso, ma è an che quello che conserva intatto il sapore e il calore dell'esistenza di uno dei protagonisti del nostro secolo. Il fatto che cominci con' una nascita illegittima importa perché, nel 1897, questa provoca ancora una trama fittissima di menzogne e ipocri' sic e costringe il piccolo Aragon a credersi il fratellino della propria madre. Per il destino dello scrittore importa però forse molto di più l'incontro di vent'anni dopo con André Breton sui banchi della facoltà di Medicina. La guerra e l'esperienza del fronte non intralciano a lungo i progetti che i due amici preparano febbrilmente con Philippe Soupaut e Paul Eluard: nel 1919 esce il primo numero della rivista Letterature e poi, dopo la fiammata dadaista e i primi libri (le poesie di Feu de joie e il romanzo Anice/ ou le panorama), c'è la rapida gestazione, la nascita e la turbolenta affermazione del movimento surrealista. Di questo movimento Aragon è stato uno dei padri fondatori ed.è rimasto per tutto il corso degli Anni Venti uno degli esponenti più attivi c ortodossi; ma è stato anche quello che, già in mezzo alle provocazioni e alle insofferenze dell'avanguardia, nei versi del Mouvement perpétue/ (1925), nel romanzo 1/paesano di Parigi (1926) e nel Traile du style (1928), rivelava la coscienza culturale più vigile e la più genuina disposizione alla poesia. Per tutta questa fase, che è anche quella del surrealismo trionfante, è difficile districare la storia del movimento' da quella personale: di Breton e di Aragon, soprattutto per quanto riguarda il grado di autonomia dal partito comunista che al Surrealismo i due amici vogliono assicurare. Su questo punto, Breton e Aragon, che personalmente al partito ha aderito già nel 1927, sembrano sostanzialmente concordi. Ma la crisi sta maturando. Nel 1928, Aragon, dopo un periodo di delusioni sentimentalj e di incertezze ideologiche che lo portano a tentare il suicidio, incontra Elsa Triolet, una scrittrice russa che al momento del suo arrivo in Francia brillava soprattutto della luce riflessa del mito di sua sorella Lili Brik e di Majakovski. Da quell'incontro del 6 novembre al Ca/é de la Coupole, Elsa sarebbe diventata la donna della sua vita e, prima che l'ispiratrice di uno dei più intensi canzonieri, d'amore del nostro secolo, la mediatrice delle sue scelte ideologiche ed estetiche. Non è improbabile, per esempio, che Elsa non sia estranea alla costituzione di quel rapporto privilegiato con l'Unione Sovietica che ha sempre distinto Aragon dagli altri intclletmali comunisti e che aiuta a comprendere il suo famoso voltafaccia del 1930 quando, alla 2" Conferenza internazionale degli scrittori rivoluzionari a Charkov, sconfessa non soltanto il trotzki-> smo e la psicanalisi, ma anche il 2° Manifesto del Surrealismo che l'anno prima aveva sottoscritto. ... „•.*••!.»"'••*.•*''•*' H* •' ' La rottura, per quanto ritardata, diventa inevitabile e segna l'inizio di quella stagione creativa di Aragon che va sotto l'etichetta del «realismo socialista» e si registra soprattutto il ciclo narrativo del Monde rèe/ {Le campane di Basilea, 1934; Les beaux quartiers, 1936; / viaggiatori deli imperiale, 1942; Aurélien, 1944) e le duemila pagine dell'incompiuto affresco dei Communistes (1949-'51); opere di grande impegno e di forte respiro, che celano pagine mirabili sotto l'ingombrante zavorra di tesi, sociali e di pregiudiziali estetiche, per le quali lo scrittore non disponeva di mezzi espressivi adeguati alla sincerità nelle convinzioni. Appena più consona alla sua sensibilità si rivelava la vena della protesta civile c del sentimento nazionale che nutriva la sua poesia negli anni della guerra e della Resistenza {Le crève-coeur, 1941; Brocéliande, 1942; La Diane franepise, 1945); ma era chiaro che l'evento pubblico e il sentimento corale non riuscivano a far vibrare fino in fondo uno strumento che era accordato naturalmente sui toni del lirismo e che sapeva trarre musica purissima dalle più impervie difficoltà prosodiche solo per cantare l'amore e la fedeltà ossessiva della passione: Cantìque à Elsa e Les yeux d'Elsa, 1942; Elsa, 1959; Le fon d'Elsa, 1963; // ne m'est Paris que d'EUa, 1964. Ma nel dopoguerra Aragon non si limita a cantare Elsa e il partito, spesso con accenti curiosamente identici: è ormai l'incarnazione dell'intellettuale organico che esercita un rigoroso controllo ideologico sulla letteratura, celebra Stalin e detta generose prefazioni agli scritti di Zdanov. È tale rimane fino al '68, quando interviene a favore della Cecoslovacchia e perde molte simpatie sovietiche, o al massimo fino al '70 quando la morte di Elsa lo pone di fronte alla solitudine e alla responsabilità dei bilanci conclusivi. Nel 1972 sospende la pubblicazione delle Lettres francaises, la rivista che aveva diretto per vent'anni, e l'annuncio del suo abbandono e la drammatica evidenza di uno scritto, «La valse des adieux», che è.la sconsolata denuncia di un fallimento, In quel momento, la vita gli appare come «un gioco terrìbile in cui ha perduto», ed è facile pensare che i dieci anni che ancora gli doveva riservare gli siano sembrati come una sorte di tregua, di moratoria, di rinvio da spendete in una ricapitolazione dell'esistenza e in una sistemazione dell'opera, in un tardivo ma non vano tentativo di apprendere «à kg gere la propria vita, a vedere più in là di lei. A vedere più in là di sé». E' presto per dire se in questa -meditazione l'ordine avrà avuto piena ragione del l'avventura, se avrà saputo tra: sformare in vittoria la sconfitta o soltanto mascherare il disastro con un'abile manipolazione di carte. Di certo sappiamo però che il «-gusto amaro» del valzer degli addii nell'estremo commiato in versi del libro di quest'ultima stagione è diventato distaccata saggezza e che il passato, placati i dolori e le ire, si è impietrito nel ricordo come «un deserto di cose smisurate». Giovanni Bogliclo 11 poeta Aragon con la sua compagna Elsa Triolet, morta nel '70

Luoghi citati: Basilea, Cecoslovacchia, Francia, Parigi, Unione Sovietica