A Broadway c'è una Amleta (ma van meglio i «grandi»)

A Broadway c'è una Amleta (ma van meglio i «grandi») Shakespeare con Dianne Venora accende la polemica A Broadway c'è una Amleta (ma van meglio i «grandi») DALLA REDAZIONE Dl NEW YORK NEW YORK — La massima curiosità di Broadway, non il massimo successo perché rischia di chiudere dopo le vacanze, è l'Amleto, la più nota delle tragedie scespiriane. Il motivo: lo interpreta una donna, Dianne Venora, una delle migliori attrici della celebre compagnia di Joseph Papp. Papp è l'uomo che In pratica ha divulgato Shakespeare a New York: dalle rappresentazioni estive nel Central Park, agli spettacoli più selezionati in inverno off-Broadway, ed è il più importante elaboratore delle opere del drammaturgo inglese. La scelta di una donna per il tormentato personaggio del principe dl Danimarca fatta da Papp non è senza precedenti nella storia del teatro: fu famosa, ad esempio, nei panni di Amleto, Sarah Bernard. Ma dalla fine della seconda guerra mondiale, Broadway non aveva vissuto un esperimento del genere. Il risultato dell'esperimen¬ to, come accennato, non ha corrisposto alle aspettative. Il problema di questo Amleto femminile, hanno scritto i critici, è duplice, di produzione e di interpretazione. La produzione è eccessivamente innovante da un lato e stilizzata dall'altro: spesso sembra avulsa dal tempo, presentando protagonisti in panni quasi moderni, altre volte fa ricorso eccessivo a giochi di scena e di luci, confondendo gli spettatori; e a più riprese rende praticamente impossibile seguire la vicenda, quando i vari personaggi si collocano o nell'ombra, o con le spalle alla sala. Le stesse obiezioni valgono per la recitazione: troppo inortodossa in certi punti, Dianne Venora sembra cadere nella routine nei monologhi. Gli applausi, sono sempre i critici che parlano, sanno più di obbligo clie di soddisfazione. Abituata a versioni più clamorose di Shakespeare, Broadway sta dimostrando di disamorarsi di questo Amleto. Di recente essa ha tributato un enorme successo all'Otello con James Earl Jones e coni Cristopher Plummer nella: parte di Jago. Quasi per rassi-> curarsi sul gioco delle parti, IL grande pubblico accorre dove il richiamo del protagonista maschile è più forte. E' 11 caso di Present Laughter con Georges Scott. Queste due commedie sono assai diverse. La prima di Noel Coward è una commedia leggera, in cui l'imperioso attore hollywoodiano suscita entusiastiche risate. Il secondo lavoro, del giovane arrabbiato dell'Inghilterra degli Anni Cinquanta John Osborne, tocca invece i sentimenti, invitando alle lacrime e alla riflessione, e Williamson riveste in esso con grande sapienza il manto che già fu dl sir Lawrence Olivier. Naturalmente non manca il corredo delle novità. ar,che nel campo dei music-halls e dell'opera lirica. Ma come dl consueto sono i grossi nomi a far cassetta.

Luoghi citati: Danimarca, Inghilterra, New York