BORSE ECONOMIA E FINANZA di Eugenio Palmieri
BORSE ECONOMIA E FINANZA Il ministro Bodrato: «L'intesa Eni-Montedison è un passaggio obbligato» Ancora polemiche sulla chimica Prosegue il contrasto fra De Michelis e il pei -11 ministro delle P.S. non accetta l'indagine parlamentare ROMA — Il riassetto della chimica è destinato a provocare nuove polemiche dentro e fuori il governo. Il ministro del Bilancio. Bodrato. ha precisato ieri che l'intesa EniMontedison costituisce un passaggio obbligato del piano chimico, piano che resta però da definire nella parte finanziaria, gli oneri e le relative coperture che graveranno sullo Stato. In sostanza, è la tesi del ministro del Bilancio, il Cipi si è trovato a sciogliere un nodo di politica industriale che non aveva altri sbocchi nella situazione attuale, tanto più in presenza di un'intesa rggiunta dai presidenti delle due società su tutti gli elementi sostanziali. I comunisti, intanto, insistono perché la Commissione Bilancio della Camera avvìi un'indagine conoscitiva sull'intero settore: la scelta strategica dei due «poli», l'accordo fra l'Eni e la società di Foro Bonaparte. il divorzio Enoxy. Ma De Michelis ha già liquidato questa proposta l'altra sera quando nella seduta pubblica dinanzi alla Commissione bicamerale, che riunisce deputati e senatori, ha ribadito anche con durezza che le scelte maturate negli ultimi anni sono frutto di un lavoro collegiale presentando l'intera documentazione delle varie riunioni del Cipe. l'organismo politico chiamato a deliberare, e precisando che mai è stata avanzata alcuna ipotesi alternativa. Lo stesso matrimonio con l'Enoxy. finito anzitempo, si è svolto, secondo De Michelis, alla luce del sole. Comunque dal pacco di commenti distribuito dal mi¬ nistro emergono con chiarezza i motivi che hanno spinto l'americana Occidental («cer¬ tamente non il partner migliore possibile* aveva detto con una punta polemica il presidente dell'Eni, Colombo) ad abbandonare il legame con l'Eni. Hammer. il presidente della società americana, aveva ormai impegnato gran parte delle risorse della società nell'operazione Cities Service, costata ben quattro miliardi di dollari. Per questo motivo non intendeva più puntare sulla chimica e mes che meno nell'acquisizione da parte dell'Enoxy di una fetta degli impianti della Montedison. La condizione era in pratica che l'Italia si accollasse tutti gli oneri e che l'Occiden- tal sfruttasse soltanto i vantaggl. Di qui la decisione del ' vertice Eni di voltare pagina e tentare il risanamento da soli. Ma è chiaro a tutti, al di là delle polemiche più o meno interessate (basti pensare che la probità e l'efficienza dei candidati alla conduzione dell'Eni varia ormai con il variare dei rapporti fra i partiti, secondo la convenienza del momento) costerà migliaia di miliardi e molti posti di lavoro che esistono soltanto sullacarta. Il piano di investimenti suddiviso fra Eni-chimica (1500 miliardi). Montedison ' (1200) e Enoxy (650) non esau- ' rirà il fabbisogno finanziario 1 complessivo necessario per i giungere alle prime tappe del risanamento. A tali oneri dovirano infatti aggiungersi le ' perdite accumulate dalle Un- : prese, e si tratta d: somme in-1 genti. La inevitabile contrazione | dei prodotto di base della chimica, l'etilene tia capacità si ridurrà a 1 milione e 580 mila tonnellate), si tradurrà a sua volta in una perdita di posti di lavoro, finora mitigata dalla cassa integrazione. Questo sarà l'argomento centrale di discussione fra il ministro De Michelis e i sindacati della Fulc già all'inizio dell'anno. Intanto il coordinamento delle rapresentanze sindacali dei dirigenti delle aziende del gruppo Eni sollecita l'impro- ! rogabilità delle nomine degli altri membri della giunta «in I maniera tale da evitare il ripetersi dei fattori di destabi-\ lizzazione che tanto hanno nuociuto al gruppo nel recen te passato.. Eugenio Palmieri
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