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Il matrimonio Eni-Montedison è cosa fatta di Eugenio Palmieri
Il matrimonio Eni-Montedison è cosa fatta Via libera del Cipi dopo il divorzio dall'Enoxy; il salvataggio costerà non meno di mille miliardi Il matrimonio Eni-Montedison è cosa fatta ROMA — L'ennesima scommessa per salvare dal disastro totale la chimica italiana e stata fatta ieri dal Cipi, il Comitato interm1"1'-'" ' ...3 per la politica industriale, che ha approvato la delibera che consente all'Eni di accollarsi buona parte della chimica di base della Montedison. E' l'ultimo atto — dopo il divorzio con l'americana Oxy — del riassetto di questo settore, che nel giro di un anno dovrà fare a meno di altre 10.000 persone. Secondo alcuni si tratta di un vero e proprio salvataggio: i soldi che l'Eni verserà nelle casse della Mon tedison. ha detto il senatore comunista Colajanni, servi ranno appena a coprire le perdite di un anno della socie tà di Foro Bonaparte. La delibera del Cipi autoi iz za l'Eni a dar corso all'accordo siglato dalle due società in ottobre e definito ieri l'altro e che si traduce nell'acquisiziO' ne di impianti disseminati a Porto Marghera. Ferrara Priolo e Brindisi, per un prez- zo da versare alla Montedison di 384 miliardi. Si tratta di un'emissione obbligazionaria; passeranno all'Eni anche alcuni mutui residui e il fondo liquidazioni del personale degli stabilimenti. Entro il 28 febbraio, i ministri De Michelis. Pandolfi e Goria dovranno illustrare al Cipi le prospettive economiche di Eni e Montedison e un progetto di risanamento complessivo delle loro attività con le relative esigenze finanziarie a carico dello Stato: ad esempio attraverso un aumento del fondo di dotazione dell'ente petrolifero. Ieri il presidente dell'Eni, Umberto Colombo, ha dichiarato che l'operazione sarebbe stata impossibile ricorrendo a prestiti bancari troppo onerosi. La Montedison si dovrà fare carico del personale eccedente in modo da non appesantire ulteriormente la struttura occupazionale che grava sulla chimica pubblica. «L'accordo fra l'Eiii e la Montedison — ha commentato il ministro del Bilancio. Bodrato — rappresenta un punto di riferimento positivo per il riassetto del settore chimico». E Gianni De Michelis l'ha definito «un passo importante per la ristrutturazione e il risanamento di due settorichiave». Ma il «via libera» pronunciato dal Cipi rischia di riaprire una polemica non di poco conto all'Interno del governo. Il rappresentante del Tesoro, il sottosegretario Carlo Fracanzanl, ha espresso ad esemplo «precise riserve», ritenendo non opportuno che nella delibera si prendessero gli impegni finanziari, 1 cui oneri sono oggi difficil¬ mente quantificabili. Alla fine dell'operazione, cioè neli prossimi tre anni, essi potran-' no aggirarsi sul 1000 miliardi. De Michelis. dopo 11 Cipi, ha trascorso l'intera giornata alla Commissione bicamerale delle Partecipazioni statali: dalla difesa è passato all'attacco. Ha rifatto la storia del matrimonio e del divorzio fra Eni e Occidental, di fronte ad una schiera di senatori e deputati di tutti i segni politici. Ha ribadito che mai qualcuno si è alzato per proporre un riassetto chimico diverso e che un sistema per limitare le perdite esisteva, quello del «write off». Come volevano gli americani dell'Oxy, si potevano cancellare gli impianti inefficienti a cominciare da quelli sardi, «ma Macciotta (deputato del pei, n.d.r.) non l'ha viai suggerito — ha detto polemicamente 11 ministro — ed è troppo facile sparare a posteriori». Secondo De Michelis, tutto quello che si è fatto negli ultimi anni è servito soprattutto a salvare 11 si¬ stema bancario Italiano, In primo luogo quello a medio termine che negli Anni Settanta si era Imbarcato nel finanziamento della chimica e di cui oggi si pagano le conseguenze e si raccolgono 1 cocci (Sir, Llqulchlmlca ecc.). De Michelis è tornato pure sulla questione delle tangenti, un'ipotesi affiorata in questi giorni, sostenendo che nel ■contratto Enoxy non c'è state alcun inquinamento non atmosferico: 'Tutto si è svolte con rigore, trasparenza e coerenza. La scelta può essere opinabile, ma allora c'è sembrata la sola percorribile». Su questo argomento c'è stato anche un vivace scambio di battute con il comunista Colajanni che ha definito «ovvie» le domande poste alcuni giorni fa da l'Unità e le ha a sua volta riproposte. Il ministro ha ribattuto: «DI allora che De Michelis ha preso delle tangenti e io ti dirò che sei un calunniatore». Eugenio Palmieri
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