La Centrale cederà Toro e Rizzoli ma l'operazione avrà tempi lunghi di Marco Borsa

La Centrale cederà Toro e Rizzoli ma l'operazione avrà tempi lunghi SENZA ACCORDO POLITICO LA TRATTATIVA PER IL GRUPPO EDITORIALE SI E' «RAFFREDDATA» La Centrale cederà Toro e Rizzoli ma l'operazione avrà tempi lunghi Sembra invece vicina la vendita del « Gazzettino» - Per la compagnia d'assicurazione il problema principale resta il prezzo Calvi e Leemans hanno sbagliata tutto», Schlesinger chiede i danni MILANO — Colpo di scena alla Centrale: un'iniziativa clamorosa presa dalla finanziaria è venuta alla fine, dopo quasi 9 ore di assemblea, quando ormai il numero degli azionisti presenti (era passata la mezzanotte) si era notevolmente ridotto, dai 70 iniziali ai 3(i che hanno approvato il1 bilancio. .Sehlesinger ha letto una dichiarazione del consiglio: «Le difficoltà della società sono dipese — egli ha detto — da vari fattori, ma anche da operazioni quanto meno imprudenti: l'acquisto della partecipazione Rizzoli senza indagini adeguate ed approfondite, la sottoscrizione dell'aumento di capitale Rizzoli Spa, l'acquisto di un consistente pacchetto di azioni Toro, non giustificato dalla necessità di ottenere il controllo della società, il finanziamento e in seguito l'acquisto del gruppo il Gazzettino di Venezia. L'assemblea deve decidere se autorizzare un'azione di responsabilità contro gli organi sociali che hanno gestito la società in passato. Tale azione di responsabilità non dovrebbe estendersi al di là dei vertici della società, e cioè l'ex presidente (Roberto Calvi) e l'ex amministratore delegato (Michel Leemans)». Si tratta forse di un caso unico nella storia delle società italiane: un'azione di responsabilità nei confronti degli amministratori e cosa nuova per le aule assembleari. Le critiche però non sono mancate: perché solo Calvi e Leemans, e non tutto il consiglio che ha sottoscritto queste operazioni? Morto Calvi, l'azione di responsabilità sarà a carico degli eredi. Dal canto suo, Michel Leemans, avvertito dell'iniziativa che il consiglio stava per prendere nei suoi confronti, aveva presentato in mattinata al giudice del lavoro di Milano un ricorso, nel quale chiede l'accertamento di tutta la vicenda Rizzoli, in modo che il giudice possa stabilire se in tale vicenda Leemans fu responsabile o non piuttosto vittima. MILANO — «Non si può ancora parlare di vere e proprie trattative per la cessione delle partecipazioni Rizzoli Editore. Toro Assicurazioni e Gazzettino», Cosi, in sede di replica agli azionisti, il presidente della Centrale Piero Schlesinger ha fatto il punto sul negoziato avviato circa un mese fa, con la richiesta da parte della finanziaria di un mandato a vendere non esclusivo sulla Rizzoli. «Il mandato a vendere» ha detto Schleslnger «scade alla fine di gennaio, ed è improbabile che per quella data si possa arrivarea un risultato finale di cessione. Sarà qui7idi probabilmente necessaria una proroga, già del resto preinsta dal mandato stesso». Il negoziato sulla Rizzoli subisce una battuta di arresto, che ambienti bancari bene informati attribuiscono a ragioni politiche. Secondo queste fonti, infatti, il presidente della Centrale sarebbe stato invitato ad una maggiore cautela, dopo le vivaci proteste dei socialisti espresse dal presidente della Banca Nazionale del Lavoro, Nerlo Nesl, a proposito della nomina dei garanti. Del resto, gli elementi per definire la transazione ci sono ormai tutti: l'Arthur Andersen ha completato il suo lavoro sul bilanci Rizzoli al 31 dicembre scorso; la dichiarazione di amministrazione impone la vigilanza del tribunale a garanzia di tutti i terzi, compresi i futuri eventuali compratori, un gruppo di potenziali acquirenti disposti a trattare sulla base di un certo prezzo la maggioranza della Rizzoli sarebbe stato individuato, se-, condo quanto lo stesso Schle- singer ha dichiarato sia al legali della Rizzoli nella riunione di sabato sia ai consiglieri della Centrale. Quello che manca è l'assenso politico che garantisca sia 1 venditori sia t compratori da reazioni come quelle dell'ex ministro delle Finanze Rino Formica, che minacciò di mandare la Guardia di Finanza all'Ollvetti, perché Bruno Visentlni e Carlo De Benedetti avevano avanzato un'offerta di acquisto per il «Corriere della Sera». Una soluzione per la cessione della Rizzoli non appare dunque imminente, a meno di un improvviso accordo in sede politica (mai raggiunto comunque nell'ultimo anno). Più prossimo, invece, potrebbe essere l'accordo per la vendita del «Gazzettino», un quotidiano locale anch'esso soggetto all'assenso dei partiti, ma di rilevanza certamente inferiore al «Corriere della Sera».e alle altre testate della Rizzoli. Lo stesso Schleslnger ha riconosciuto che per questo giornale «è pia stato indi¬ viduato un potenziale gruppo acquirente». Qui il disaccordo può vertere soprattutto sul prezzo: visto che la Centrale un anno fa chiedeva 25 miliardi, oggi si discuterebbe sulla base di 15, ma forse se i compratori terranno duro, potranno sperare di spuntare condizioni ancora migliori, visto che la finanziarla è comunque costretta a vendere dalle disposizioni della Banca d'Italia in merito alle partecipazioni editoriali delle banche. Lo stesso discorso, Invece, non può applicarsi alla Toro. Anche qui ci sarebbero l compratori («abbiamo avuto notieia della precostituzione di un gruppo serio per l'acquisto», ha detto Schleslnger), ma il prezzo che la Centrale deve realizzare è sicuramente piuttosto elevato (intorno ai 200-250 miliardi almeno) e non può rischiare di «disfarsi» di questa partecipazione sollevando l'accusa di avere «svenduto» uno dei gioielli di famiglia. Marco Borsa

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