Per Moro chiesti trentaquattro ergastoli di Giuseppe Zaccaria

Per Moro chiesti trentaquattro ergastoli Dura requisitoria del pm: «I brigatisti sono tutti egualmente responsabili» Per Moro chiesti trentaquattro ergastoli Per i «pentiti» pene che vanno dai 20 anni di Savasta ai sei mesi di Peci - Ai «dissociati» l'applicazione di attenuanti ROMA — Esistono ancora grandi misteri da svelare, Infiniti dati da chiarire: ma ai terroristi accusati dell'interminabile catena di sangue culminata a Roma nel delitto Moro, è già possibile dare una risposta. Trentaquattro ergastoli, una serie di condanne accessorie che sommate supererebbero 1 milletrecento anni di reclusione. E per i «pentiti», richieste di pena che vanno dai vent'annl per il gelido Antonio Savasta (accusato, solo in questo processo, di diciassette omicidi) ai sei .nesi che dovrebbero essere inflitti a Patrizio Peci, primo artefice con le sue rivelazioni della sconfitta del partito armato. Due giorni e mezzo di requisitoria, hanno condotto ieri il pubblico ministero Nicolò Amato a rivolgere ai giudici del processo Moro richieste che. se accolte, rafforzeranno due Importanti principi. Il primo, consiste nell'eguale responsabilità di tutti t componenti un'organizzazione terroristica ai delitti compiuti anche da una parte sola degli aderenti. L'altro, riguarda l'applicazione della legge sulj •pentiti, a chi si è soltanto «dissociato»: e secondo 11 p.m., questo non è possibile. Pur non trascurando 1 -confortanti segnali* giunti da chi. nelle gabbie degli Imputati, ha ammesso pubblicamente il fallimento della lotta annata, Amato ha chiesto per 1 tre «dissociati» di questo processo (Teodoro Spadaccini. Norma Andrianl. Arnaldo Maj) solo l'applicazioni delle attenuanti. In sostanza, una1 condanna a 28 anni di reclusione, anziché all'ergastolo. A'la conclusione, nessuno hp .latato. Oli «Irriducibili, (che in arjertura d'udienza avevano cercato di far leggere a Prospero Oallinarl, un lungo comunicato calato nel «sociale», ma presto interrotto dal presidente Santiapichi) sono rimasti, come gli altri, nelle gabbie, ad aspettare saluti dal famigliari, assiepati dietro le transenne, e in pratica soli rappresentanti dello scarso pubblico. Le' premesse, d'altronde, parlavano già chiaro. Disegnando, nel giorni scorsi. l'Itinerario del partito armato, rievocando uno ad uno gli agguati, le • gambi zza zio..1., le uccisioni compiute negli ultimi anni a Roma, Nicolò Amato aveva già mostrato di ritenere tutti gli Imputati — tutti quelli, almeno, che negli anni scorsi avevano preso parte attiva alle azioni e alle decisioni delle Brigate rosse — egualmente responsabili di tutte le azioni. E ieri, su questo punto, Amato si è soffermato a lungo: *In questi mesi, avete visto passare dinanzi a voi personaggi noti e meno noti: da Moretti, il "numero uno", a Gallinari, sempre pronto a prendere le armi al posto di chi non se la sentiva. Da Micaletto a Fiore, quello che per la strage di via Fani ha un unico rimpianto: quello di aver visto il suo mitra'incepparsi. Avete visto affiorare le responsabilità di personaggi, come Marina e Stefano Petrella, che quasi sconosciuti all'inizio dei processo si sono rivelati fra i primi e i più rilevanti esponenti delle Br a Roma*. Per tutti, dunque, la stessa richiesta di pena. Per 1 «pentiti», Invece, una forte riduzione (naturalmente in rapporto ai reati commessi). -Mi sono chiesto a lungo — ha aggiunto 11 p.m. — se il senso e il significato della j Giuseppe Zaccaria (Continua a pagina 2 In quinta colonna)

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