Una pista di ghiaia ad Ancona per poter riaprire l'Adriatica di Ermete Grifoni
Una pista di ghiaia ad Ancona per poter riaprire l'Adriatica La statale resterà chiusa al traffico fino a metà gennaio Una pista di ghiaia ad Ancona per poter riaprire l'Adriatica Proposta anche la circolazione a targhe alterne - Presto raddoppiata la ferrovia OAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANCONA — Da ieri si tenta di spezzare l'isolamento stradale provocato dalla frana che una settimana fa ha travolto e distrutto due quartieri del capoluogo marchigiano. Lo smottamento, intanto, prosegue lentamente il suo cammino verso il mare: ora interessa, in particolare, il cimitero di Posatora, dove i loculi della parte bassa sono sprofondati nella fiumana di argilla. Ma la situazione più preoccupante, a parte i 4000 senza tetto e il patrimonio pubblicoprivato distrutto, è quella dell'isolamento, che ora rischiai di strangolare le attività economiche e imprenditoriali della città, rimasta senza accessi dal Nord. Il traffico a lungo raggio si serve dell'autostrada AH, liberalizzata tra i due caselli di Ancona, ma tutto il movimento locale, compreso il carico del porto, confluisce in entrata e in uscita nello sbocco Sud di una variante alla statale 16 (Adriatica) del tutto inadeguata a sopportarlo. Mentre si prospetta anche una circolazione a targhe e!terne, l'Anas sta tentando di forzare il blocco a Nord imposto dalla gigantesca frana che ha travolto l'Adriatica. Con l'aiuto di militari del Genio pontieri, giunti da Piacenza e da Bologna, da oggi si sta aprendo una «pista» di 7 metri e mezzo che attraversa il terreno di frana, a monte del vecchio tracciato sconvolto. Senza eccezionali sbancamenti, che potrebbero accentuare lo slittamento del terreno, viene creato in pratica un letto su cui si stendono enormi teloni i quali lasciano filtrare l'acqua ma non l'argilla. Su di essi viene compressa ghiaia che funge da massicciata. La statale, comunque, non sarà aperta prima di metà gennaio. Anche le ferrovie, che ora si giovano di un solo binario «elastico» nel terieno di frana, su cui passano con enorme cautela (e forti ritardi) i treni a lungo percorso, stanno lavorando celermente a un secondo, accostato alla scogliera frangiflutti che viene rinforzata con migliaia di massi. Sono comunque soluzioni abbastanza ardite, tanto che la linea ferrata detta «del miracolo» viene guardata a vista giorno e notte dai cantonieri, e controllata poi con speciali macchine dopo il passaggio di ogni treno. Sul fronte delle polemiche (era prevedibile un collasso geologico del genere?) c'è infine la sensazione che si stia innestando in anticipo la campagna delle amministrative di primavera. E' stata riesumata, fra l'altro, anche una vecchia perizia in cui si sconsigliava la costruzione di palazzi nella zona di Posatora. Gli amministratori vecchi ed attuali ribattono che i piani urbanistici erano in regola. Non c'è che da attendere sull'argomento il responso della magistratura che ha aperto un'inchiesta e ha già nominato tre periti, Felice Santagata, già rettore dell'Università di Ancona. Michele Jamiolkowski e Cesare Castiglia. del Politecnico di Torino. Ermete Grifoni
Persone citate: Cesare Castiglia, Felice Santagata, Michele Jamiolkowski
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