Una società dell'Eni non voleva l'inchiesta sull'affare Petromin

Una società dell'Eni non voleva l'inchiesta sull'affare Petromin Rivelazioni di Andreotti sul «caso» Una società dell'Eni non voleva l'inchiesta sull'affare Petromin ROMA — Una società svizzera, che «lavora per l'Eni», avrebbe presentato (e successivamente ritirato) un ricorso contro il sequestro dei conti bancari svizzeri legati alla vicenda Eni-Petromin: a rivelare questo risvolto è Giulio Andreotti. in un articolo scritto per l'£uropeo. Dell'argomento ha discusso ieri anche la commissione P2, che ha asco/ato l'ex direttore dell'Eni, Florio Fiorini, e l'ex vicepresidente dell'Eni, Leonardo Di Donna. Sulle tangenti o «provvigio■ ni» pagate per la fornitura di greggio dall'Arabia Saudita, Andreotti scrive; «Il giudice elvetico aveva ordinato il sequestro dei conti bancari per accertare chi abbia riscosso la prima tranche della provvigione. Ma una società svizzera, che lavora per l'Eni, ha ricorso in appello, sostenendo che la commissione parlamentare italiana di inchiesta sulla incenda non è un organo giurisdizionale e non ha il diritto di chiedere carte del genere. Stentavo a crederci, 7iia ho in¬ vestito della questione il nuovo presidente dell'Eni, Colombo, che con encomiabile sollecitudine ini ha fatto sapere che il ricorso è stato ritirato. Dunque l'incredibile rapporto con l'Eni esiste ed era di qui che si ponevano freni all'indagine». Durante l'audizione di Fiorini, la commissione ha accertato — con una serie di domande poste dal missino Tremaglia — che la società che si è opposta al sequestro è la Foradof del gruppo Agip-minerario. Secondo Tremaglia, il sequestro si riferirebbe ai conti di Flavio Carboni. Rispondendo ad altre domande, Fiorini ha affermato che l'Eni aveva un «canale preferenziale» (come lo ha definito il liberale Bozzi) con il Banco Ambrosiano, perché questo istituto di credito-era ritenuto -molto solido» e perché retribuiva i depositi con tassi superiori alle altre banche. Fiorini ha negato di aver avuto contatti con Gelli e Ortolani.

Luoghi citati: Arabia Saudita, Roma