Produttori di olio italiani sono accusati di truffare alla Cee 300miliardi l'anno di Renato Proni

Produttori di olio italiani sono accusati di truffare alla Cee 300miliardi l'anno Un documento riservato della Comunità finisce sui giornali europei, proteste e polemiche Produttori di olio italiani sono accusati di truffare alla Cee 300miliardi l'anno DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — I produttori italiani di olio d'oliva, in una vasta campagna orchestrata da ambienti della Commissione europea, sono accusati da numerosi giornali europei, compreso 11 prestigioso Financial Times, di truffare la Cee per 300 miliardi di lire l'anno. La stampa europea cita, come fonte delle sue notizie, un «documento» interno discusso dai commissari della Cee nel contesto dei negoziati per i nuovi prezzi agricoli. Un imbarazzato portavoce della Commissione della Cee ha ammesso ieri che esistono documenti non ufficiali sull'argomento, che sono serviti alla discussione, ma si è rifiutato di accusare inequivocabilmente l'Italia di frodi su larga scala. Cosi, non ha confermato la cifra in questione né l'ammontare in più di produzione di olio (400 mila tonnellate) denunciato illegalmente per lucrare i sussidi comunitari. Lo stesso portavoce ha tuttavia fatto notare che lo Stato italiano ha sospeso il 30 per cento degli aiuti Cee per la produzione di olio d'oliva nel 1980 e nel 1981, come prova che anche Roma sospetta che le denunce del quantitativi di olio prodotti siano eccessive rispetto alla realtà e che le truffe su larga scala sono probabili. Al momento, dieci controllori della Cee si trovano in Italia per verificare 1 ospetti di Bruxelles. Questo scandalo s'inserisce nelle oscure manovre che si svolgono ogni anno attorno alle nuove misure agricole della Cee, compresa la fissazione del premio all'olio di oliva. Quest'anno, il commissario per l'Agricoltura, Poul Dalsager, ha proposto che gli aiuti all'olio di oliva siano forfettizzati proprio perché gli impegni della Cee, anche a causa del sospetto di frodi massicce, divenivano troppo gravosi. Il vicepresidente della Commissione, Lorenzo Natali, ha bloccato l'intero accordo sui nuovi prezzi (che va comunque ratificato dai ministri) perché ha giudicato inac¬ cettabile il principio della forfetlizzazione degli aiuti all'olio d'oliva e anche alla trasformazione dei pomodori. Come ritorsione, leggermente losca ma efficace e incontestabile, la Commissione europea ha divulgato, durante il weekend, tra un gruppo di giornalisti amici non italiani, le voci sul nuovo documento relativo alle truffe sull'olio d'oliva. E, in un calderone in cui verità e fantasia si mescolano senza ritegno, 11 Financial Times non ha esitato a scrivere che «a Bruxelles si sospetta che Queste truffe siano attuate con l'aiuto di organizzazioni criminali come la mafia». Ce n'è abbastanza per «un giallo tra gli ulivi», con la lunga ombra dei mafiosi che spaventa i buoni popoli nordici mentre la stessa camorra napoletana, a proposito del pomodoro, sulle cui sovvenzioni c'è pure il sospetto di frode, 6 prossima a fare la sua comparsa. Gli ambienti italiani di Bruxelles (politici, comunitari, diplomatici) hanno reagito con Indignazione alle accuse Indirette della Commissione europea e a quelle dirette della stampa inglese e tedesca. E' peraltro ammesso anche dai ministri dell'Agricoltura in visita a Bruxelles che in Italia avvengono truffe ai danni della Cee. E non è di- fendendo 1 truffatori, ma mettendoli in galera, che la causa agricola dell'Italia può essere sostenuta nella Cee. Secondo il Financial Times, che si riferisce a un documento Interno della Commissione europea, i produttori di olio d'oliva italiani chiedono aiuto e consumo per 800 mila tonnellate di prodotto l'anno mentre il consumo italiano, più lo vendite dirette e l'autoconsumo degli stessi produttori, ammonta a circa la metà di questo totale. La differenza, dunque, esiste solo sulla carta e non nei frantoi ma viene denunciata alla Cee che sborsa 300 miliardi di aiuti l'anno In più. Una soluzione potrebbe essere quella di contare (mediante le fotografie aeree) gli ulivi ma sembra che neppure ciò sia piaciuto al vicepresidente Natali. Effettivamente, è sempre stato ammesso che esiste uno scarto fra il consumo di olio e il quantitativo denunciato al consumo per lucrare 1 premi comunitari, ma è impossibile stabilire la misura e la portata delle frodi. Il risultato ultimo di questa accesa polemica nata attorno allo scandalo vecchio di anni sarà che il ministro dell'Agricoltura, Mannino, difficilmente troverà consensi alle sue richieste per gli aiuti alle produzioni mediterranee nei prossimi consigli agricoli. Renato Proni

Persone citate: Lorenzo Natali, Mannino, Natali, Poul Dalsager

Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Roma