Concordi sulla pista bulgara di Alberto Rapisarda

Concordi sulla pista bulgara Quattro ministri riferiscono alla Camera Concordi sulla pista bulgara Lagorio il più duro: «Il caso Agca è un vero atto di guerra in tempo di pace e l'attentato al Papa si configura come soluzione cautelativa e alternativa all'invasione della Polonia» - Gli interventi di Colombo, Rognoni e Darida ■ Il dibattito in un'aula semideserta: presenti al massimo 80 deputati su 630 j ROMA — La -pista bulgara» per l'attentato al Papa è concreta e credibile. Lo hanno detto Ieri, tutti d'accordo in questo, i quattro ministri mandati alla Camera dal presidente del Consiglio Fanfani a rispondere alle Interpellanze dei deputati. Lo ha detto con la cautela del diplomatico 11 ministro degli Esteri Colombo (de), lo ha confermato il ministro degli Interni Rognoni (de), trovando un •■riferimento comune alla Bulgaria- in tutte e tre le inchieste giudiziarie in corso su traffico di armi, droga e attentato al Papa. Lo ha dimostrato con mie informazioni sui fatti accaduti- e non con •intuizioni, deduzioni, teoremi-, il ministro della Difesa Lagorio (psi) sostenendo addirittura che °il caso Agca si configura come un vero atto di guerra in tempo di pace-. Ed anche il ministro della Giustizia Darida (de) ha dato il suo contributo, seppure in tono minore. Concordi, insomma, i tre democristiani e il socialista. Un fatto politicamente importante, dopo che per una settimana si erano scatenate accese polemiche tra esponenti dei due partiti. I socialisti, in particolare, avevano accusato i ministri Rognoni e Colombo di aver -sottovalutato, i collegamenti internazionali del terrorismo e di non credere nella «pista bulgara-. Il tanto atteso dibattito, tuttavia, si è svolto nell'aula di Montecitorio quasi del tutto deserta. Abbiamo contato una punta massima di ottanta deputati presenti su 630. E di questi, più della metà erano dell'opposizione comunista. Sorprendente l'assenza quasi totale dei socialisti (col capogruppo c'erano meno di cinque deputati) quando parlavano i ministri. Assente anche il vicesegretario del psi Martelli, più volte chiamato in causa polemicamente dal ministro Rognoni. Erano più numerosi dei deputati i rappresentanti diplomatici e i giornalisti stranieri di mezzo mondo che affollavano le tribune. Concordi nell'analisi di fondo della situazione, i ministri Rognoni e Lagorio, responsabili dei servizi segreti Sisde e Sismi, non hanno perso l'occasione per scambiarsi critiche, con linguaggio più o meno cifrato. La relazione seguita con maggiore interesse è stata quella del ministro della Difesa Lagorio. il quale ha parlato in base al dati del servizio di controspionaggio, di cui riferiamo a parte. Per il ministro socialista, il caso Agca «si configura come un vero atto di guerra-. -Sullo sfondo della grave crisi polacca, l'assassinio della figura carismatica del Pontefice si presenta come una soluzione cautelativa e alternativa rispetto ad un progetto di invasione militare della Polonia. La "pista bulgara" perciò, in questo crimine suscita e giustifica le più acute preoccupazioni di politica internazionale-. Affermazione che l"ia provocalo notevole impressione e che è stata discussa da vari oratori nel dibattito che è seguito. Lagorio. in polemica col democristiano Pennacchlnl. presidente della commissione parlamentare per i servizi segreti, ha voluto precisare che i servizi non arrivano dopo i magistrati, ma offrono loro in silenzio le notizie. Ha sostenuto che i servizi necessitano di una maggiore forza e che è necessario -perfezionare- il problema della collaborazione con i magistrati, dato che i servizi segreti non sono organi subordinati a loro. Rognoni ha rivendicato i suol successi -con ( fatti- nella lotta al terrorismo, ha rinfacciato Martelli critiche -ingiuste cne vestono i panni addirittura del pregiudizio-, ha ricordato al psi che l'incriminazione di Scricciolo fu -pregiudizialmente guanto Imprudentemente contestata da più di un ambiente, non solo sindacale-. Non ho mai sottovalutato 1 collegamenti internazionali del terrorismo, ha detto, sebbene il servizio di cui sono responsabile -abbia compiti assai minort su questo fronte rispetto all'altro(quello di Lagorio). Il ministro degU Esteri Colombo rilevava che si potrà arrivare alla sospensione del rapporti diplomatici con la Bulgaria, come ha chiesto il psi, -soltanto se gli accertamenti della magistratura saranno tali da comprovare il coinvolgimento del governo bulgaro in iniziative di sovversione-. Prima di questo passo, che provocherebbe «ripercussiont sul clima politico del nostro continente-, c'è altro da fare: una più rigida disciplina nella concessione del visti di Ingresso al bulgari e la riduzione del personale dell'ambasciata bulgara in Italia per renderlo pari a quello della nostra ambasciata a Sofia. Alla fine tutti I partiti di governo si dichiaravano soddisfatti. Il segretario socialista Craxl, fuori dall'aula, sembrava però impaziente: «JVei prossimi giorni, nelle prossime settimane potranno essere raccolti ulteriori elementi necessari per completare un quadro che, per la verità, è già sufficientemente chiaro. Dopo di allora si dovrà decidere qualcosa*. Il democristiano Segni a nome del gruppo chiedeva -modifiche legislative- per rafforzare 1 servizi segreti e il socialdemocratico Belluscio sollecitava il «congelamento delle relazioni diplomatiche con la Bulgaria*. Dall'opposizione 11 comunista Pajetta si dimostrava as-' sai diffidente sulla «pista bulgara» sollecitando le prove. Mentre la radicale Bonino chiedeva l'unificazione dei servizi segreti. Alberto Rapisarda (Altri servizi a pag. 2) Roma. L'intervento del ministro della Difesa, Lagorio

Luoghi citati: Bulgaria, Italia, Polonia, Roma, Sofia