Metti una sera a Parigi, in un teatro off con beila gente ma senza avanguardia

Metti una sera a Parigi, in un teatro off con beila gente ma senza avanguardia Nella capitale francese sono affollatissime le sale alternative tutte votate alla tradizione Metti una sera a Parigi, in un teatro off con beila gente ma senza avanguardia PARIGI — Il fenomeno dei teatri e teatrini dell'off-offBroadway è arrivato anche a Parigi: e la gente ci va a frotte, assiepandosi in camerette senz'aria (e pericolosissime; cosi prive di uscite di sicurezza, con tante candele che bruciano quel poco ossigeno che c'è negli esigui locali). Questi teatrini si trovano quasi tutti nel quartiere del Marals, cioè spostati dal vecchio centro elegante dei teatri. 'In compenso — dice Maurice Pons, commediografo e scrittore — t teatri ■ • convenzionali sono mezzo vuoti*. Il pubblicò che affolla 1 teatrini è ben diverso da quello che ci si potrebbe aspettare, nel senso che è un pubblico ben pasciuto e borghese, di signori in cappotti ben tagliati, a volte con bambini e famiglia, di quelle eleganti donne parigine in stivali multicolori e anche di gente dello spettacolo. Ma se speriamo di trovare dell'avanguardia nei teatrini più o meno improvvisati (e sovvenzionati) ci sbagliamo. Oggi l'avanguardia (anche in pittura, in letteratura, in filosofia) consiste nel tornare indietro alla pulizia dei testi, alle regie rigorose. Nella pittura, nella musica contemporanea, la gente sembra rivivere la favola di Andersen / vestiti nuovi dell'imperatore, si accorge che le trine e i fiocchi che aveva visto nel passato non ci sono, e che il re, dopo tutto, cammina nudo. Al teatro Du Marals, piccola sala che contiene un centi¬ naio di persone al massimo e che da qualche mese presenta classici con successo (l'Enrico / V di Pirandello, testi di Lorca e Ionesco), è in scena II misantropo di Molière, e bisogna arrivarci in anticipo, altrimenti non si entra. . Questo famoso testo è addirittura preceduto da un irritante prologo di una trentina di minuti nel quale abbiamo in scena Molière stesso (che poi diventerà Alceste nel «ve¬ ro» spettacolo), la giovanissima signora Molière e tutto 11 circolo dei suoi amici, ai quali poi verranno distribuite le parti della commedia II misantropo. Perché, dice Molière, (Jacques Mauclair) questa volta bisogna recitare con naturalezza, «conte se vivessimo le vicende del testo.. E bisogna rispettare il testo. Sempre nel prologo, Molière Inveisce contro tutti quei registi e quel critici che stra- pazzano i testi o che anelano al ' nuovo. Insomma, contro quella che è stata l'avanguardia di questi ultimi anni. Il fatto poi che in questa commedia gli attori, e Gpeclalmente Mauclair (vecchio mattatore dei palcoscenici francesi, una specie di anziano Carmelo Bene), facciano tutto fuorché recitare «realisticamente», fa parte dei difetti della recitazione latina. Lo stesso fenomeno lo troviamo in teatrini come il Ranelagh (dove si dà un testo su Pericle), allo Studio Berti-and, al teatro de L'Epicerie dove si dà Un amore tratto dal romanzo di Dino Buzzatl e anche un testo che si chiama L'incontro con Proust. O a Espace Marals II matrimonio di Figaro di Beaumarchais dove, come tutta invenzione, abbiamo un accompagnamento musicale di Mozart: e anche in questa esigua sala, dove si respira a fatica, si troverà la folla e le code pur se il costo del biglietto è pressappoco uguale a quello di un teatro normale. r. s.

Persone citate: Andersen, Carmelo Bene, Dino Buzzatl, Ionesco, Jacques Mauclair, Maurice Pons, Mozart, Pirandello, Proust

Luoghi citati: Parigi