Nel cinema popolare della Warner Bros c'è la grande America degli Anni Trenta di Gianni Rondolino

Nel cinema popolare della Warner Bros c'è la grande America degli Anni Trenta A Pesaro la rassegna retrospettiva sulla celebre casa produttrice hollywoodiana Nel cinema popolare della Warner Bros c'è la grande America degli Anni Trenta PESARO — «Dà. un giorno all'altro la Warner Bros balzò fuori dal nulla per piazzarsi al primi posti dell'industria Partiti con un solo cinema, nel 1927, nel 1930 ne controllavano 700 (...). Le proprietà dei fratelli Warner salirono di valore, passando dal 5 milioni di dollari nel 1927 al 160 milioni di dollari due anni più tardi». Cosi scrìve Robert Sklar nella sua fondamentale "Storia sociale del cinema americano», uscita proprio in questi giorni in edizione italiana col titolo Cinemamerica (ed. Feltrinelli), > . Che cos'era successo? Una cosa molto semplice: l'avvento del sonoro. Era stata la Warner Bros, nel 1027, a produrre il primo film parlato, ed era stato questo film, The Jazz Singer, ad ottenere un successo strepitoso, capovolgendo le sorti finanziarie di una casa cinematografica alquanto modesta e in gravi difficoltà. A questa casa, e alla sua produzione più significativa e, a volte, meno nota, è dedicata la grande rassegna retrospettiva organizzata da Adriano Apra e promossa dalla Mostra Intemazionale del Nuovo Cinema, che si sta svolgendo in questi giorni a Pesaro. Venti- nove film, compresi fra il 1927 e il 1941, forse non sono molti, ma certamente — anche per l'oculata scelta dei titoli — rappresentano un panorama sufficientemente indicativo delle linee di tendenze, dei caratteri, dei valori e disvalori d'una produzione che è stata tra le maggiori e più interessanti del cinema hollywoodiano degli Anni 30. Se il musical, uno dei generi più frequentati dalla Warner Bros con i film di Busby Berkeley, è rappresentato a Pesaro quasi soltanto dal Jazz Singer. 12 cinema gangsteristico, quello sociale, il dramma e la commedia hanno un posto di tutto rispetto. Si pensi a Ventimila anni a Sing Sing (1933) di Michael Curtìz, con Spencer Tracy e Bette Davis; a lo sono un evaso (1933) di Mervyn Le Roy, con Paul Munì; ai film interpretati da Edward G. 'Robinson, quali Five Star Final (1931) e Two Seconds (1932) di Le Roy, Confesslons of a Nazl Spy (1939) di Litvak, Un uomo contro la morte (1940) di Dieterle. E si pensi, ovviamente, agli altri film importanti della Warner non presenti a Pesaro, ma tutti noti al nostro pubblico, da Piccolo Cesare (1931) di Le Roy a Nemico pubblico (1931) di Wellman, dal Mistero del falco (1941) di Hustona Casablanca (1943) di Curtìz.. •' Ciò-che contraddistìngueva la produzione della Warner era infatti una sorta di omogeneità formale, che si basava su uno stile secco, senza fronzoli, diretto, in contrasto con la levigatezza e magniloquenza della Metro Goldwyn Mover. Sicché, film gangsteristici e musical, drammi e commedie si costruivano attorno a pochi elementi strutturali. Un'economia di linguaggio che significava anche risparmio finanziario e continuità contenutistica è formale. Una continuità (anche ideologica, in largo senso) che si identificò con la sociefà americana degli anni di Roosevelt e del New Deal. Perché, d ben guardare, i film della Warner trasmettevano un messaggio die possiamo considerare genericamente democratico,. Ma soprattutto questi film riflettevano, pur tra le maglie della finzione, la vita quotidiana di milioni dì americani. E ha ragione lo storico Arthur Schlesinger a scrivere: «Certamente i film popolari della Warner Brothers degli Anni 30 ci danno una vivida Immagine di come normalmente la gente viveva, si vestiva, parlava, lavorava, si innamorava, viaggiava...». Gianni Rondolino Wi ll l fil di G O W P (1932) Kay Francis e William Powell nel film di Garrett «One Way Passage» (1932)

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