Palazzo Nuovo insicuro si faranno meno esami

Palazzo Nuovo insicuro si faranno meno esami Lo propone il preside della Facoltà di Lettere Palazzo Nuovo insicuro si faranno meno esami Gli appelli dovrebbero passare da 10 a 7 - Favorevoli quasi tutti i docenti - Gli allievi: «Sempre noi i sacrificati» La facoltà di Lettere Intende ridurre gli appelli d'esame da 10 a 7 per ogni anno accademico. I docenti sostengono unanimi questa mlniriforma; gli studenti si oppongono. Ciascuno porta le proprie ragioni. Ieri, convocata dai Cattolici popolari, c'è stata un'assemblea a cui ha partecipato il preside prof. Vattimo. Lunedi il consiglio di facoltà elaborerà il nuovo calendario degli appelli. Abbiamo ascoltato le ragioni degli uni e degli altri. I professori. Spiega 11 prof. Vattimo: «Pressanti motivi di sicurezza impongono una riorganizzazione degli esami. I pigili del fuoco, durante un recente sopralluogo, ci hanno dimostrato che mancano le misure di sicurezza, soprattutto scale esterne». Il Palazzo costruito per 2800 persone, ospita quattro facoltà con oltre 20 mila iscritti. Anche se soltanto una parte è presente ogni giorno, l'edificio è ormai inadeguato. «Ai piani alti — continua Vattimo — non possono entrare più di 20-30 persone per aula. Non mi sento, dopo l'avvertimento ufficiale dei tecnici, di rischiare la vita di allievi e professori. Il nuovo calendario d'esame dovrebbe evitare l'affollamento dato dalla presenza contemporanea di chi va a lezione e di chi affronta le prove». Gli appelli sono cosi previsti: da metà settembre-ottobre fino a metà novembre (quando cioè 1 corsi non sono ancora cominciati), a febbraio con una breve interruzione dell'attività didattica. Infine dopo la chiusura del corsi: metà maggio, giugno, luglio. Un altro vantaggio secondo Vattimo è una sorta di perequazione fra gli ' studenti: .Una parte dei docenti, già oggi, si attiene alla legge concèdendo'nhn piti di 5 appelli. Altri intendono adeguarsi. I 7 appelli decisi dal Consiglio di facoltà rappresentano una via di mezzo». Il prof. Franco Bolglanl non ha riserve: -Gli esami mensili, tra l'altro, disturbano la didattica perché chi si deve presentare ad un appello segue male le lezioni. Forse potrebbero essere utili se fossero riservati ai fuori corso». Rileva il prof. Pietro Rossi: -I dieci appelli non mi disturbano. Credo, invece, che abbiano conseguenze negative sugli studenti. Gli esami mensili presuppongono una Università che dispensa titoli di si uciìo più che di cultura». Gli studenti. Bono molto polemici. Giudicano leso un loro diritto. Se esiste un problema di agibilità delle aule, si intervenga sull'edilizia. Ma anche: »ll Palazzo non può ospitare contemporaneamente esami e lezioni? Ebbene si cambino gli orari. Tra l'altro nessuno si preoccupa che ogni giorno sia più difficile seguire i corsi perché/troppe materie della stessa area si accavallano». C'è chi sostiene: «Se si pretende di fare un'Università seria, non un "esamificlo", occorre intervenire sui contenuti e sui metodi della didattica. Non serve ridurre gli appelli». Alcuni giovani chiedono: •Siano mantenuti gli attuati appelli, si ripristino i corsi serali peri lavoratori studenti». Altri rivendicano: «La riqualificaelone non può passare attraverso il sacrificio solo per gli studenti». Maria Valabrega

Persone citate: Franco Bolglanl, Maria Valabrega, Pietro Rossi, Vattimo