Hammer divorzia dall'Eni; si complicano le soluzioni per il settore di Eugenio Palmieri

Hammer divorzia dall'Eni; si complicano le soluzioni per il settore Hammer divorzia dall'Eni; si complicano le soluzioni per il settore E' saltata l'«Enoxy chimica» Il «matrimonio» durato meno di 12 mesi ■ Resta in piedi solo l'intesa per il carbone - Timori per l'occupazione ROMA i~ Nel giro di un an no il famóso matrimonio degli Anni 80 fra l'Eni e l'americana Occidental, che avrebbe dovuto rilanciare la chimica italiana nel firmamento mondiale, si è già concluso con un clamoroso divorzio. Quello che da tempo si temeva è stato ufficializzato ieri dal neopresidente dell'Eni, Umberto Colombo, che si è limitato a presentare i cocci di un'intesa quasi abortita sul nascere: il benservito è stato comunicato in persona dal presidente dell'Occidental, Hammer, che ha deciso di ritirarsi dall'iniziativa sborsando all'Eni 81 milioni di dollari di cui 21 per coprire il deficit accumulato dall'Enoxy (là società venne costituita al 50 per cento) nell'82, il resto come penale. Rimane in piedi soltanto l'Enoxy Coal, l'intesa sul carbone alla quale l'Eni è I legato da un contratto che consente la rescissione entro tre anni soltanto al partner di oltre Atlantico. Per 11 ministro delle Parte, cipazioni statali De Michelis, che insieme all'ex presidente dell'Eni Alberto Grandi aveva puntato in modo totale sulla collaborazione con l'Occidental per salvare dal disastro la chimica di base italiana, è tutto da rifare o quasi. Come se non bastasse, quello che oggi appare un gran pasticcio rischia di ingarbugliarsi ulteriormente: Colombo ha ribadito ieri la sua netta opposizione all'ingresso nella giunta Eni del candidato del psi, Di Donna, mentre il vicepresidente dei deputati democristiani, l'andreottiano Cirino Pomicino, ha chiesto che tutta la documentazione dell'accordo Enoxy e dell'Eni-Montedison venga inviata alla commissione Bilancio per valutare l'azione del governo per assumere le iniziative necessarie a garantire in chiave produttiva il mantenimento dei livelli occupazionali. Nel corso della conferenza stampa è nato un ■ piccolo «giallo». Colombo, nel leggere ai giornalisti il testo del co¬ municato del divorzio, lo aveva concluso con la frase: «Il ministro delle Partecipazioni statali De Michelis è Stato Informato ed ha espresso un suo accordo preliminare». Verso la fine della conferenza stampa, al presidente dell'Eni veniva consegnato un appunto con il quale De Michelis gli chiedeva di concludere soltanto con la frase «Il ministro delle Partecipazioni statali è stato informato». Il presidente dell'Eni ha risposto dicendo che le decisioni riguardanti l'Enoxy erano state prese all'unanimità dalla delegazione del gruppo che si era recata negli Stati Uniti e che erano in linea con le indicazioni avute, prima della sua partenza, dallo stesso De Michelis e dal ministro dell'Industria Pandolfi. Il risultato della decisione di Hammer è che il disastro della chimica italiana torna completamente sulle spalle dell'Eni: ci vorranno non meno di 1000 miliardi per tenere a galla il settore della petrolchimica, fra i salvataggi dei ferrivecchi lasciati in eredità dai Rovelli e dagli Ursini, è quelli dell'Ante; anche la Montedison è con l'acqua alla gola con 11 fallimento della cosiddetta privatizzazione In un mercato internazionale che non accenna a risvegli. L'Enoxy chimica, dunque, rimane in vita con la sua struttura commerciale europea, uno dei risultati raggiunti dal breve connubio; ma sarà d'ora in poi l'Ente petrolifero italiano a farsene carico completamente. E' probabile che nel giro di qualche mese confluisca nell'Enichlmica in modo da formare un unico polo pubblico.. Il ministro De Michelis è intenzionato a portare comunque avanti l'intesa fra Eni e Montedison anche senza l'apporto degli americani: lunedi 10 confermerà in Una conferenza stampa, convocata per illustrare meglio la sua posizione. Il tentativo sarà di salvare quello che doveva essere 11 flore all'occhiello della sua gestione ministeriale e di quella del presidente dell'Enoxy, Necci. Il presidente dell'Eni, Colombo, ha sostenuto Ieri che il disimpegno americano rende $iù agevole la razionalizzazione della chimica di base italiana, anche se ha precisato che non se la sente di prendere una decisione sull'accordo con la società di Foro Bonaparte senza un provvedimento legislativo per la~ copertura finanziarla dell'operazione. E' opinione difusa che, al di là del motivi industriali, l'acquisizione di alcuni impianti da parte dell'Eni sia indispensabile per alleviare la precaria condizione finanziaria della Montedison, Un'operazione salvataggio che ha scoraggiato gli americani a corto di liquidità (la Occidental ha puntato tutto sul petrolio con l'acquisto della Citles Service) e che è alla base del disimpegno di Hammer della petrolchimica. Un partner privato — ha spiegato Colombo — si preoccupa dei profitti immediati, mentre un ente come l'Eni deve guardare anche ai riflessi di carattere sociale. In Italia la bancarotta della chimica si traduce in «taglio» di migliaia di posti di lavoro proprio in quelle regioni, soprattutto meridionali, dove la crisi economica e la scelta strategica fondata sulla petrolchimica si sono dimostrate esiziali: 1 sindacati temono per 14.000 posti di lavoro. Eugenio Palmieri Umberto Colombo

Luoghi citati: Italia, Roma, Stati Uniti