Alla resa dei conti l'Anonima lombarda responsabile di 10 sequestri in 6 anni

Alla resa dei conti l'Anonima lombarda responsabile di 10 sequestri in 6 anni I giudici si devono pronunciare sulla richiesta di otto ergastoli Alla resa dei conti l'Anonima lombarda responsabile di 10 sequestri in 6 anni MILANO — Sono entrati in camera di Consiglio i magistrati della prima Corte d'assise, chiamata a giudicare i presunti responsabili di dieci sequestri di persona avvenuti' in Lombardia fra il 1974 e il 1980. Le vittime: Alfredo Parabiaghi (1974, 750 milioni di riscatto), Egidio Perfetti (1975, 2 o 3 miliardi). Augusto Rancilio (1978, assassinato). Sandro Cavallaro (1978, rapito per sbaglio e subito.rilasciato). Giovanni Morandottl (1979, 600 milioni), Luigi Balzarotti (197&, 300 milioni), Pasquale Ventura (1979, liberato dai carabinieri), Emilia Mosca (1979,100 milioni). Giuseppina Parodi (1979, 400 milioni), Rosanna Restani (1980, liberata dai carabinieri). Gli imputati sono oltre quaranta, di cui alcuni latitanti. La sentenza è attesa non prima di a'euni giorni. • Il processo era cominciato ai primi del maggio scorso. Su Alfonso Amante, un personaggio che nella banda aveva un qualche ruolo di responsabilità, si concentrò subito l'attenzione maggiore.. Dopo l'ar resto, Amante «si penti» è raccontò una serie di particolari che sarebbero stati determinanti» Successivamente smentì, forse per paura (c'è chi collega la ritrattazione con l'evasione di un noto mafioso). Dui-ante le udienze, cui ha assistito in una gabbia a parte, ha mantenuto inalterata questa «confessione»: era stato intermediario per i sequestri 'ParVkft é Restani, degli altri rapimenti, era innocente, all'oscuro persino della loro esistenza. 'All'oscuro di tutto» si dicevano regolarmente gli altri impupati: persino «custodi» che dormivano vicino ai rapiti, sul fienile dove furono sorpresi dal carabinieri. Le donne preparavano cibi per gli ostaggi e affermavano di «non sapere» che in casa ci fosse qualcuno, oltre ai familiari. Gli uomini affittavano e arredavano appartamenti descritti e riconosciuti sia dalle vittime sia dai vicini di casa e affermavano di «non sapere» neppure dell'esistenza di quegli ostaggi. Partito come un importan¬ te processo contro la cosiddetta «anonima sequestri» il dibattimento -rivelò subito una ulteriore ragione di interesse: era un classico processo di mafia, dove nessuno, aveva visto, né sentito, né ascoltato, né saputo. L'eyidenza dei fatti non scalfiva una linea di difesa che sicuramente rientrava nelle tradizioni, ma certamente suscita- va larghe perplessità," Il p. ni. Carmen Manfredda — magistrato specializzato in sequestri che un paio di mesi or sono ha anche diretto le operazioni della liberazione di Angelo Pisoni—ha presentato la requisitoria 11 2 ottobre scorso. Ergastoli (aggravati da ulteriori pene anche in ordine ai reati di -associazione per delinquere, rapina, detenzione di armi e altri) sono stati chiesti per i capi della banda: Giuseppe Mujà, Giuseppe Mammona Giuseppe Di Pasquale. Saverio Mammolitl, Severlo Sergi, Pasquale Hanoma, Saverio Marninomi (omonimo dell'altro), Francesco Antonio Poltstena (accusato anche di avere violentato e fatto abortire una rapita). Un numero di anni di carcere superiore a 30 (che però a tanto saranno ridotti a norma di procedura) è stato chiesto per 21 persone. Detenzioni da 22 anni a 4 per altri nove imputati: Tre assoluzioni: Massi miliano Puma e Vito Orlando (Insufficienza di prove) e Giuliana Mujà (formula piena). Ornella Bota

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